RAPPORTO MISSIONE GRECIA:
Dopo una prima visita a metà maggio del campo di Idomeni e limitrofi con una delegazione ticinese composta tra gli altri dai deputati Fiorenzo Dadò e Giorgio Fonio sono tornata in Grecia per due settimane dal 26.06.2016 – 7.07.2016
Dal 15 luglio è presente sul posto con la funzione di coordinatore per l’associazione Firdaus, che presiedo, e per l’associazione MaM Beyond Borders, Maurizio Cara che mi ha personalmente accompagnata a visitare sei campi:
– Neakhavala, campo all’aperto che ospita un numero variabile di rifugiati tra i 3’600 e i 4’200.
– Divala: Campo al’aperto per circa 2’400 rifugiati
– Softex: campo parzialmente all’aperto, e parzialmente coperto per 2’200 persone.
– Vasilika: campo coperto per circa 1200 persone.
– Sindos Karamallis: Campo coperto per 700 persone, gestito da Swisscross (famiglia svizzera di Zurigo, visitato da tre consiglieri nazionali: Cesla Amarelle (PS) Cédric Wermuth (PS) Andreas Glarner (UDC).
– Khalachori: Campo quasi interamente coperto per 460 famiglie curde siriane.
I campi spesso prendono il nome dalle fabbriche che erano attive in questi capannoni industriali dismessi.
CONTESTO:
Dopo lo sgombero di Idomeni e campi adiacenti (Hara e Eko camp) sono stati allestiti nei dintorni di Salonicco una ventina di campi controllati dal governo.
L’accesso ai campi che variano in dimensione e logistica dai 3’600 di Neakhavala, ai 460 di Khalachori.
La distribuzione delle persone nei campi ha parzialemnete seguito il principio etnico-linguistico ma nei campi più grandi si trovano collocate anche persone di differente nazionalità e/o religione.
Nazionalità: Siria, Irak, Afganistan
Lingue: Curdo (nei cinque dialetti, con una netta predominanza del Kurmanji), arabo, farsi e dari.
Religioni: Islam sunnita (sciiti minoritari), Yezidi, cristiani.
La stragrande maggioranza fugge dalla guerra e ha subito eventi traumatici. Prima della partenza e/o durante il viaggio. Moltissime famiglie divise con un parente stretto (figli e/o marito-moglie) già in un Paese europeo, soprattutto Germania.
VIOLAZIONE DEI DIRITTI – CRITICITÀ:
A) Difficoltà di accesso ad una alimentazione sana e all’acqua potabile:
Nella quasi totalità dei campi i rifugiati non possono cucinare da se, anche perché non hanno denaro o non hanno accesso alla legna da ardere o all’elettricità. I pasti vergono forniti dall’esercito e sono di scarsissima qualità e con un numero di calorieappena sufficienti. Frutta e verdura vengono forniti da organizzazioni esterne in modo estemporaneo. L’acqua è razionata a un litro e mezzo procapite.
B) Difficoltà di accesso alle cure mediche:
I picchetti medici sono spesso inefficienti o solo parzialmente presenti. In alcuni campi l’assistenza medica è fornita dalla Croce Rossa, in altri da organizzazioni indipendenti.
Abbiamo potuto personalmente constatare che a una bambina di un anno e 4 mesi erano stati dati esclusivamente sali reidratanti (in seguito su nostra insistenza è stata ricoverata e le sono state somministrate 5 flebo di salina) dopo 20 giorni di diarrea, mentre a un altro bimbo per curare le carie è stata data acqua ossigenata (che è vietato ingerire).
Questa condizione di difficoltà di accesso alle cure, soprattutto quando si tratta di malattie croniche (diabete, cancro, artrite, artrosi, asma, ecc.) è generalizzata a tutti i campi e riguarda sia la popolazione adulta, infantile, e gli anziani.
C) Logistica
La quasi totalità dei rifugiati alloggia in tende (a volte al coperto, a volte all’aperto) in cui la temperatura raggiunge e supera facilmente i 40°. Lo spazio vitale è insufficiente. Alcune non sono rialzate e al primo acquazzone si riempiono d’acqua obbligando le persone a buttare fuori tutto per farlo asciugare. Le toilette sono garantite da dei Toy-Toy così come le docce. Non esistono spazi adeguati in cui poter lavare le persone anziane in sedia a rotelle o i disabili.
Ogni intervento strutturale deve essere accordato dall’esercito che presidia i campi.
D) Accesso da parte delle associazioni indipendenti
I campi sono gestiti dall’esercito, con comandi differenti. Ogni campo ha un comandante al quale bisogna rivolgersi per qualunque distribuzione e al quale bisogna annunciarsi quando ci si reca nel campo. L’accesso può essere concesso o negato a discrezione. Solo alcune NGO hanno accesso permanentemente nei campi. Purtroppo bisogna denunciare l’inerzia di talune grandi organizzazioni che pure avendo accesso al campo sono praticamente inesistenti oppure presenti ma inattive.
