Prima di tutto mi scuso con tutti voi che mi avete scritto e ancora non avete ricevuto una risposta: scusatemi, ma è un periodo un po’ frenetico. Rimedierò appena possibile!
Anche se il sole sembra indeciso quest’oggi, niente dovrebbe impedirci di passare una parte della giornata all’aria aperta. E molti di voi si staranno preparando per degustare gli ottimi prodotti ticinesi che sono i protagonisti della Rassegna “Sapori e Saperi” a Bellinzona.
E di “saperi” mi sono occupata questa settimana quando ho avuto l’onore in veste di vice-presidente della Scuola Universitaria Federale per la Formazione Professionale di partecipare alla consegna dei diplomi ai nuovi e alle nuove docenti di questo settore. È stata per me l’occasione di ricordare l’importanza fondamentale e la valorizzazione che dobbiamo ai ragazzi e alle ragazze che iniziano questo percorso. Un grazie a questi docenti che sicuramente sapranno farlo. Qui il mio discorso.
Sintesi della settimana ed evoluzione
Apriamo la nostra sintesi settimanale dando un’occhiata ai dati economici internazionali. Il Prodotto interno lordo (PIL) cinese da giugno a settembre di quest’anno è cresciuto solo del 4.9%. In apparenza questo dato è molto più alto di quello solito delle economie avanzate che si aggira all’1.5-2% in condizioni normali. In realtà, nello stesso periodo dell’anno scorso il tasso di crescita era del 7.9%. Questa situazione è il risultato di diversi fattori tra cui il calo della produzione industriale, delle vendite al dettaglio e delle costruzioni. Da una parte i risultati negativi dipendono da fattori difficilmente controllabili come la scarsità delle materie prime o, anche quando ci sono, la mancanza di energia che obbliga a fermare le industrie. Dall’altra parte, come abbiamo discusso qualche settimana fa in questo spazio, il governo cinese ha introdotto delle limitazioni al credito per le costruzioni. Il caso Evergrande (colosso immobiliare a cui sono legate centinaia di aziende) evidenziato i pericoli di un sistema troppo speculativo che arrischiava di causare danni all’intera economia del Paese. Ma come sappiamo, la globalizzazione e la forte dipendenza delle economie europee dalla produzione cinese non ci consente di dormire sonni troppo tranquilli. E così leggiamo che anche il Fondo Monetario internazionale ha ridotto le previsioni di crescita dei cosiddetti paesi ricchi, in particolare di Stati Uniti, Giappone e Germania. I dati per la Svizzera, al contrario, mostrano una previsione di crescita del PIL per quest’anno al 3.7%.
E della possibilità di fare previsioni migliori grazie alla raccolta di dati in tempo reale e alla loro analisi immediata ha scritto l’Economist, settimanale inglese di informazione economica. Dall’articolo emerge come grazie alla pandemia ci sia stata un’accelerazione nel tracciamento dei dati. Dai pagamenti digitali, al tracciamento delle spedizioni dei nostri pacchi, dalla riservazione dei biglietti nei musei alle compere on-line, tutto è oggi tracciabile in tempo reale. Così anche lo studio dell’economia pare essersi adeguato e anziché dedicarsi alla comprensione dei fenomeni e delle teorie, la maggior parte degli istituti di ricerca si sta perfezionando nella raccolta e analisi di banche dati. Come spesso accade, le aziende private lo hanno capito prima: Amazon, Google, Facebook e tante altre basano una parte del loro successo proprio sulla capacità di rilevare prima dei concorrenti le preferenze dei consumatori. E le nazioni si adeguano: l’Irlanda per esempio, dopo aver fatto della concorrenza fiscale un punto di forza per attrarre queste multinazionali, si sta ora specializzando nella costruzione di infrastrutture che fungono da centri di elaborazione dati. Pur riconoscendo l’importanza di quantificare i fenomeni in tempo reale, non dobbiamo però commettere gli errori che sono stati fatti in passato quando sull’onda del perfezionamento dei modelli matematici e degli strumenti econometrici abbiamo dimenticato che l’economia è e rimane una disciplina. Questo significa che le sue “regole” di funzionamento m sono ben lontane dall’essere scoperte una volta per tutte e codificate in un algoritmo. Anzi, al contrario, anche quando ci pare di aver trovato una certa regolarità nei fenomeni, per loro natura rimangono regole e non leggi scientifiche.
