Sono Lefteria Ciullo, collaboratrice dell’Associazione Amici Ticino per il Burundi (Amtibu) che a sede a Rancate, la quale si impegna in progetti umanitari a sostegno del Centre Jeunes Kamenge in Burundi, affidato a missionari saveriani italiani. Attualmente stiamo lavorando su un nuovo progetto musicale che prevede la realizzazione di un pezzo musicale con i giovani del Centre Jeunes Kamenge. Per questo nuovo progetto abbiamo avuto la possibilità di collaborare con un giovane cantautore ticinese, Gregory De Vito, in arte Kataclisma, il quale comporrà un pezzo musicale per il progetto.
Intervista a Gregory De Vito, in arte Kataclisma
Attivo sul campo della musica da tre anni come cantautore, il giovane Gregory De Vito, 20 anni, in arte Kataclisma, è entrato in collaborazione con l’Associazione Amici Ticino per il Burundi (Amtibu) per un nuovo progetto musicale che prevede la realizzazione di un pezzo musicale con i giovani del Centre Jeunes Kamenge.
Gregory, raccontami di te
Mi chiamo Gregory, in arte Kataclisma. Ho 20 anni ed abito a Bellinzona. Da circa tre anni scrivo e canto canzoni che rientrano nel genere Rap ed Hip- Hop.
Da dove nasce il tuo nome d’arte?
Sono dell’idea che un nome d’arte debba rispecchiare quello c’è dietro ad una persona e nel contempo essere sia intrigante che originale. Il nome Kataclisma è la definizione più pura di quello che sono, come persona all’interno delle canzoni che scrivo e nella vita in generale. In pratica un cataclisma di emozioni. Per quanto riguarda la parte originale, dovrebbe riguardare la “K” al posto della “C” nella parola cataclisma.
Hai già partecipato a qualche progetto?
Ad inizio dell’anno 2017 ho cominciato la realizzazione del mio primo disco, che s’intitola “Senza te”, il quale è composto da 12 brani musicali.
Come nascono le tue canzoni? Quali temi trattano?
Nel 90% dei casi, i miei testi sviluppano il tema dell’amore, sia dal lato positivo che negativo. Nascono da esperienze personali, ma anche da storie raccontate da amici e conoscenti, oppure semplicemente lette da qualche parte. Cerco comunque di variare i temi, sia che trattano aspetti belli, ma anche brutti, che a mio avviso sono importanti. Ad esempio nel mio disco è presente una canzone a cui tengo molto per vari aspetti che s’intitola “All-in”, dove viene trattato il tema del suicidio.
Parlaci del progetto con i giovani del Burundi. Come mai hai accettato la sfida? Cosa pensi possa donarti questo progetto?
Sono stato contattato da Marco, il quale mi ha accennato di cosa si tratta il progetto, quello che c’è dietro alle molte iniziative umanitarie organizzate dall’Associazione a favore dei ragazzi in Burundi, la quale è diretta dal presidente Marco Barzaghini. Personalmente non possiedo una vita agiata, ma nel mio piccolo mi sento ricco facendo quello che mi piace, cioè la musica. Per questo motivo ho accettato questa sfida, sarà un progetto bellissimo. Sono entusiasta dell’idea che c’è dietro questo progetto, sarà presente uno scambio di cultura, di lingua e di generi musicali. Colgo l’opportunità di ringraziare Marco e l’Associazione Amici Ticino per il Burundi per aver pensato a me. Arriveremo presto con il singolo!