E) Istruzione
Non è prevista alcuna iscrizione alla scuola pubblica né alcun sostegno da parte del governo Greco. L’allestimento di scuole per adulti e bambini nei centri è lasciata all’iniziativa delle singole ONG. Si tratta di scuole che tendono a riempire un vuoto che per alcuni bambini dura da cinque anni. Molte famiglie sono al loro 4° anno di campo profughi e la quasi totalità dei bambini non va a scuola da cinque anni. Anche i genitori non hanno accesso ad alcuna formazione linguistica né formazione professionale.
Aggiornamento del 19.07.2016
La Grecia ha dichiarato che saranno assunti 800 docenti di scuola elementare e media superiore per permetere ai bambini la scuola. Non è chiaro se si tratti di programmi pubblici con nota a fine anno oppure di un sistema parallelo.
F) Domanda di asilo – Ricollocamento
Il sistema telefonico/skype di registrazione è stato sospeso (in ogni caso non funzionava) e l’UNHCR sta procedendo alle pre-registrazioni. Il secondo colloquio verrà comunicato tra un paio di mesi ai rifugiati tramite SMS, il che ovviamento pone un problema perché i rifugiati non hanno possibilità di rifare la ricarica. Nessuno lo dice apertamente ai rifugiati ma il progetto è di smantellare i campi più piccoli e rendere permanenti almeno tre grossi campi. I rifugiati sono obbligati a chiedere asilo alla Grecia e solo una parte dei ricollocamenti sarà accolta. Uno dei problemi evidenti è che la tempistica dei ricollocamenti viene determinata dal Paese ricevente che per poter procedere chiederà certificati di figliazione e matrimonio. Molti rifugiati hanno però i documenti nella sola lingua araba o peggio non hanno più alcun documento di identità il che di fatto invalida la procedura o la rende molto complicata.
I tempi di risoluzione di questa crisi, tenuto conto del blocco degli arrivi dalla Turchia (per l’accordo UE-Turchia che ha dichiarato la Turchia “Paese terzo sicuro” con sgomento e rimostranze da parte di tutta la società civile che si occupa di diritti) sono stimati in tre anni.
Per una panoramica completa sulla situazione dei vari campi il rapporto più completo è quello fornito dall’associazione indipendete Over the fortresse:
http://www.meltingpot.org/Dossier-sull-accoglienza-in-Grecia-dopo-lo-sgombero-di.html#.V4SxX47nA-8
OBIETTIVI DELLA NOSTRA MISSIONE:
– Garantire un contatto con la società civile alle persone rifugiate alloggiate nei campi governativi al fine di garantire loro la possibilità di denunciare violazioni dei loro diritti.
– Permettere ai volontari dal Ticino di conoscere la situazione nei campi.
– Migliorare le difficili condizioni di vità nei campi.
COLLABORAZIONI:
MaM Beyond Borders che a sua volta collabora con NPI (entrambi i progetti si rivolgono alla salute materno infantile)
INTERVOLVES (NGO greca di volontari che hanno accesso in tutti i campi)
UNHCR (in fase di consolidamento).
ATTIVITÀ SVOLTE // MATERIALE ACQUISTATO
La missione è possibile unicamente alle donazioni raccolte in Ticino e alla collaborazione con MaM Beyond Borders che assicura la presenza in Grecia di ostetriche ed esperte nel sostegno dell’allattamento. Senza questa partnership non avremmo alcuna possibilità di accedere ai campi in quanto l’animazione dei bambini è appannaggio di altre ONG più grandi quali per esempio SAVE THE CHILDREN, che però non sono presenti in tutti i campi e svolgono comunque delle attività estemporanee. La partnership con MaM ci permette invece di entrare, mantenere i contatti con i profughi e di godere di una certa autonomia nelle attività.
Nel corso di questo primo mese di missione (15 giugno-15 luglio) dal Ticino sono partiti:
Dieci volontari (Barbara, Giulia, Pamela, Yvonne, Maruska, Lisa, Claudia, Helan, Andrea, Mathias, per complessive (circa) 100 giornate di volontariato.
ACQUISTI:
– Due ecodoppler portatili per controlo gestazionale, uno sfigomanometro e altro materiale medico.
– Medicinali per 5’000 fr. acquistati con donazione mirata della comunità Mormona del Ticino.
– Ghiaccio per 10 giorni per il campo di Khalachori
– Colori per scuola per il campo di Khalachori
– Materiale da gioco, disegno per circa 200 bamnini
– Ventilatori 40 per famiglie con bimbi piccoli o anziani.
