Le dichiarazioni sono sempre le solite; non siamo capaci, siamo migliori, potevamo vincere, una grande forza offensiva, ecc.- Noi ci chiediamo se il signor Tami guarda le partite o si crogiola nel bel gioco quando ora la paura si chiama RELEGAZIONE. Nascondersi dietro ad un dito significa non prendersi le proprie responsabilità. Se vi sono sei partite perse di fila, significa che alla testa non si è capaci di gestire il gruppo. Inutile dire che la colpa è dei giocatori, mai sentito un allenatore che scarica le sue responsabilità sui giocatori. Una delusione completa per i tifosi e una grande delusione per chi ci ha messo la faccia e i soldi e anche l’entusiasmo: il patron Renzetti, che dovrà ripartire per l’ennesima volta da zero con un nuovo allenatore e magari una gestione più ferrea senza dare fiducia a destra e a manca, a gente che non ci mette neppure un franco di suo. Siamo abbastanza sicuri che Tami verrà allontanato e allora si vedrà se era l’allenatore o i giocatori!
Sentire il commentatore alla RSI DM che sancisce lezioni a tutti, quando anche lui non ci sembra abbia fatto molto come allenatore… La posizione di Tami, a nostro parere, è indifendibile. Lo stesso DM afferma che la colpa è dei giocatori che devono darsi una mossa.
Janko sbaglia l’impossibile, gli altri non riescono a segnare e non si cercano gli attaccanti, non si fanno dei cross veri, insomma il Lugano non esiste più. Se non si riesce ad avere la meglio di un Basilea in crisi, quando per settanta minuti si gioca in undici contro dieci, vi è da farci una bella pensata. (ETC/rb)