Il Partito Comunista ha più volte ribadito con prese di posizione sulla stampa e nel dibattito parlamentare come la gestione della seconda ondata pandemica sia stata particolarmente improntata al «meno stato». Non è con i se e con i ma che potremmo riportare in vita le 806 persone morte per coronavirus (datato al 5 gennaio 2021), però a posteriori possiamo cominciare un’ampia riflessione che dovrà servire a contenere i danni in futuro.
All’art. 22 della legge cantonale sulla protezione della popolazione è data facoltà in caso di stato di necessità all’autorità pubblica di: “requisire i mezzi ed i beni necessari; valgono per analogia le norme del diritto federale sulla requisizione”. Inoltre l’art. 58 della legge federale sulla protezione della popolazione e della protezione civile assegna il diritto di requisizione all’esercizio e alla PCi: “in caso di eventi maggiori, catastrofi, situazioni d’emergenza e conflitti armati la protezione civile ha il diritto di requisire alle stesse condizioni dell’esercito”. Il Canton Neuchâtel si è dotato in ottobre di un ulteriore testo legislativo che permette la requisizione delle risorse necessarie presso il settore sanitario privato per far fronte alla pandemia da COVID-19 (Décret concernant l’organisation des soins pendant l’épidémie de COVID-19).
Nell’aprile 2020 avevamo già segnalato tramite un’interpellanza le affermazioni a dir poco fuori luogo della direttrice della clinica Santa Chiara Soldati. A suo dire la mancanza di pazienti covid si traduceva in una perdita economica per la sua struttura. Puntualmente la rettifica di una gestione problematica è arrivata a dicembre 2020 con l’esplosione dei contagi tra il personale curante.
Non di meno la clinica Moncucco che nelle prime settimane in cui la curva pandemica ha ricominciato a crescere si è trovata in totale affanno in termini di gestione del personale medico e infermieristico, di spazi e di attrezzature. A metterci una pezza è dovuto intervenire il tycoon Mantegazza con la donazione di un milione di franchi. Di questo generoso gesto i dipendenti hanno però visto solo …una borraccia in premio, una ricompensa beffarda per il livello di stress subito in questi mesi da medici, infermieri e personale sanitario.
Alla luce di queste falle venutesi a creare presso le strutture sanitarie private nella gestione dell’urgenza da covid-19, la rivendicazione di far capo al diritto di requisizione da parte dell’ente pubblico non è peregrina.
In conclusione si chiede al Consiglio di Stato una complessiva valutazione a futura memoria sulla base delle seguenti domande:
1. Alla luce della già menzionate dichiarazioni pubbliche della direttrice della clinica Santa Chiara in cui la salute pubblica era posta ad uno scalino inferiore rispetto ai profitti, il Consiglio di Stato ritiene ancora che questa struttura sia nelle condizioni di esperire a pieno il compito pubblico affidatole nel contesto della pandemia?
2. Sebbene la gestione di una crisi pandemica sia una sfida di enorme portata anche per il settore pubblico, non ritiene il Consiglio di Stato che facendo capo alla requisizione di personale e materiale sanitario dalle strutture private, l’EOC avrebbe potuto coordinare in maniera più uniforme le risorse disponibili, senza disparità tra il personale curante, meglio ripartito su tutti i punti critici del sistema attenuando così le situazioni di stress vissute alle cliniche Santa Chiara e Moncucco sfociate poi in maldestri epiloghi?
3. Corrisponde al vero che dopo l’esplosione di contagi alla clinica Santa Chiara, parte del personale contagiato era comunque attivo su indicazione della direzione?
4. Si ritiene che il livello delle cure dei pazienti covid della Santa Chiara e della Moncucco sia sempre stato equivalente a quello dell’EOC?
5. Perché non si è applicato il diritto di requisizione nei confronti della Santa Chiara e della Moncucco all’inizio della prima e della seconda ondata?
6. In quali casi sono date le condizioni, che lo stato di necessità sia vigente e non, per applicare il diritto di requisizione?
Per il Partito Comunista,
Lea Ferrari
Massimiliano Ay