Il 29 aprile si avvicina con la fatidica domanda che il presidente ha fatto al suo popolo: volete mantenere in A l’Ambri o retrocedere? La fatidica domanda che fu post anche nel 2011 a cui il popolo bianco blu rispose in coro: in A, in A e così fu. Con i risultati che tutti conosciamo, sia dal profilo sporrtivo quanto da quello economico. Poi il grande sogno, la nuova arena dove farsi male da soli. E anche qui fu chiesto; popolo volete la grande arena dello sport, faremo vivere la squadra e organizzeremo grandi eventi di risonanza mondiale per pagarne il mantenimento. Anche in quest’occasione fu detto di tutto dai 34 mio ai 70 per arrivare a capire, non con il cuore ma con il borsino, che l’ambizione di pochi può pesare sulla fine stessa del club. Che costi 34, 50 o 70 mio poco conta, il problema sarà mantenere i costi di questa nuovissima e spettacolare arena. In Ticino ne abbiamo visti di Ponzi Pilati proporre progetti fantasmagorici e poi trovarsi nelle aule dei tribunali perché forse qualcosa non funzionò a meraviglia. Abbiamo visto presidenti togliersi da questa terra e via. Non vogliamo assolutamente, indipendentemente da essere o non essere tifosi, che questo Club, così intriso di storia e di simpatia venga annientato per manie di grandezza.

Non siamo né a Zurigo, né a San Gallo né a Monaco, i numeri ci crocifiggono e a meno di trovare il magnante che si innamora di Ambri e stravede, ma che abbia le tasche piene di petroldollari e li voglia proprio “gettare” in questa arida conca, sennonché magnifico fazzoletto di terra che il buon Dio ci ha regalato, difficilmente l’operazione potrà rivelarsi vincente. E il popolo Biancoblù il 29 aprile griderà al cielo in “A” in “A” e sia fatta la volontà di…. . Ponzio Pilato fu un politico romano e fu quello che per volontà del popolo, non sua, fece condannare Gesù alla morte, che poi resuscitò per grazia di Dio. Pilato è ricordato come martire dalla Chiesa copta e come santo dalla Chiesa etiope. Dopo che ebbe condannato Gesù per volontà popolare, si lavò le mani e succeda quel che succeda. Non si è mai considerato responsabile della Passione di Cristo. Non vorremmo che il popolo Biancoblù accecato dal tifo e dagli slogan che sicuramente verranno proclamati, si faccia ingarbugliare ed accecare e decida con il cuore anziché con il raziocino che compete ad ogni uomo che possa intendere e volere. Parlando ieri con un tifoso, arrabbiatissimo, si è sfogato dicendo che basta magna magna, che ai giocatori non deve essere permesso di risiedere fuori dai confini della valle, o se vorranno, che venga dedotto una cifra corposa a favore del comune di Quinto. Che invece di avere sei stranieri sotto contratto se ne prendano tre, li si paghino come si deve e solo a stagione conclusa si valutà la forchetta salariale minima o massima. Che si ritorni ai valori della maglia, ripartendo dalla costruzione dei giovani, dalle proprie giovanili, a cui si chiedono sacrifici enormi anche ai famigliari, in tempo e sodi, per poi a 18 anni non inserirle, vuoi prima a Biasca poi in prima. Solo in queste ultime partite, di vera Passione Piottese (che non è un nuovo Dio per cui la resuscitazione sarà difficlle) , inserendo dei giovani si è avuto la dimostrazione di cosa significa attaccamento alla maglia. Loro sono i discepoli che hanno salvato questo Ambri, non di certo il CdA o i senatori e tutti quei tifosi che accecati da una frustrazione enorme, comprensibile ma non condivisibile, hanno fatto più danni che altro al club. Le multe pagate dal Club per comportamento anti-sportivo o non corretto, indeboliscono la già precaria situazione economica di un club che rimane a galla, con una forza incredibile, per non retrocedere, sempre che questo sia un obiettivo vero del club. Ma sarà il popolo Biancoblù che sancirà il futuro, con il cuore e al CdA accettare la decisione o fare di testa propria come la logica impone. Affinché il grande Club continui la sua galoppata, o meglio la propria passione di Cristo, i tifosi che avranno deciso per la permanenza in A dovranno aprire le tasche e mettere loro i soldi, tutti quanti, assieme al CdA, che presumibilmente ne ha già messi parecchi. E che non venga speso più un franco di pubblico, anche perché i soldi pubblici devono servire per il popolo tutto della valle, biancoblù o di altra fede, perché le famiglie hanno difficoltà e come fanno a seguire il proprio club se i costi per assistere alla partita, con quel che ne consegue e in un catino non degno di un Club che giostra nel massimo campionato, sono sproporzionati all spettacolo e al confort degli spettatori. Purtroppo, e lo sottolineiamo in grassetto, è finito il tempo dove il cuore comanda e il resto vien da sé. Ora ci vogliono soldi, tanti soldi, tantissimi soldi per salvare il posto in A e questo il popolo Biancoblù ne deve essere cosciente come deve sapere che lo Stato non può difendere un club solo perché è storico e perché 5000 tifosi, pensano che il mondo ruota attorno a questo. Difendere con soldi pubblici strutture e team che pagano stipendi faraonici a pochi per correre dietro ad un puck, ci sembra un vero e proprio insulto a chi lavora ogni giorno, cerca di far quadrare i conti e di arrivare almeno alla terza settimana del mese, e non può chiedere aiuti milionari ad uno Stato solo per magari permettersi la macchina di grande cilindrata. E che allora adunati nella piazza del giudizio. Pilato lasciò al popolo la scelta tra Gesù e un assassino di nome Barabba. Poi se ne lavò le mani…
Assisteremo dunque ad un copione già scritto, forse già pilotato per vedere cosa accadrà e comunque sia, la storia dovrà ripartire da nuovo con premesse diverse e con oculatezza e rigore economico, altrimenti, qualsiasi sia la decisione del popolo Biancoblù assisteremo alla condanna, senza appello di una storia importante che deve continuare a vivere, sia in A come in B.
Sono considerazioni personali, tratte da tanti interventi che ascoltiamo nei vari bar, dai tifosi biancoblù che non ne possono più di soffrire e di illudersi ai solitì sogni di inizio stagione. (ETC/rb)