Il Partito Comunista comunica di avere presentato, nei diversi Comuni dove dispone di Consiglieri comunali, una proposta in favore del commercio equo. Quest’ultimo vuole promuovere una crescita sana delle aziende dei paesi più sviluppati e, nel contempo, garantire un trattamento rispettoso dei produttori in quelli in via di sviluppo. I principi del commercio equo, distanziandosi da una mera logica del profitto, mettono infatti al centro la sostenibilità ambientale e una reciproca solidarietà. In tal senso si è peraltro svolta, proprio il 14 maggio scorso, la Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale.
Un grande sforzo per il commercio equo viene profuso da Fair Trade Town, una campagna internazionale che nella promozione della pratica si rivolge a imprese e istituzioni. In Svizzera tale iniziativa è guidata da Swiss Fair Trade e si prefigge di fare abbracciare i principi del commercio equo alle autorità locali. Ai Comuni che soddisfano determinati criteri, come la presenza di un’offerta di prodotti del commercio equo, viene attribuito infatti un riconoscimento che ne attesta l’impegno nel campo. Da notare che, ad oggi, delle oltre mille località che ne vantano il possesso se ne trovano in Svizzera ancora una stretta minoranza.
Nel concreto, l’iniziativa chiede quindi alle autorità di partecipare al progetto Fair Trade Town, istituendo un gruppo di lavoro incaricato di acquisirne il riconoscimento. Il commercio equo non può che richiedere uno sforzo generale e, per questo motivo, il Partito Comunista ha presentato l’atto parlamentare in diversi Comuni dove gode di una rappresentanza: Bellinzona, Brione sopra Minusio, Giubiasco, Lugano, Pollegio, Serravalle e anche Mesocco per il Canton Grigioni. Obiettivo di questa iniziativa è insomma di compiere un piccolo ma significativo passo in favore della cooperazione internazionale e, in ultima analisi, di un mondo multipolare che sia fondato su relazioni pacifiche e solidali.
Per il Partito Comunista
Edoardo Cappelletti, responsabile enti locali