– 65 estintori per campo di Vasilika.
– Lettini per bambini.
Attività:
– Censimento di tre campi per complessive 2600 persone (Karamallis, Vasilika, Khalachori)
– Allestimento di un’area svago, gioco nel campo di Khalachori.
– Aiuto con sostegno diretto 16 famiglie (sostegno puntuale per acquisto spesa o altre necessità in caso di situazioni di estrema vulnerabilità).
– Sostegno a mamme e neonati grazie alla partnership con MaM.
OBIETTIVI LUGLIO – AGOSTO
– Stabilizzare la missione sia dal punto di vista del sostegno finanziario che da quello dei progetti che si orientano al sostegno mirato a famiglie particolarmente vulnerabili che all’animazione per i bambini tra i 5 e i 15 anni nei campi di Khalachori e Vasilika.
ATTIVITÀ
– Raccolta fondi e sensibilizzazione (diverse iniziative)
Volontariato
Nel corso del prossimo mese di missione partiranno per la Grecia 18 volontari tra cui molti studenti di medicina e psicologia.
– una rappresentanza del gruppo Capoeira Ticino che capitanata da Matteo Beltrami andrà ad offrire un programma specifico di apprendimento di questa disciplina che unisce elementi di danza a elementi di lotta figurata.
– Mara Menghetti, dottoranda in diritto dell’infanzia, che avrà il compito di stilare un rapporto sulla condizione dell’infanzia nei campi.
PROGETTO CORRIDOIO UMANITARIO
Sempre più numerose sono le iniziative in Svizzera volte all’apertura di un corridoio umanitario tra cui la più importante è la mozione parlamentare di Carlo Sommaruga .
Ho personalmente potuto appurare che il numero di rifugiati in Grecia che hanno dei legami con parenti già in Svizzera, con un concetto di famiglia allargata a genitori, figli, fratelli e sorelle, nonni e nipoti e zii e nipoti in caso di MSNA si attestano ad un numero variabile tra i 1’500 e le 2’000 persone (circa il 2,4 % dei circa 60’000 presenti). Intendiamo perseguire questa finalità con ogni mezzo possibile tra cui una tavola rotonda tra i firmatari dell’iniziativa parlamentare e le possibili associazioni partner.
EMERGENZA COMO
Alla stazione di San Giovanni a partire dalle metà della scorsa settimana il numero dei richiedenti asilo respinti dalla frontiera è progerressivamente aumentato fino a raggiungere il numero di circa 200 persone. Le ragioni di questo blocco non sono del tuto chiare, seda un lato la Svizzera non lascia transitare chi vuole andare in Germania e non ha documenti di identità validi dall’altra ci sono persone che lamentano di essere state respinte più e più volte nonostante abbiano dichiarato di voler chiedere asilo alla Svizzera.
I respingimenti collettivi sono vietati poiche infrangono l’art. 33 della convenzione di Ginevra, vale a dire il principio di non refoulement.
“La Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, all’art.33, sancisce il principio di non-refoulement prevedendo che
“Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche”. Il divieto di respingimento è applicabile a ogni forma di trasferimento forzato, compresi deportazione, espulsione, estradizione, trasferimento informale e non ammissione alla frontiera. È possibile derogare a tale principio solo nel caso in cui, sulla base di seri motivi, un rifugiato venga considerato un pericolo per la sicurezza del Paese in cui risiede o una minaccia per la collettività.
Tale principio costituisce parte integrante del diritto internazionale dei diritti umani ed è un principio di diritto internazionale consuetudinario.”
Grazie al prezioso aiuto di molti privati e di alcune associazioni abbiamo iniaziato a distribuire alla distribuzione della cena per circa 100 persone (altri 100 coperti vengono garantiti dalla mensa Porte aperte della Caritas) e al pasto di mezzogiorno per 200 persone.
La comunità eritrea di Chiasso ha cucinato più volte e lo farà ancora giovedì a mezzogiorno. L’oratorio ha dato la propria disponibilità per l’utilizzo della cucina a partire appunto da giovedì mattina. Il comune di Como si sta attivando ma con una certa lentezza.
Al momento mancano le toilette chimiche, una pompa per l’acqua potabile, un presidio medico ma soprattutto delle informazioni precise su cosa stia succedendo a Chiasso. Le persone respinte, almento il 70 % eritrei, alcuni somali, pochissimi siriani e altri, pochi dell’africa dell’ovest non capiscono le ragioni del respingimento.
Al parco un bimbetto di due mesi, un altro di un anno e pochi mesi, un ragazzino di 8 anni e diversi minori non accompagnati non collocati.
Lisa Bosia Mirra, presidente di Firdaus