Questa votazione e il suo risultato è l’ennesima dimostrazione di come la politica, di destra, di centro e di sinistra non capisce più il popolo e con soliti proclami di terrorismo mediatico ottiene un unico risultato: lo scollamento della gente verso la politica. Peccato che si decidano riforme di legge importantissime, noi non entriamo nel merito del tema, con solo un 32% di popolazione che vota… Poi il risultato pende a favore del si per soli 129 voti! Significa che il 32% del Ticino si è spaccato in due, CeneriGraben. Il grave è che i politici continuano imperterriti nella loro dialettica dogmatica ed incomprensibile, favorendo chi una lobbie e chi un’altra, letteralmente impippandosi della gente comune che fa fatica ad arrivare a fine mese. Votazioni come queste dovrebbero essere invalidate perché stravolgono, probabilmente, un esito che potrebbe essere stato diverso se tutti avessero esercitato il diritto-dovere di recarsi a votare. Votiamo in bianco se non condividiamo i temi e le soluzione ma lanciamo un messaggio che la maggioranza della popolazione non segue più i politici e ai politici un grande esame di coscienza sul loro sempre più intrasparete operato. Continuando di questo passo la democrazia andrà a farsi friggere, ma forse è proprio il risultato ambito dalla nostra classe politica. (ETC/rb)
Di seguito i vari comunicati dei partiti o gruppi con le loro osservazioni, impalpabili, sull’esito stesso della votazione:
UDC Ticino: SÌ alla riforma della legge tributaria, uno No alla sinistra voltamarsina
L’UDC Ticino prende atto con soddisfazione dell’esito, seppure risicato, uscito dalle urne a favore della riforma della legge tributaria. Permangono, naturalmente, le riserve già espresse prima del voto, su una riforma che non ha tenuto assolutamente in conto il ceto medio, ma è stato fatto un seppur timido passo nella giusta direzione. Secondo UDC Ticino, il risultato è stato così risicato proprio per lo stesso motivo. Con un maggiore riguardo al ceto medio sarebbe potuto essere ben più netto, il che dovrebbe mettere sul chi vive Consiglio di Stato e Parlamento sulla necessità di procedere a ulteriori sgravi proprio per questa fascia più tartassata dei contribuenti. Tutto sommato, con il successo per soli 193 voti si è raggiunto l’obiettivo sì, ma non è un risultato brillantissimo per il governo. UDC Ticino era e rimane piuttosto tiepida di fronte a questa riforma, soprattutto perché – oltre alla citata insufficiente incisività – ritiene sbagliato averla legata a un incomprensibile e inefficace contropartita sociale che ne neutralizzerà parte dei vantaggi. Prende atto però con soddisfazione che il popolo non si è lasciato abbindolare dalle roboanti affermazioni della sinistra – vedi “Basta regali ai ricchi!” – punendone di fatto l’atteggiamento ambiguo e voltamarsina che l’ha vista dapprima accettare in Gran Consiglio il pacchetto “sociale/fiscale”, per poi lanciare il referendum contro la sola parte tributaria. Lo ha fatto anche nella quasi totale assenza dal dibattito del Direttore del DFE, Christian Vitta, che si è purtroppo limitato al solito compitino, quasi credesse poco nel progetto.
Quello fiscale è un tema importante per l’UDC che, tramite il suo gruppo in Gran Consiglio non mancherà di sollecitare proposte e provvedimenti puntuali.
Forum Alternativo (Sinistra capitananta dal dr. Cavalli)
Giorno di festa per i super ricchi, grazie all’élite del Partito Socialista
Un vantato “patto di paese” salvato da 193 voti. Le imminenti prossime politiche di sgravi annunciate dal governo, devono essere messe immediatamente nel cassetto. Sarebbe folle e irresponsabile da parte del governo pensare di continuare con la politica degli sgravi, promosse a suon di inganni e ricatti al popolo, in un paese spaccato. Oggi vi è andata bene, ma il risultato odierno è ben lungi da essere una conferma popolare ai vostri piani.
Ad aver sostenuto questo orientamento politico fondato su menzogne e ricatti, anche la maggioranza del gruppo parlamentare PS e diversi suoi municipali di spicco (Chiasso, Lugano, Bellinzona). Questo fatto ha ulteriormente disorientato l’opinione pubblica progressista del cantone. Se la sinistra, che ormai è arrivata a toccare il fondo in questo cantone, vorrà rinascere, non potrà che sbarazzarsi di certi personaggi, cercando di ricostruire una vera alternativa con i salariati, i precari, gli studenti, le donne e tutti coloro che soffrono per la politica neoliberista portata avanti dalla casta al potere. Vanno ora prefigurati nuovi orizzonti e si pone con urgenza la necessità di costruire una nuova grande organizzazione della sinistra.
Per 193 voti di scarto, la maggioranza delle elettrici e degli elettori ticinesi ha accettato la riforma fiscale, che garantisce 52 milioni di regali ai super ricchi e alle grandi aziende. Si tratta di una somma praticamente uguale a quella che il Consiglio di Stato ha tolto negli ultimi anni ai più bisognosi, tagliando in assegni integrativi, in quelli di prima infanzia e riducendo i sussidi di cassa malati. A seguito di questi tagli ora molte persone sono finite in assistenza pubblica.
Il Consiglio di Stato ha vinto basandosi sul falso argomento, ormai ritrito che “altrimenti questi scappano”, ma soprattutto facendo credere che questo regalo era indissolubilmente legato alla concessione di 20 milioni per sedicenti misure sociali a favore, ad esempio degli asili nido. Ora questo collegamento, in base alle decisioni del Gran Consiglio, non esisteva e soprattutto questi 20 milioni erano già presenti, nella cassa cantonale di compensazione, per cui potevano ad ogni modo essere investiti, anche immediatamente.
Purtroppo a questo gioco si sono prestati anche alcuni “sindacalisti”: se la posizione dell’OCST è tutt’altro che sorprendente visto la traiettoria imboccata da questa organizzazione sindacale stupisce invece l’attitudine della VPOD che ha fatto il verso al Consiglio di Stato sostenendo la favola del pacchetto globale, incluse le misure “sociali”.
Comitato interpartitico per il Si:
Il Sì alla riforma fiscale e sociale premia la concordanza
Migliore concorrenzialità e aiuti alle famiglie per il Cantone
Il Comitato interpartitico di sostegno alla riforma fiscale e sociale accoglie con soddisfazione i risultati del voto odierno, che convalidano le modifiche fiscali e le misure sociali varate da Governo e Parlamento nel quadro della Riforma cantonale fiscale e sociale.
L’accoglimento della riforma da parte della popolazione ticinese premia il lavoro di concordanza e di ricerca dell’equilibrio promosso dal Consiglio di Stato e dalle forze politiche rappresentate in Gran Consiglio. Grazie al responso delle urne si concretizza la prima tappa di un percorso di rinnovamento del sistema tributario cantonale che la popolazione ticinese ha confermato di condividere. La decisione odierna permette di migliorare la concorrenzialità del Cantone Ticino, in particolare per quanto riguarda l’imposizione della sostanza e del capitale, nonché di favorire l’innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati.
L’approvazione della riforma permette altresì al pacchetto sociale da 20 milioni di franchi in favore delle famiglie e della conciliabilità lavoro-famiglia di entrare in vigore. Un aiuto solido e concreto per migliorare questo importante aspetto della nostra società.
Partito comunista
Il voto dimostra l’emergenza sociale in cui la destra ha portato il Cantone!
Il Partito Comunista, nell’ambito del comitato unitario coordinato dal sindacato UNIA, ha dato un importante contributo militante alla campagna contro la riforma fiscale che il popolo ha oggi rifiutato. Siamo soddisfatti di aver contribuito anche noi, assieme alla sinistra unita, a portare alle urne questa iniqua riforma che prevede regali fiscali ai ricchi causando pesanti buchi nelle casse pubbliche.
Purtroppo la maggioranza dei nostri concittadini si è lasciata convincere dalla presunta contropartita, cioè quella riforma cosiddetta sociale su cui la destra ha costruito un ignobile ricatto: o accettate i regali ai ricchi oppure vi togliamo anche l’elemosina! Un modo di fare che deploriamo ma che dimostra una cosa: vi è una tale emergenza sociale nel nostro Paese che i cittadini sono pronti a ogni compromesso, anche al ribasso, pur di risolverla.
Ci spiace che parte del fronte sindacale e progressista abbia preferito giocare al ribasso, con un compromesso vantaggioso ai ricchi e al padronato e svantaggioso per la stragrande maggioranza della popolazione.
Ora bisogna agire su due fronti. Anzitutto sostenere l’iniziativa parlamentare che depositeremo a breve in Gran Consiglio contro la delocalizzazione delle aziende che ricevono agevolazioni fiscali: ci mancherebbe che chi ne approfitta degli sgravi poi scappi all’estero! E in secondo luogo bisogna che governo e sindacati controllino le start-up che saranno di fatti defiscalizzate per sincerarsi che dietro ad esse non vi siano grandi aziende che faranno le furbe per pagare meno tasse.
Partito Comunista
Massimiliano Ay, segretario
Partito liberale radicale:
Sì alla riforma fiscale e sociale
Un risultato a conferma dell’importanza di una proposta equilibrata tra riforma fiscale e misure sociali che segna una vittoria politica importante su un tema difficile
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Il PLRT accoglie positivamente il Sì alla Riforma fiscale e sociale scaturito dalle urne quest’oggi. Si tratta di un risultato raggiunto sul filo di lana, ma molto importante per il futuro del nostro Cantone, perché permette di avvicinare il Ticino fiscalmente alla media intercantonale, permettendo di diventare più attrattivi per le aziende e per i grossi contribuenti. L’approvazione della riforma fiscale consente anche l’attuazione del pacchetto sociale da 20 milioni in favore delle famiglie, interamente a carico delle aziende, che aiuterà molti ticinesi a meglio conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari. Un risultato risicato, che sottolinea come in materia fiscale sia fondamentale proporre pacchetti equilibrati così come voluto dal nostro Partito e dal Consigliere di Stato Christian Vitta. Il PLRT è soddisfatto che la maggioranza abbia condiviso il principio che prima di poterla distribuire, la ricchezza vada creata.
La riforma fiscale e sociale è stata voluta all’unanimità dal Governo e da una forte maggioranza del Parlamento quale primo passo di un percorso di riforma fiscale e sociale del Cantone. Il Sì emerso in votazione conferma l’indispensabile sostegno popolare a questo indirizzo di ricerca di equilibrio e di soluzioni concordate, che il PLRT continuerà ad appoggiare con convinzione anche in futuro.
La riforma, approvata trasversalmente dal Parlamento, con oltre il 70% dei consensi, permetterà di portare il Ticino nella media nazionale, senza dimenticare le misure sociali inserite nel pacchetto. Misure che, giova ricordarlo, sarebbero cadute – per precisa volontà politica del Parlamento e del Governo – qualora il pacchetto fiscale fosse stato bocciato alle urne. E che invece hanno convinto – tra gli altri – rappresentanti sindacali, associazioni di categoria che operano nel sociale e, in ultima analisi, anche la maggioranza dei cittadini che hanno partecipato al voto.
La decisione odierna permette inoltre di migliorare la concorrenzialità fiscale e quindi l’attrattività del Cantone Ticino quale luogo di residenza, in particolare per quanto riguarda l’imposizione della sostanza e del capitale, nonché di favorire l’innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati.
Il PLRT sottolinea infine anche con particolare soddisfazione la presenza nel pacchetto fiscale e sociale di misure a sostegno delle aziende start-up. Aziende particolarmente innovative, che potranno portare sul territorio posti di lavoro qualificati e nuovo dinamismo proprio grazie a questa riforma.
L’equilibrio ha prevalso