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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Anche se con qualche ora di ritardo…ma si sa, la vita vera non sempre è prevedibile come vorremmo…eccoci qui! Il primo fine settimana di autunno non ha mancato di ricordarci che l’estate è finita. I funghi e la selvaggina iniziano a riempire le nostre tavole, ma anche la tradizione delle sagre legate alla vendemmia ci riempie di gioia gli occhi e anche il palato. Così nei giorni scorsi Mendrisio (a dire il vero la festa continua anche oggi mentre vi stiamo scrivendo…) ha riempito le sue strade con la Sagra del Borgo. Le vie del centro storico sono state il palcoscenico per presentare le realtà enogastronomiche e artigianali locali: migliaia di persone non hanno mancato l’appuntamento per assaporare le prelibatezze di questa meravigliosa regione del Cantone.
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale comincia con un uno sguardo dell’Economia con Amalia alla situazione internazionale e in particolare alle notizie degli aumenti dei tassi di interesse di riferimento fatti dalle Banche Centrali. Ricordiamo che i dati sull’inflazione (aumento generalizzato dei prezzi) che per mesi sono stati definiti come transitori e temporanei, sono purtroppo diventati la problematica più rilevante per tutti i governi e tutte le autorità monetarie dei paesi avanzati. La teoria economica è chiara: quando si è in presenza di inflazione è necessario attuare una politica monetaria restrittiva che aumenta il costo del denaro per persone e imprese, così da limitare la loro domanda e attenuare l’incremento dei prezzi. Noi siamo stati tra i primi a mettere in guardia dall’arrivo di questo fenomeno, individuando non solo nella forte domanda la problematica da risolvere, ma evidenziando anche i problemi legati all’offerta e alle catene di approvvigionamento post-pandemia di prodotti e materie prime. La maledetta guerra non ha di certo aiutato sul fronte delle fonti energetiche, anzi. Detto questo, pur ritenendo che l’azione di politica pubblica non possa limitarsi all’aumento dei tassi di interesse, non si può non ritenere sagge le misure decise questa settimana dalla Banche Centrali dei paesi avanzati. La FED (banca centrale degli Stati Uniti) ha aumentato i tassi di interesse di 0.75 punti percentuali portandoli al 3.25%, la BoE (banca centrale di Inghilterra) di 0.5 punti portandoli al 2.25% e la Banca Nazionale Svizzera di 0.75 punti per arrivare a un tasso positivo dello 0.5%. Sottolineiamo positivo perché la Svizzera da diversi anni aveva introdotto tassi di riferimento negativi per cercare di contrastare la forza del franco svizzero.
E chi non ha problemi di moneta forte in questo momento è sicuramente la Gran Bretagna. La sterlina ha toccato il minimo storico dal 1985 rispetto al dollaro: il cambio venerdì è arrivato a 1.14 dollari (qualche mese fa registrava un livello record di 1.4). Segnaliamo che la debolezza della moneta britannica è in linea con quella europea. Entrambe pagano l’incertezza e i forti aumenti dei prezzi causati dalla crisi energetica. Non per niente il nuovo governo guidato da Liz Truss ha deciso di varare un piano di tagli fiscali come non si vedeva dagli anni Settanta. Le misure comprendono l’abolizione dell’ aliquota fiscale più alta che era del 45% per i redditi superiori alle 150 mila sterline all’anno (circa 160 mila franchi), la riduzione di quella minima dal 20% al 19%, la cancellazione per le società dell’aumento previsto delle imposte dal 19% al 25% come pure quello già deciso per i contributi previdenziali per datori di lavoro e lavoratori (politica fiscale espansiva). In aggiunta, per dare un segnale della rinascita della piazza finanziaria londinese è stato abolito il tetto ai bonus dei banchieri imposto a suo tempo dall’Unione Europea. Queste misure aggiunte a quelle discusse nelle settimane scorse di sostegno diretto ai cittadini e alle imprese con sussidi e contributi vorrebbero contrastare la recessione che bussa insistente alle porte dell’intera Europa.
Europa che sembra sempre più confrontata con il rischio crescente di delocalizzazione a causa dei crescenti costi energetici e dei rischi di penuria dei prossimi mesi e forse anni. Per esempio Volkswagen, la più grande casa automobilistica europea, ha annunciato qualche giorno fa che potrebbe vedersi costretta a spostare la sua produzione dagli stabilimenti di Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia in nazioni con accesso al mare e quindi maggiori disponibilità di forniture di gas naturale liquefatto. In questo senso, Volkswagen che ha già industrie in Belgio, Spagna e Portogallo potrebbe decidere di concentrare le sue attività in questi Paesi. Oltre alla disponibilità maggiore di fornitura delle materie energetiche, per quanto riguarda i due paesi iberici si segnala un altro punto a loro favore: l’introduzione già da giugno di quest’anno del tetto massimo al prezzo del gas (il famoso price cap di cui discute da mesi l’Unione Europea). Innegabile che la questione energetica richiederà nei prossimi mesi e anni nuoce soluzioni produttive.
E proprio la questione energetica, con i ritardi di approvvigionamento e lo spettro di possibili chiusure e confinamenti a causa della pandemia, sono state oggetto del nostro articolo settimanale “Previsioni economiche per la Svizzera: bene, ma non benissimo”. In questo articolo commentiamo gli ultimi dati relativi alla crescita prevista per il prossimo anno in Svizzera e i mille dubbi che l’accompagnano.
Trovate qui gli articoli della settimana:
Previsioni economiche per la Svizzera: bene, ma non benissimo
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Il Prodotto Interno Lordo è cresciuto, anche se la SECO ha sbagliato
Al via i campionati di… professioni!
Lavoro in Ticino: i dati di cui non si parla
Gli Stati Uniti sono in recessione. Senza se e senza ma
Commercio estero: bene, ma non benissimo
L’inflazione rallenta: tutto passato? Non ancora
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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Previsioni economiche per la Svizzera: bene, ma non benissimo
Il Prodotto Interno Lordo è cresciuto, anche se la SECO ha sbagliato
Al via i campionati di … professioni!
Lavoro in Ticino: i dati di cui non si parla
Gli Stati Uniti sono in recessione. Senza se e senza ma
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante