A livello di comunicazione siamo stati molto attivi. Oltre alla nostra rivista La Caccia, che gode di un generale apprezzamento per la varietà e l’ottimo livello dei contenuti, disponiamo di un sito web accattivante, che viene costantemente aggiornato.
1. Fusioni società venatorie
Poche le novità da segnalare su questo fronte: le società all’inizio del 2015 erano 38 come l’anno precedente, per cui non mi resta che tornare alla carica per invitare le società a rilanciare il discorso delle fusioni, nella convinzione che società più forti sono in grado di difendere meglio e con maggiore autorevolezza gli interessi dei loro soci.
2. Aspiranti cacciatori
Uno dei compiti centrali della FCTI è assicurare un sostegno adeguato a chi intende conseguire la licenza di caccia e questo per garantire una buona formazione di base ma anche per trasmettere alcuni valori che ogni cacciatore dovrebbe portare con sé, oltre al fucile e lo zaino, nell’attività venatoria.
L’anno scorso abbiamo avuto 96 iscritti, di cui 61 aspiranti hanno superato gli esami, ciò che corrisponde ad una percentuale di promossi del 63%, in linea con gli anni precedenti. Quest’anno abbiamo invece registriamo purtroppo solo 63 iscritti, di cui fra l’altro ca. la metà non ha superato l’esame scritto di due settimane fa. Indicazioni piuttosto preoccupanti che mi auguro non siano indice di una calo di motivazione o di passione.
3. Parchi nazionali
Come FCTI non possiamo evidentemente accettare inutili e ingiusitificate restrizioni al diritto di cacciare. Vi è tuttavia anche da chiedersi come potrà essere assicurata all’interno di queste previste zone nucleo (che – lo ricordo – devono avere una superficie complessiva di ben 75 km/q) una corretta gestione di talune specie, in particolare cervo e cinghiale.
4. Grandi predatori
Tema sempre di attualità, che non manca di scaldare gli animi.
Orso a parte (che per il momento sembra aver dato un po’ di tregua), la situazione per quanto riguarda lupi e linci risulta vieppiù preoccupante. Gli avvistamenti di esemplari di entrambe le specie si moltiplicano, grazie – si fa per dire – anche al primo branco di lupi sul territorio svizzero insediatosi alle pendici del Calanda. Pensate che un esemplare di lupo è addirittura stato travolto da un treno a Schlieren, alle porte di Zurigo e uno a Dirinella nel Gambarogno. Il Ticino non è stato risparmiato e alcuni lupi hanno lasciato traccia del loro passaggio anche sul nostro territorio, in particolare in Valle Maggia, in Val Resa e più recentemente in Val Malvaglia.
(Nota redazionale: I cacciatori sono per intervenire contro i grandi predatori, sempre e comunque, nascondendosi dietro le giustificazioni agricole)
A questo proposito segnalo con piacere, che grazie alla collaborazione fra Caccia Svizzera e la Federazione Svizzera di Tiro, il Consiglio nazionale ha recentemente bocciato con una confortevole maggioranza la proposta del CF di introdurre un obbligo di registrazione a posteriori di tutte le armi presenti in Svizzera, con relativa sanzione ai contravventori. (Nota redazionale: dunque libertà incontrollata di essere un popolo armato fino ai denti senza alcun controllo, ecco cosa desiderano i cacciatori)
Rimane comunque ancora aperto un punto importante, ovvero quello delle preannunciate misure accompagnatorie che l’UCP vorrebbe adottare in concomitanta con l’entrata in vigore delle nuove bandite. Qui voglio dire in modo chiaro che non siamo d’accordo con l’introduzione di restrizioni generalizzate, ancorché limitate nel tempo (ne cito una su tutte, ovvero il divieto di cacciare il cervo corona) che valgono per tutto il Cantone a fronte di modifiche che invece toccano solo l’1.5% (!) del territorio aperto alla caccia al cervo.
5. Gestione venatoria/rapporti con lo Stato
Passerò dapprima in rassegna l’ultima stagione venatoria per tracciare un bilancio, senza tuttavia entrare nei dettagli visto che sul tema si soffermeranno i colleghi Viglezio e De Bernardis alla trattanda 7.
Cervo
Buono il risultato della caccia alta con 1’243 cervi catturati (record assoluto!), 42 in più dell’anno prima grazie anche ai due giorni supplementari dell’ultimo week end chiesti dalla FCTI e accettati dal DT, che hanno consentito l’abbattimento di ben 120 capi. 434 le catture durante la caccia tardo autunnale che avrebbe dovuto completare il piano di abbattimento fissato a 2’145 capi. Ancora una volta, il piano di abbattimento non è stato raggiunto (calcolando anche i cervi prelevati durante le azioni notturne, mancano 370 capi, pari al 17%), e questo conferma quello che andiamo dicendo da anni, ovvero che le modalità di definizione del medesimo necessitano dei correttivi affinché gli obiettivi siano realisitici e raggiungibili. Sulla questione dei danni, ritornerò in seguito.
