Maria Tomaselli, in arte Airam, è nata e cresciuta in Sicilia e questo ha influito molto sul suo modo di sentire. La montagna e il mare hanno sviluppato in lei un forte senso e desiderio di libertà, un mododi percepire le cose partendo dalla loro essenza, oltre forma o superficie.
Sin da ragazza si è mostrata interessata a diverse forme d’arte come la danza, il canto e la musica, iniziando a concepire queste forme come strumenti attraverso cui esprimere se stessa; ha così iniziato a scrivere canzoni, partecipando a vari festival e concorsi.
Oltre all’attività cantautoriale, ha anche sviluppato la dote compositiva, scrivendo colonne sonore per film (vari cortometraggi e due lungometraggi), e brani per un musical.
Il suo ultimo progetto è l’album dal titolo ‘Zone Marginali’,contenente otto tracce.
È prossima la pubblicazione del primo singolo ‘Zone Marginali’, brano che dà il titolo appunto al disco.
Le musiche scritte da Airam ed E. Musumeci sono state arrangiate dal produttore artistico Edoardo Musumeci con il musicista Mario Pappalardo e registrate e mixate presso lo studio TRP music di Riccardo Samperi.
I testi dei brani sono della stessa Airam, ad eccezione di due brani, il cui testo è di Andrea Tomaselli, e di un altro brano, il cui testo è diMario Zito.
Di due brani dell’album sono stati realizzati i video, grazie al regista Andrea Tomaselli.
Per Airam è importante l’essenza di questo album, i contenuti che vi si affacciano… i colori e le sensazioni che ogni brano intende, con profondo ed intenso desiderio, raccontare.
Ma di cosa ci parla quest’album?
Di un profondo disagio esistenziale, un disagio che provoca alle volte sensazioni claustrofobiche, disagio che ha origine dalla società attuale; una società fatta da istituzioni, la maggior parte delle quali non valorizza la persona, bensì produce omologazione e mancanza d’identità. Una città di cemento il cui vuoto è solo apparentemente riempito, di cose superflue dove consumismo e comodità la fanno da padroni. In una realtà di questo tipo, che non educa alla spiritualità, al dialogo, all’empatia, la maggior parte delle persone sono condannate a divenire schiave dei padroni, dei più potenti, mentre una minoranza,consapevole dell’inganno, rischia di restare imprigionata in una disperazione amara, dentro una realtà disumana che non riesce cambiare, che non può nemmeno sperare di cambiare.
Da qui la profonda necessità di lasciare la città, la propria casa, lasciare tutto per muoversi verso zone periferiche, le zone marginali dove ancora forse è possibile non sopravvivere, ma vivere, ritrovando l’essere primordiale in noi, quell’essere autentico che in fondo siamo ancora e che abbiamo soltanto perso o dimenticato…
Le zone marginali dove ancora è possibile respirare e abbracciarsi.
Non c’è una soluzione alla fine, ma un movimento, un passo verso altro che sia più umano.