Leggiamo del capo dipartimento che disegna scenari catastrofici, chi invece non vuole questa pianificazione ospedaliera a sua volta disegnano scenari altrettanto catastrofici. La realtà che a causa di queste guerre inutili sulla nostra pelle, ogni anno aumentano i premi e diminuiscono i sussidi cantonali, senza tanto alzare la voce. Il problema è che vogliamo tutti avere la comodità e ci lamentiamo dei costi e i politici, desiderano trovare soluzioni che ridano agli assicuratori, e permettano loro il prestigio personale e partitico di aver partorito un obrobrio sulla nostra sanità.
La sanità e il suo livello è di certo ottimo, abbiamo l’impressione che ogni modifica penalizzi il livello della qualità e vada ad aumentare indirettamente proporzionale i costi. Vogliamo sei ospedali doppioni inutili o almeno due ospedali di altissima qualità nel pubblico: Lugano Civico e San Giovanni a Bellinzona. Tutto il resto sono solo rami morti che generano costi inutili senza mirare le necessità. Se a Locarno e Mendrisio si può ipotizzare due piccoli ospedali di primo intervento, per Faido e Acquarossa le strutture non hanno i numeri per poter camminare con le loro gambe, che vengano rivisti come case per anziani, invece di spendere milioni in nuove case anziani quando di mura ve ne sono già parecchie che aspettano solo un impiego mirato ed efficace. Per le zone di montagna che vengano allora istituiti dei centri di pronto intervento, pensiamo a sedi di autoambulanze con un medico e i vari soccorritori professionali, che di certo sanno intervenire in urgenza con celerità e competenza, proprio perché abituati a affrontare le situazioni più complicate che si presentano, pensiamo ad incidenti, infortuni sul lavoro, problemi con organi delicati e via dicendo, e loro sono in grado di decidere in pochissimo tempo l’urgenza o meno e il trasporto immediato in uno dei due ospedali attrezzati per ogni evenienza.
Che poi nella pianificazione ospedaliera si considerano le cliniche private, e un travaso di fondi pubblici verso il privato sulla sanità, ci fa pensare di interessi extra sanitari e dunque brutti presagi di malasanità.
Il privato, ha diritto di esistere, ma che non sia una palla al piede per il pubblico. Se al privato bisogna irrorare soldi pubblici significa che l’operazione non è degna di essere eseguita. Gli istituti privati devono garantire la qualità della prestazione e farsi pagare dai privati-malati che desiderano essere ospitati e curati in questi istituti. Senza che lo stato debba mettere risorse economiche in queste operazioni.
Allora ai politici chiediamo finalmente, dopo venti anni di prese in giro (siamo cortesi) che finalmente vi siano due ospedali di altissima qualità (lo sono già di fatto), due ospedali di primi interventi e generici e alcune sede fisse per autoambulanze per coprire anche le regioni alle quali non è più possibile garantire un ospedale. Nessun intervento economico in cliniche private, e diminuzione sostanziosa dei premi di cassa malati. Tutto il resto è prosa e poesia di pragmatismo che non risolve nulla e cerca consensi elettorali. Noi di questi consensi ce ne impippiamo totalmente ma desideriamo che i costi sanitari sui budjet delle famiglie incidano meno, molto meno e questo anche a favore di minori sussidi elargiti dallo Stato per usare queste nuove risorse finanziarie per il lavoro e altri temi di stretta attualità.
Tutto il resto non ci interessa, solo parole, parole al vento per farci credere ancora alla solita storiella !!!
(ETC/rb)