Cinghiale
L’ultima stagione è stata caratterizzata da un leggero calo di catture con un totale di 1103 capi, di cui 340 durante la caccia alta, 517 nella caccia invernale e 246 in guardiacampicoltura. Nonostante un calo di oltre 350 capi rispetto all’anno precedente, per il 10° anno consecutivo è stata superata la soglia delle 1’000 catture. Sono significativamente diminuite le catture nella guardiacampicoltura, dove vorremmo fosse pure applicata la tassa per le scrofe superiori ai 55 kg ai fini di una corretta gestione.
Camoscio
Complessivamente le catture si sono attestate sui 1007 capi, in diminuzione rispetto all’anno precedente di 201; diminuzione dei maschi abbattuti (-74), ma soprattutto in calo le catture di anzelli (-105) a seguito della mortalità dovuta al duro inverno. Vista la situazione, la FCTI ha proceduto a un’analisi, nell’intento di arrivare a proposte concrete e condivise, proponendo un sacrificio che riteniamo necessario per contribuire a salvaguardare la specie, che attualmente è in difficoltà in certe zone.
Capriolo
369 i caprioli abbattuti, con un significativo calo a seguito della mortalità dovuta al duro inverno (570 nel 2013), ma con un rapporto sessi che praticamente ha raggiunto la parità già durante la caccia alta, rendendo superflua l’apertura del capriolo durante la caccia tardo-autunnale.
Stambecco
48 i cacciatori che vi hanno preso parte. In totale si sono registrate 29 catture, di cui 13 maschi e 16 femmine. Ancora una volta oltre 1/3 dei capi previsti dal piano non sono stati catturati, ciò che a mente della FCTI richiede dei correttivi, primo fra tutti un aumento importante dei capi da prelevare.
Marmotta
Per il secondo anno consecutivo la caccia alla marmotta è stata praticata senza l’alternanza annuale; sono state 361 la marmotte catturate nel 2014, contro le 233 dell’anno precedente. Restiamo convinti che ci sia ulteriore spazio di manovra per la concessione di maggiori possibilità di prelievo, senza intaccare il patrimonio di marmotte presente sul nostro territorio.
Caccia bassa
Le catture sono in linea con le medie 2009-2011 a dimostrazione che le nuove norme sono pertinenti e sostenibili. 824 i cacciatori che hanno staccato la patente, numero che si attesta sui valori dell’anno precedente. Le catture principali sono state le seguenti: 1’539 beccacce (2013/1’281), 228 fagiani di monte (139) 46 pernici bianche (13), 64 lepri comuni (69) e 72 lepri variabili (55). 41 le volpi catturate durante la caccia bassa, mentre che il totale per le varie cacce non ci è ancora noto.
E invece non lo farò! Anche una persona tenace e determinata come il vostro presidente ad un certo punto si rassegna e getta la spugna. Constato solamente che il capo dell’UCP per il terzo anno consecutivo, pur sempre scusandosi, non presenzia alla nostra assembela dei delegati, mentre colui che dovrebbe fungere da “collaboratore scientifico” da parte sua non si è mai degnato di prendervi parte almeno una volta. Posso accettare, anche se faccio francamente fatica a capirlo, che i rappresentanti dello Stato a capo dell’UCP non sono disposti a dialogare e a collaborare con i vertici della FCTI. Quello che invece non posso accettare è la mancanza di rispetto nei confronti del mondo venatorio, che voi oggi qui rappresentate: trovo semplicemente inammissibile che chi è preposto a gestire la caccia a livello cantonale non ritenga suo preciso dovere investire una mezza giornata per assistere ai lavori assembleari della federazione cantonale che rappresenta 2’500 associati.
Fortunatamente di ben altra natura è la collaborazione con i vertici del Dipartimento del territorio, e in particolare con il suo direttore on. Claudio Zali e con Moreno Celio, Capo delle Divisione ambiente.
Nota redazionale:
La caccia dovrebbe essere un giusto equilibrio tra il mantenimento delle speci e una loro regolamentazione. Abbiamo l’impressione, basta parlare con alcuni cacciatori, che questo “sport” è l’emozione dell’abbattere fine a se stesso e questo fa dei cacciatori, non tutti, un po’ una cerchia chiusa in se stessa che non vuol sentire ragione e che quando hanno un fucile in mano vi è il rischio che perdono il vero valore della caccia, che è storia, cultura e tradizione. Noi proviamo le stesse emozioni, che non fanno danni e non deturbano il paesaggio, quando andiamo a caccia … fotografica di cervi, camosci e quant’altro. Questa nostra osservazione fatta ad alcuni cacciatori, ha partorito una risposta che fa rabbrividire: “vuoi mettre l’emozione, l’adrenalina nell’abbattimento di un capo”. (! basiti)