Leggi scientifiche che tanto ci piacerebbe avere per affrontare la sfida demografica nel Cantone Ticino di cui si è parlato questo fine settimana nel convegno di Coscienza Svizzera. Il problema è complesso e non si possono trovare soluzioni semplici. Detto questo, non si può nemmeno nascondersi dietro alla complessità per continuare a non affrontare il tema. Il Cantone non solo invecchia, ma si spopola pure. Non solo non nascono bambini, ma pure i giovani se ne vanno. Insomma, tanti sono i temi da affrontare. Si è parlato delle sfide legate all’immigrazione, all’invecchiamento della popolazione, alla necessità di migliorare la conciliabilità tra famiglia e lavoro. Personalmente ho parlato del mercato del lavoro e del frontalierato, temi questi che devono essere affrontati anche con uno sguardo storico. Il mondo produttivo e i conseguenti posti di lavoro in Svizzera e in Ticino sono cambiati radicalmente negli ultimi 60 anni. Per esempio il settore manifatturiero ha perso molto d’importanza rispetto alle attività legate ai servizi alle imprese e a quelle del settore sanitario. Oltre a ciò, dobbiamo anche valutare le differenze tra i Cantoni. Per esempio Zurigo, che è la locomotiva svizzera produce ben il 22% dell’intera produzione nazionale (Prodotto interno lordo): 153 miliardi di franchi su 720. Il Ticino contribuisce con soli 30 miliardi (il 4% del PIL, in linea con la quota della sua popolazione). Tra i due c’è un’altra differenza: Zurigo genera una fetta rilevante dei suoi prodotti dal settore finanziario e da quello assicurativo, mentre il comparto industriale ne occupa una piccola parte. Esattamente il contrario di quanto succede in Ticino. Questa è una delle cause principali delle differenze salariali. Attenzione non deve diventare una scusante, ma se la struttura economica del Cantone si basa su settori con produttività bassa non possiamo che essere destinati a pagare salari bassi. Non contenti di questo però nel nostro Cantone, anche nei settori con produttività maggiore, il peso della concorrenza di persone qualificate e competenti, ma disposte a essere pagate molto meno, genera un effetto di riduzione dei salari pure negli altri campi di attività. Insomma, i salari sono più bassi e paiono destinati ad abbassarsi ancora. Su questa premessa non possiamo costruire un tessuto produttivo che dia spazio ai nostri e alle nostre giovani che oggi sono sempre più formati e qualificati. I nostri giovani hanno il diritto di trovare un posto di lavoro dove sono nati e dove hanno vissuto e studiato; questo guadagnando un salario giusto. Come detto il tema è complesso, ma se quanto meno cominciassimo a partire da questo obiettivo forse potremmo trovare soluzioni concrete ai problemi, anziché nasconderci dietro slogan sull’innovazione.
Di innovazione, ma reale e legata al mondo del lavoro abbiamo parlato nel nostro articolo settimanale. La formazione professionale nella rivoluzione industriale 4.0 è fondamentale per affrontare la digitalizzazione e l’automazione del lavoro. Dobbiamo essere felici che le macchine e i computer facciano i lavori più difficili e logoranti al nostro posto. Ma dobbiamo nello stesso tempo anticipare questi cambiamenti. Ciò significa aiutare le aziende valorizzando le competenze dei propri collaboratori e sostenendone la qualifica verso nuove funzioni che sfruttino la tecnologia.
Tecnologia, che non ci crederete, ha consentito al cioccolato di diventare quella leccornia che ci allieta le giornate. In “Che buono il cioccolato! Ancora più dolce se è sostenibile…” scopriamo che il “Cibo degli Dei” ha origini lontanissime, ma che deve la sua natura odierna all’ingegno di molti cioccolatai-inventori svizzeri. Dal signor Cailler a Suchard, passando per i signori Tobler e Lindt, l’evoluzione è avvenuta grazie a un contesto produttivo stimolante che ha consentito la nascita di innovazioni rapide e vicine nel tempo. Un po’ come quando andate a cercare funghi: per l’intera mattinata non ne trovate nemmeno uno e poi scovato il primo, ne vedete subito un altro e un terzo ancora. Schumpeter, economista austriaco morto nel 1950, parlava di invenzioni a grappoli. Così, grazie al progresso tecnologico, tavolette, creme spalmabili, cioccolato al latte, sono diventati un fiore all’occhiello dell’economia svizzera. Non a caso siamo i primi consumatori al mondo (ben 10 chili a testa). E anche in questo caso, il consumo diventa ancora più dolce se si fa nel rispetto dei lavoratori, dei bambini e dell’ambiente.
Trovate qui gli articoli della settimana:
La formazione professionale nella rivoluzione industriale 4.0
Che buono il cioccolato! Ancora più dolce se è sostenibile…
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Novanta franchi per un pieno? L’inflazione è arrivata
Il vaso di Pandora (papers) è stato aperto: non chiudiamo gli occhi!
L’illusione del sostegno duraturo
Caffè e vaccini: a cosa servono i brevetti?
120 secondi
Non avete voglia di leggermi? Nessun problema: potete guardarmi e ascoltarmi. Trovate i mini video di spiegazione qui e su Instagram (qui).
TikTok
E che dire delle pillole di economia di un minuto su Tiktok? A voi il giudizio! Trovate “L’economia con Amalia” (Amalia Mirante555) qui: https://vm.tiktok.com/ZMdg6eHsb/
L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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La formazione professionale nella rivoluzione industriale 4.0
Che buono il cioccolato! Ancora più dolce se è sostenibile…
Novanta franchi per un pieno? L’inflazione è arrivata
Il vaso di Pandora (papers) è stato aperto: non chiudiamo gli occhi!
L’illusione del sostegno duraturo
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante
L’economia con Amalia by Amalia1978