Concerne:
Rapporto del Consiglio di Stato in materia di protezione del minore e dell’adulto e proposte legislative per la riorganizzazione del settore Versione 1° febbraio 2021
Suggerimenti:
cui dare seguito subito per la gestione di pratiche relative a separazione o divorzio e relazioni personali tra genitori e figli separati!
-Implementazione immediata applicativo AGITI/Juris nelle ARP
-Introduzione Programma – Informatico – Mu@k per il calcolo dei contributi nel rispetto delle recenti sentenze del Tribunale federale in materia diritto al mantenimento
-Introduzione nelle attuali ARP di procedure e processi di lavoro ispirato al modello “Cochem” nel rispetto delle recenti sentenze del Tribunale federale che stabiliscono l’affido condiviso come regola di base
-Introduzione nelle attuali ARP, al momento della sostituzione di Presidenti o Membri permanenti, della regola di designare persone sempre rappresentative dei due sessi (uomo e donna)
-Introduzione della stessa modalità nell’assegnazione di mandati per: ascolto minori – valutazione capacità genitoriali, perizie psichiatriche
Egregi Signori,
con riferimento al progetto di riorganizzazione delle autorità di protezione (ARP) in consultazione del 1° febbraio, desideriamo anzitutto confermare che AGNA condivide gli obiettivi del progetto e ritiene che la riorganizzazione potrà portare a un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia nel settore del diritto di protezione.
Tuttavia, preoccupati per il lungo iter da affrontare prima della sua entrata in funzione, con il presente documento desideriamo sottoporre alla vostra attenzione quanto riteniamo importante implementare da subito e senza indugi per eliminare alcune importanti criticità che contraddistinguono le prestazioni delle attuali Autorità di Protezione.
Criticità che si possono eliminare senza modifiche legislative, con soluzioni in linea con quanto previsto nel progetto per la riorganizzazione del settore, la cui entrata in funzione è attesa, purtroppo, solo nella seconda metà del 2024…..se tutto andrà bene ☹.
Premessa:
-L’Autorità di protezione dell’adulto e dei minori è l’istituzione giudiziaria cui i cittadini adulti fanno maggiormente capo. Piu o meno una metà, già solo a causa dei divorzi.
Questi cittadini si rivolgono all’Autorità di protezione per ricevere assistenza, non per aver commesso infrazioni. Meritano quindi una istituzione efficiente ed efficace. Oggi non è così.
-La tempistica delle decisioni “dilatate” la cui conseguenza è d’ostacolo alle relazioni tra genitori separati e figli, lede in modo grave i loro diritti, sanciti dalla Carta dei diritti del fanciullo dell’ONU. La percezione del tempo dei bambini è diversa da quella degli adulti, e se ne dovrebbe tener conto, cosa che purtroppo non avviene.
Due motivazioni a nostro avviso, più che sufficienti per dar seguito al nostro invito.
Suggerimenti:
Come scritto sopra, condividiamo gli obiettivi e le soluzioni proposte nel progetto citato in apertura, anche perché corrispondono in toto a quanto da noi indicato/rivendicato negli anni scorsi.
I suggerimenti che seguono sono formulati seguendo le volontà esposte nel progetto, non necessitano di modifiche legislative, dipendono solo dalla buona volontà degli attori.
L’ordine cronologico non è conseguente alla priorità con cui ne postuliamo l’implementazione.
Sono parte di un insieme che altrimenti gira a singhiozzo.
Implementazione applicativo AGITI/Juris nelle ARP Nel progetto in consultazione si legge:
Le Preture di protezione utilizzano l’applicativo informatico denominato AGITI/Juris, in uso presso le
Autorità giudiziarie cantonali, ecc…… Il credito volto a dotare le Autorità di protezione
dell’applicativo informatico AGITI/Juris, elemento parte integrante della proposta originaria del
Messaggio n. 7026, è già stato approvato dal Parlamento nella seduta del 28 maggio 2018
nell’ambito della trattazione del Messaggio n. 7519……..
