Un progetto transfrontaliero per valorizzare cultura, tradizione e sostenibilità.
La Via Francisca, antico cammino che collega Disentis a Novara, è al centro del progetto “Tra-Me – Tracce di Meraviglie lungo la Via Francisca”. L’iniziativa tende a dare valore a storia, cultura e tradizioni locali attraverso il turismo esperienziale, la promozione dell’enogastronomia e la sostenibilità, grazie al turismo lento.
In questo contesto si cercherà il recupero delle ricchezze storiche e naturalistiche, come castelli, santuari e musei, inserendo nei vari ritrovi sul percorso la cucina medievale del Maestro Martino, considerato il principe della cucina rinascimentale.
Diversi gli interventi strategici che verranno realizzati: il ricettario di Maestro Martino che verrà messo in rete tramite i ristoranti presenti lungo la via Francisca, una “parete dei famosi”, a Grumo luogo d’origine del cuoco ducale bleniese e in parallelo al progetto interreg “Casa Maestro Martino”. Sulla parte italiana un centro culturale a Omegna, focalizzato sul turismo lento e sostenibile.
L’obiettivo finale è la creazione di una destinazione turistica unica e sostenibile, rafforzando l’identità culturale e supportando l’economia locale, senza stravolgerla.
Infatti nella giornata di domenica 27 aprile 2025 una delegazione italiana, guidata dal sindaco di Omegna on. Daniele Berio e dal commissario di Orta on. Diego Dalla Verde sono stati accompagnati dal direttore di OTR Bellinzonese e valli, Juri Clericetti, sul territorio ticinese, mostrando le prerogative dei nostri paeselli toccati da questa Via Francisca. Sono paesini, come si è scritto sopra, di difficile promozione turistica se presi come entità singole, ma se immessi in rete in un contesto più ampio possono riattivarsi come zone di interesse turistico, anche perché si vorrebbe sul percorso creare dei punti di ristoro e di alloggio, a volte già esistenti, dove si proporranno, appunto, le varie ricette di Maestro Martino, nato a Grumo.
La domenica 28 aprile 2025 la visita è stata ricambiata in territorio italiano, trasferendoci ad Omegna dove si è visitato il Museo del casalingo, tra cui veleggia la leggendaria “moca”, che tutti conoscono e usano. Una passeggiata lungo la Nigoglia, che è l’ emissario del lago d’Orta e presenta una singolare particolarità : La Nigoglia è, infatti, l’unico emissario dei grandi laghi prealpini che scorre verso Nord: “il fiume che va in su” secondo il detto popolare che allude allo spirto indipendente degli omegnesi. L’imbarco per Orta, dove le tracce del passato lasciano esterrefatti; “Un lago da bere. San Giulio, il drago e la Bemberg. Il lago più pescoso d’Europa, il lago più avvelenato d’Europa, il progetto di risanamento più riuscito d’Europa”. Non poteva mancare un momento gastronomico presso il più antico ristorante di Orta, il “Leon d’oro”, affacciato sul lago, dove sono state assaggiate pietanze della tradizione lacustre, recuperate e rivisitate. Di nuovo su un motoscafo in direzione dell’Isola di San Giulio, dove Fiorella Mattioli Carcano ci ha deliziato del suo sapere storico; “Tutto in 3 kmq; santi greci e franchi, un castello, una basilica, un monastero, Cluny e il sarcofago di Mimulfo (Mimulfo è stato un duca longobardo, signore del Novarese dal 575 circa, probabilmente come duca di San Giulio)”.
Non poteva mancare la salita con il trenino al Sacro Monte di San Francesco (Patrimonio Mondiale Unesco) dove sempre Fiorella Mattioli Carcano con entusiasmo ci ha spiegato la storia, gli aneddoti di questo Monte Sacro: “I monaci di San Gallo e la millenaria Madonnina miracolosa”.
Come sempre quando si visita luoghi interessanti, si annusa la grande storia del passato, il tempo è tiranno e siamo dovuti rientrare a Bellinzona, non senza l’entusiasmo di riprometterci di rivisitare con calma questi luoghi.
Una giornata che ci ha fatto comprendere come il nostro passato può essere il traino per non perdere le tradizione e per un turismo transfrontaliero che arricchisce tutte le persone coinvolte.