Lo sport dovrebbe richiamare salute, aggregazione e gioia ed invece x taluni equivale a frustrazione. A Zurigo ma non tranquilli. Ma non guardiamo a Zurigo come eccezione. Stiamo parlando di due squadre di una si è salvata in A in extremis e l’altra è stata retrocessa. In questi casi la frustrazione supera la gioia di assistere ad una partita e di certo fa desistere la gente a partecipare. Nel 1993 noi eravamo a Berna per la finale di coppa vinta, stravinta dal Lugano contro una grande del calcio Svizzero, tale GC. Domani non andiamo per vari motivi: di certo non siamo in linea con la dirigenza e con le sue continue lamentele e vittimismo fatto tanto per fare, in secondo luogo temiamo scontri e se devo posteggiare la macchina fuori città perché la Polizia di Zurigo non sarà in grado di contenere le annunciate fiammate di questi esaltati, meglio guardarmi la partita a casa. M il problema non è solo di Zurigo, rapportiamoci a noi, durante le partite di campionato, quando i tifosi devono essere scortati dalla stazione di Lugano a Cornaredo e ritorno, quando allo stadio assistiamo a scene che nulla hanno a che vedere con lo sport. Noi ci siamo sempre scagliati duramente contro i club, che li riteniamo responsabili anche dei fatti incresciosi e dovrebbero essere chiamati alla cassa, sempre, a pagare le forze dell’ordine impiegate e i danni causati dai tifosi siano essi amici o avversari. Ecco perché ci dà fastidio che la comunità debba assumersi costi che non genera lei ma che si sa da chi vengono generali.
Forse il cantone e i comuni hanno altre priorità economiche per la popolazione che non spendere risorse economiche per dei tifosi beceri che rovinano lo sport e quello che lo sport rappresenta: amicizia, spettacolo e aggregazione sociale.