Però nel Messaggio 7519 del 2018 si legge:
Un’impostazione che permetterà innanzitutto di potenziare e uniformare gli strumenti informatici a disposizione del settore, portando dei benefici fattivi all’attività delle Autorità regionali di protezione e di conseguenza alle collaboratrici e ai collaboratori ivi attribuiti. In secondo luogo, l’applicativo informatico in questione, oltre a favorire il trasferimento di incarti all’interno del settore, rinsalderà ulteriormente la natura giudicante delle Autorità regionali di protezione, visto che queste ultime si avvarranno dell’applicativo informatico in uso presso la Magistratura ticinese, in particolare presso la loro Autorità di vigilanza e di ricorso, fattore che contribuirà a rafforzare le sinergie tutti gli attori istituzionali.
A maggio saranno trascorsi 3 anni dall’approvazione del credito, ma tutt’oggi, ci risulta, che
l’applicativo non è ancora stato implementato, anzi, sembra che ciò avverrà solo con l’entrata in funzione delle Preture di Protezione, alla fine del 2014…se tutto andrà bene….
AGNA, che da sempre denuncia le inefficienze delle ARP, è cosciente che per migliorale servono anche accorgimenti logistici, l’implementazione dell’applicativo AGITI/Juris è indubbiamente uno di questi.
Invitiamo pertanto il Consiglio di Stato a procedere senza indugi alla sua implementazione presso le ARP attive oggi.
-Introduzione Programma – Informatico – Mu@k per il calcolo dei contributi nel rispetto delle recenti sentenze del Tribunale federale in materia diritto al mantenimento
Il programma informatico Mu©k sviluppato da AGNA con la collaborazione della facoltà di scienze informatiche dell’USI serve quale nuovo strumento per il calcolo dei contributi alimentari dei figli conformemente alle nuove disposizioni federali entrate in vigore il 1° gennaio 2017.
Il 15 ottobre 2018 il Parlamento, in occasione della trattazione della mozione 839 “Contributi alimentari per i figli” su proposta della Commissione legislazione ha deciso di chiedere al Consiglio di Stato di:
creare un gruppo di lavoro, composto da Giudici di prima e seconda istanza, Presidenti delle Autorità
regionali di protezione, avvocati, rappresentanti dei genitori non affidatari, dei genitori affidatari e dei
bambini (Kinderschutz, ASPI, Kinderanwaltschaft) e la Divisione dell’azione sociale e delle famiglie che,
– affronti e approfondisca seriamente gli attuali criteri di calcolo dei contributi alimentari dei figli;
-consideri l’opportunità di utilizzare il programma informatico Mu©k quale nuova base per il calcolo
dei contributi alimentari dei figli;
– allestisca un rapporto con le conclusioni del proprio lavoro e lo sottoponga al Gran Consiglio.
Anche in questo caso, sono passati quasi 3 anni ma del gruppo di lavoro richiesto, non se ne vede manco l’ombra.
Poiché il calcolo dei contributi alimentari è uno degli aspetti che richiede molta attenzione nelle pratiche di separazione o divorzio, e le tabelle attualmente a disposizione al momento non risolvono più le aspettative attuali dell’utenza, riteniamo che valutare soluzione nuove sia un dovere urgente da parte delle autorità.
Non condividiamo quindi quanto il Consiglio di Stato ci ha scritto il 27 febbraio scorso rispondendo a una nostra petizione del febbraio 2019 e meglio:
…… le tempistiche dilatate circa l’istituzione del suddetto Gruppo di lavoro derivano dalla priorità conferita dal Governo all’importante riforma delle Autorità di protezione, che ha coinvolto diversi attori a livello dell’Amministrazione cantonale, il cui Messaggio di riorganizzazione a breve verrà posto in consultazione anche esternamente presso le cerchie interessate.
