Occasione unica per noi per riaffermare il principio che la donna deve venir valorizzata, non unicamente se lavora ed è donna in carriera. Quando ascoltiamo i nostri politici sia a livello cantonale che federale, sembra quasi che tutto il mondo ruota attorno alla donna. Considerando la donna centro indiscusso del movimento economico e causa scatenante del successo della nostra società. Ma chi ha detto che la donna se non lavora con mansioni dirigenziali non merita la giusta connotazione in quanto tale. Si creano, anche in Ticino, asili nido per le donne parlamentari, sbeffeggiando la popolazione e le donne che devono lavorare, lavori umili, per riuscire a sbarcare il lunario. Gli asili nei nostri comuni, pieni di allievi di ogni etnia, non permettono di accreditare altri bambini perché sembra non ci siano i soldi. Il parallelismo verso l’asilo per le donne parlamentari, di regola casalinghe mogli di facoltosi mariti o avvocati o comunque donne in carriera e benestanti, stride con la realtà di molte famiglie umili, ma altrettanto se non maggiormente degne di riguardo da parte della categoria dirigente dei nostri amministratori. Sembra quasi che la sinistra voglia misconoscere il vero ruolo della donna, moglie e mamma, ruolo fondamentale per il benessere sociale e sempre più detratto a ruolo comprimario e di facile sostituzione con la Tata di turno. Quando qualche anno fa avevamo lanciato l’idea di concedere un assegno figli di fr 1800 al mese a donne che hanno i bambini e accudiscono loro stesse all’educazione e alla crescita dei figli, mi si era rimproverato che lo stato non è il tutore di chi ha bambini e poi non riesce a mantenerli, per cui deve lavorare. Siamo sempre più convinti che la donna debba fare la donna, casalinga o lavorare, ma che non si debba costruire la nostra società unicamente sulla donna in carriera, ma altrettanto importante è mettere nelle giuste condizioni le famiglie che hanno figli e permettere alle mamme di fare le mamme. Non ci si venga a nascondere dietro uno Stato non sociale, perché per rifugiati politici, criminali e quant’altro troviamo sempre soldi e giustificazioni sociali per garantire il loro benessere. Sarebbe ora che la politica si rivolga alla nostra popolazione prioritariamente e poi a chi ci arreca solo danni e cattivi esempi. Per cui occasione ghiotta, la giornata della donna, per riaffermare il principio che a noi la donna piace donna, con i ruoli che la natura ha sancito e che non disdegniamo neppure la donna che lavora. Ma assolutamente siamo contrari al creare strutture e costi per accudire ai figli di donne ricche e benestanti, mentre non ci occupiamo in nessuna maniera delle casalinghe e di tutte quelle donne di casa nostra che lavorano, fanno i miracoli, per dare non solo economia al proprio nucleo famigliare ma anche il calore umano di cui i figli necessitano da parte delle loro mamme. Tra l’altro questa soluzione libererebbe tanti posti di lavoro, diminuendo la disoccupazione giovanile, risolvendo dunque non solo un problema morale ma tante situazioni difficili per la nostra popolazione. (ETC/RB)