Una domanda intimista espressa con un flusso di parole
su una cadenza rock
In radio dal 21 maggio
«Questa canzone è nata in un periodo in cui tra la pressione degli esami all’università, e la rottura con il mio primo gruppo, avevo smesso di fare musica. Non sapevo se avrei continuato a scrivere canzoni. Poi una sera sono andato a sentire in un locale della periferia romana il concerto di un amico, ed è stata come una scintilla che mi ha fatto risvegliare». Alessandro Zavatti.
“Siamo veramente liberi?” è una sorta di domanda universale, un interrogativo scomodo a cui è difficile dare risposta. Si parla di libertà di scelta, di pressioni, di influenze esterne, espresse con voce cadenzata su un arrangiamento rock.
Più che alla società il giovane cantautore rivolge la domanda a sè stesso, arricchendola quindi di un taglio intimista in cui la musica diventa terapia.