………. A tal proposito, parallelamente agli sviluppi della riforma delle Autorità di protezione il Consiglio di Stato conferma l’intenzione di dar seguito alle indicazioni del Gran Consiglio, integrando — nelle modalità che verranno definite — anche il tema legato ai contributi alimentari dei figli negli approfondimenti che saranno svolti per quanto attiene alla riorganizzazione del settore.
I criteri per il calcolo degli alimenti è un rompicapo quotidiano per le Preture e le ARP attuali.
Per valutare modalità innovative non servono modifiche legislative, serve buona volontà.
È a questa buona volontà che facciamo appello affinché il Consiglio di Stato proceda celermente alla costituzione del gruppo di lavoro.
Un ulteriore motivo per introdurre rapidamente Mu@k è perché è in linea con le recenti decisioni del Tribunale Federale che chiariscono importanti questioni sul diritto al contributo di mantenimento e cambiano in parte la prassi precedente.
-Introduzione nelle attuali ARP di procedure e processi di lavoro ispirato al modello “Cochem” nel rispetto delle recenti sentenze del Tribunale federale che stabiliscono l’affido condiviso come regola di base
Nel luglio 2016 (…) con una petizione presentata assieme alla Associazione Ticinese famiglie Monoparentali e Ricostituite (ATFMR) riferendoci ai lavori commissionali relativi al Messaggio 7026 scrivevamo:
In linea di massima le nostre associazioni vedono di buon occhio la piega che i lavori commissionali stanno prendendo, preoccupa invece il fatto che ci si sta sempre, e solo, occupando degli aspetti organizzativi. Tutto tace invece per l’aspetto modalità e qualità di lavoro, sia per la futura organizzazione che per quella attuale, che rischia di rimanere in carica ancora parecchi anni.
E per ovviare a questa lacuna, la petizione proponeva, ispirandosi al modello Cochem :
Un modello di lavoro per la gestione delle pratiche di separazione o divorzio, in particolare quando vi sono coinvolti figli minorenni, condiviso dai servizi giudiziari (Preture), amministrativi (ARP) e servizi sociali (UFAM).
Un modello ritenuto win win per tutti anche dal Parlamento Europeo che nell’autunno 2015 ha approvato una risoluzione che oltre a promuovere la pari responsabilità genitoriale e l’affido condiviso invita tutti i paesi aderenti, alla introduzione di un modello di lavoro più consono alle aspettative della popolazione. E quale esempio suggerisce appunto il “Modello Cochem”
Benché nell’elenco delle criticità si riconosce che:
-procedure e processi interni eterogenei tra le sedici Autorità regionali di protezione, concorrono a rendere negativa l’immagine dell’autorità verso l’esterno, creando incertezze nei confronti dei fruitori delle prestazioni e degli addetti ai lavori,
in tutto il documento non c’è traccia di come si intenda porvi rimedio, sia per il presente che per il futuro, che rischia di essere ancoro parecchio lontano.
Il Consiglio di Stato nella risposta alla petizione del 2016 che AGNA ha ricevuto il 27 febbraio scorso afferma:
Il nuovo indirizzo organizzativo, tramite la “giudiziarizzazione” del sistema con conseguente “cantonalizzazione” delle competenze, instaurerà delle importanti sinergie a livello del settore del diritto di famiglia tra le Preture e le nuove Preture di protezione…………..A tal proposito, è previsto un
apposito nuovo articolo di legge all’interno della Legge sull’organizzazione giudiziaria che esplicita l’importanza della conciliazione e della mediazione, campi nei quali rientrano pure il modello Cochem (metodo del consenso) da voi postulato e altre metodologie similari.
Per la verità, un indirizzo organizzativo non è ancora un modello di lavoro condiviso, e l’apposito articolo citato, l’art 38 (nuovo) della Legge sull’organizzazione giudiziaria del 10 maggio 2006 (LOG) al cpv 4 si limita a dire : Le preture di famiglia, laddove possibile, favoriscono la conciliazione e la mediazione, nemmeno.
