L’Unione Contadini Ticinesi (UCT) ha preso atto con rammarico e scetticismo del comunicato stampa del 5.6.2018 in cui le FFS informano di aver scelto il Comune di Arbedo-Castione per l’edificazione del nuovo stabilimento industriale FFS in Ticino, che dal 2026 andrà a sostituire le attuali Officine di Bellinzona.
Dai dati in nostro possesso, la zona di progettazione interesserà ca. 150’000 m2 per impianti ferroviari a nord di Arbedo-Castione, la maggior parte di questi ubicati in zona agricola, più precisamente in superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC). Queste rappresentano un terreno agricolo di alta qualità, essendo le più pregiate e fertili. Al fine di tutelarle per l’approvvigionamento della popolazione, le zone SAC sono protette da disposizioni speciali in base alla legge sulla pianificazione del territorio.
In qualità di associazione di categoria del primario ticinese, ci opponiamo con fermezza ad un utilizzo improprio, non agricolo, di tali superfici, come per il progetto in oggetto.
Il 24 settembre 2017, la popolazione svizzera con il 78,7% di favorevoli aveva adottato l’articolo costituzionale 104 sulla sicurezza alimentare, che fissa i principi in base ai quali si deve garantire la sicurezza alimentare del Paese a lungo termine. I ticinesi con ben l’88% dei voti a favore si erano espressi chiaramente per inserire questo fondamentale articolo nella nostra Costituzione. In particolare, il popolo aveva deciso di includere i capoversi (a) “Preservare le basi della produzione agricola, in particolare le terre coltive” e (b) “Una produzione di derrate alimentari adeguata alle condizioni locali ed efficiente sotto il profilo dello sfruttamento delle risorse”, dei chiari segnali che vanno nettamente in contrapposizione con il presente progetto delle FFS.
Altresì estremamente rilevante in questo contesto è l’iniziativa popolare legislativa cantonale “Spazi verdi per i nostri figli”, di cui l’UCT è co-promotore, ora finalmente sul tavolo delle Commissioni parlamentari. La raccolta delle firme era pienamente riuscita; in effetti erano state ben 14’064 e gli atti dell’iniziativa trasmessi al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio con relativa pubblicazione il 9.1.2015.
Anche in questo frangente le FFS stanno ignorando la volontà delle persone che hanno apposto le loro firme per modificare l’Art. 95 sulla Legge sullo sviluppo territoriale e che sono a favore di una gestione più sostenibile e consapevole del territorio cantonale per tutelare gli spazi verdi di pianura essenziali per le generazioni future.
In aggiunta a ciò, anche gli abitanti della regione hanno contestato a più riprese il comparto in questione, ritenendo che una zona industriale così estesa non sia necessaria e che diminuisca di molto la loro qualità di vita.
L’UCT è oltretutto convinta della bontà di altre località, non situate in zona agricola, per insediare un tale stabilimento, che riteniamo essere molto importante per il nostro Cantone e la regione. Appoggiamo tutte le soluzioni alternative, che non vanno ad intaccare zone agricole, come per esempio quella proposta da diversi Municipi delle Tre Valli, che ritengono l’ex area della Monteforno perfettamente idonea per sviluppare un parco tecnologico innovativo e di successo a favore di tutta la popolazione.
Sem Genini, Segretario agricolo cantonale