Votazioni cantonali 15 giugno 2025
Evitati uno scempio urbanistico nel Locarnese e più burocrazia
L’UDC è soddisfatta dell’odierno doppio no alle urne. Grazie alla volontà popolare espressa
tramite il referendum, i cittadini della regione del Locarnese – ma non solo – hanno potuto dire
no alla riorganizzazione del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto. Questo
conferma che le decisioni uscite dal Gran Consiglio sono spesso frutto di logiche di partito, che
il popolo può correggere tramite strumenti quali il referendum, in tutte le sue forme.
Il progetto del nodo intermodale di Muralto era stato promosso come l’unica via da
intraprendere per migliorare la mobilità del Locarnese, ma con il suo costo di 17 milioni di franchi
comportava più disagi che benefici. Praticamente tutti i Comuni del Locarnese hanno rifiutato
un progetto non pertinente, lavorato dal Dipartimento del Territorio e bocciato infine dal
popolo. La linea dell’UDC era già chiara e schierata per il rifiuto quando il progetto era stato
messo sul tavolo della Commissione della Gestione, prima che approdasse in Gran Consiglio.
L’infrastruttura prevista non affrontava realmente i problemi della mobilità regionale e non
snelliva certamente la viabilità attorno alla stazione. Questo progetto, calato dall’alto dopo oltre
10 anni di elaborazione e ritardi, rischiava di trasformare uno dei quartieri più pregiati del
territorio urbano in un flusso di traffico intenso, impedendo al contempo qualsiasi strategia di
valorizzazione turistica in zona, così come lo svolgimento delle manifestazioni sul lungolago.
Con il no all’Iniziativa popolare “Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità”,
le cittadine e i cittadini ticinesi hanno fortunatamente evitato l’ennesima complicazione
burocratica che non avrebbe – come al solito – prodotto nessun tipo di risultato. Anziché
moltiplicare gli obblighi amministrativi, bisognerebbe semplificare, alleggerire, responsabilizzare.
Serve una fiducia rinnovata nelle competenze degli operatori e nella capacità delle strutture di
organizzarsi secondo criteri di qualità concreti, non imposti dall’alto.