Come scriviamo in apertura, i cittadini si rivolgono all’Autorità di protezione per ricevere assistenza, non per aver commesso infrazioni e meritano una istituzione efficiente ed efficace. Adesso, non a fine 2024…!
Per introdurre procedure e processi di lavoro condivisi, in particolare nelle ARP non occorrono modifiche di legge, occorre solo la buona volontà, un modello e un coordinamento per la formazione.
Il modello c’è (è applicato ad esempio a Basilea Città), il coordinamento della formazione potrebbe essere assunto dalla Divisione Giustizia o dall’Autorità di Vigilanza.
In poche settimane sarebbe cosa fatta, a beneficio dei “fruitori di prestazioni” cioè noi cittadini.
Ulteriore motivo per introdurre procedure e processi condivisi, sono senz’altro le recenti sentenze del Tribunale Federale che stabiliscono che l’attribuzione dell’affido condiviso tra genitori separati o divorziati debba essere il criterio di partenza.
Un chiarimento importante che sconvolge totalmente la prassi in vigore attualmente che favorisce l’affido esclusivo, in genere alla madre.
-Introduzione nelle attuali ARP, al momento della sostituzione di Presidenti o Membri permanenti, della regola di designare persone sempre rappresentative dei due sessi (uomo e donna)
Nella nostra esperienza di 15 anni di lavoro nell’ambito della consulenza a genitori/genitrici non affidatari e sempre più spesso oggi anche a genitori/genitrici affidatari ci rendiamo conto che in situazioni simili per valenza giuridica/sociale le decisioni variano se intimate da un Presidente o da una Presidente.
Emanate sotto il “cappello” ARP parimenti risulta quindi abbastanza facile sapere se il connubio fra il ruolo di Presidente e di Membro permanente risulti di due persone dello stesso o di ugual sesso.
È quindi importante sottolineare la necessità di questa duplicità di presenza e di giudizio dell’uno/a e dell’altra/o.
-Introduzione della stessa modalità nell’assegnazione di mandati per: ascolto minori – valutazione capacità genitoriali, perizie psichiatriche
Non solo la nostra esperienza ma i dati ufficiali dimostrano che in Ticino, per evidenti motivi di assoluta maggioranza di psicologhe (467) rispetto a psicologi (152) quando le ARP devono ordinare un ascolto di un minore o una valutazione sulle capacità genitoriali, si riferiscono ad una specialista piuttosto che a uno specialista del settore.
Come per quanto dichiarato nel punto precedente anche in questo caso, si può notare, a similitudine di situazioni, che un giudizio da parte di una professionista del settore non sempre appare equivalente a quello di un professionista.
Lungi da noi l’affermazione sulle capacità individuali dell’una o dell’altro professionista in questione, ma la nostra lunga esperienza dimostra come il valutatore, nell’approccio globale abbia una diversa percezione del genitore di sesso femminile, se di sesso femminile rispetto a un genitore di sesso maschile se di sesso maschile e viceversa.
È quindi nostra proposta che, proprio per evitare queste differenze pur sottili ma a volte sostanziali, per la decisione da parte dell’ARP sulle conseguenze che il mandato pone, il risultato e le raccomandazioni della valutazione siano sempre dati in un documento redatto in contemporanea da due specialisti di sesso diverso.
Nelle letture di valutazioni peritali nella nostra vicina Penisola (CTU) questa doppia partecipazione è di fatto una costante tenendo spesso in considerazione che anche nel caso di perizie implicanti la presenza di medici in psichiatria, questa duplicità viene regolarmente tenuta in considerazione risultando poi sottoscritta da ambedue gli specialisti.
A disposizione per chiarimenti, ringraziamo per l’attenzione e porgiamo cordiali saluti
Per il comitato di AGNA
Il presidente
Vanetti Pietro
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