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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Eh sì, anche oggi il solo spende! Molti di voi mi fanno notare che ogni domenica per me il sole splende… e forse è un pochino vero, mi piace pensare che il sole splenda sempre, su di noi e sull’economia.
Oggi 19 febbraio è l’occasione per fare gli auguri al nostro amato Cantone Ticino che nel 1803 grazie all’Atto di Mediazione voluto da Napoleone diventava un cantone libero e autonomo. E da allora di strada ne abbiamo fatta, se pensiamo che non c’erano nemmeno gli spazi in cui ospitare il governo e il parlamento. Ma soprattutto, mai abbiamo indietreggiato di un millimetro sulla nostra libertà e autonomia. E così ci auguriamo che sarà così per i prossimi mille anni.
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia, inizia con uno sguardo alla situazione internazionale. Quanto si sta vivendo sul fronte dei prezzi non ci consente ancora di dire che l’emergenza inflazione sia passata, anche se è innegabile che la sua corsa stia quanto meno rallentando. Sicuramente i prezzi energetici, e tra questi quello del gas e quello del petrolio, stanno rallentando se non addirittura diminuendo. Sappiamo che il loro prezzo è anche legato all’avvicinarci della stagione calda (almeno per quanto ci riguarda). Purtroppo questo non basta alle banche centrali per dichiarare un allentamento delle politiche monetarie restrittive, che per farla semplice, ai nostri occhi si tramutano in un aumento dei tassi di interesse. Anzi, al contrario sembra che proprio ora ricominci la guerra tra falchi e colombe. Che cosa c’entrano i volatili? Il nome di falchi e quello di colombe viene dato ai consulenti e ai politici responsabili di prendere le decisioni nell’ambito della strategia delle banche centrali. I falchi di solito spingono e votano per una politica monetaria più restrittiva, che quindi aumenta i tassi di interesse anche se questo può andare a scapito della crescita economica. Le colombe al contrario sostengono un approccio più moderato che tende a mantenere bassi tassi di interesse e a utilizzare principalmente la leva fiscale. Finora le due specie di volatili non si sono scontrate perché l’emergenza inflazione a due cifre non consentiva grandi riflessioni filosofiche. Ora che fortunatamente il pericolo maggiore sembra scampato, la natura di scienza sociale dell’economia torna a giocare il suo ruolo e a infondere dubbi: meglio una politica ancora rigida e quindi un aumento di almeno mezzo punto del tasso di interesse oppure meglio non favorire la corsa della recessione e rallentare il costo del denaro?
La discussione andrà avanti nelle prossime settimane. Certo è che le dichiarazioni discordanti sugli intenti delle banche centrali non aiutano la stabilità economica e neppure l’andamento dei mercati, né in Europa, ma neppure negli Stati Uniti. Le pressioni all’interno della Banca Centrale Europea (BCE) sono simili a quelle che si stanno verificando nei confronti della Federal Reserve americana (FED). Tutto questo mentre l’economia reale sembra, nonostante tutto, riuscire a tenere un passo positivo. Le previsioni economiche appena pubblicate dalla Commissione europea per l’anno 2023 fanno ben sperare. Non è passato molto tempo da quando anche in Europa, a seguito del protrarsi della guerra in Ucraina e dell’inflazione, si parlava di recessione. Questo rischio sembra scongiurato. Ora si stima un tasso di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2023 nell’Unione Europea dello 0.8%, con dati che variano dallo 0.2% della Germania al 4.9% dell’Irlanda. I primi due trimestri del 2022, lo ricordiamo, avevano mostrato tassi di crescita positivi che purtroppo si erano ridotti nel terzo e quarto trimestre, a causa principalmente dell’inflazione e della guerra in Ucraina. Si stima ad ogni modo che il PIL dell’Unione Europea dovrebbe aver chiuso il 2022 con un +3.5%. La risposta alla crisi energetica, soprattutto con la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la riduzione dei consumi, ha consentito e dovrebbe consentire di evitare anche per il prossimo trimestre la recessione. La stessa cosa si verifica in Italia che dopo aver segnato una crescita del PIL di ben 3.9%, quest’anno dovrebbe aumentare dello 0.8%.
E di crescita, ma questa volta del salario minimo, si parla anche in Brasile dove il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato un suo aumento. A partire dal 1 maggio il salario minimo sarà di 1.320 reais (circa 236 franchi) al posto degli attuali 1.302 reais (circa 233 franchi). Il nuovo salario minimo sarà collegato con la crescita del PIL e terrà conto dell’inflazione. Oltre a queste misure nel suo nuovo mandato il presidente sembra non voler ripercorrere la strada precedente di responsabilità fiscale e riordino delle finanze pubbliche. Se nulla vieta di intraprendere nuovi programmi di sostegno sociale, anzi gli stessi sarebbero ben auspicati, bisognerà comunque fare attenzione a non cedere al canto delle sirene dell’eccesso di spesa pubblica. La situazione economica brasiliana è molto precaria: l’inflazione potrebbe riprendere la sua sfrenata corsa e portare milioni di persone a livelli ancora più gravi di povertà. L’euforia elettorale non deve perdere di vista l’equità, l’efficacia e l’efficienza delle misure che si mettono in atto. La povertà si combatte solo se le risorse arrivano nelle mani dei poveri e se queste risorse non sono state consumate dal carovita. La gestione rigorosa e attenta della spesa pubblica, che poco piace alla classe politica, è l’unica garanzia di riforme e scelte economiche durature che consentono lo sviluppo e la crescita nel tempo per tutti, soprattutto per le persone più bisognose.
E di crescita, ma dell’economia ticinese abbiamo parlato nel nostro articolo settimanale. “Le previsioni per il Ticino” formulate dall’ufficio cantonale di statistica, che ringraziamo per il suo sempre eccellente lavoro, mostrano una situazione abbastanza stabile. Analizzando il settore industriale, quello del commercio al dettaglio, le costruzioni e il settore bancario emergono dinamiche differenti, ma che fanno, se non ben sperare, almeno non disperare.
Trovate qui gli articoli della settimana
Le previsioni per il Ticino
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
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Tesoro mi si sono allargati i ragazzi”. La Coca Cola cresce e torna al mezzo litro
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,ate
Amalia Mirante
L’economia con Amalia by Amalia1978