La convenzione per la conservazione della vita selvatica in Europa, firmata dalla Svizzera in toto, senza riserva alcuna, contrariamente a tanti altri Stati co-firmatari, sancisce di fatto la massima protezione a diverse specie faunistiche fra cui anche purtroppo il lupo e l’orso.
Sottoscritta a Berna il 19 settembre 1979 e approvata con voto non unanime dall’Assemblea federale l’11 dicembre 1980, è stata voluta e fortemente caldeggiata dall’Ufficio federale dell’ambiente.
La convenzione non venne mai messa in consultazione o discussa nelle varie sedi o associazioni contadini prima del voto assembleare, tanto da apparire come un colpo di mano ordito dalle associazioni ambientaliste. Pur riconoscendone nel loro insieme lo spirito e la bontà degli enunciati in essa contenuti, l’incauta ratifica senza riserve della convenzione che include pure la protezione dei grandi predatori si sta oggi rivelando come una cambiale firmata in bianco dagli esiti drammatici.
Ragione per cui risulta oggi improrogabile, a fronte della crescente popolazione di lupi e del conseguente stillicidio di predazioni, unire le forze e dichiarare apertamente che i grandi predatori vanno combattuti e eliminati senza nascondersi. Occorre reagire facendo esplodere le contraddizioni, affossare la scellerata regola di 25 ovi-caprini per un lupo, norma e misura dell’fassurdo legalizzato, alzarsi in piedi e difendersi consapevoli di essere nel giusto e di avere dalla nostra parte la forza della ragione.
Il progetto grandi predatori che auspica e sostiene, anche con i nostri soldi, la presenza del carnivoro, costituisce una vera e propria crociata contro allevatori e pastorizia, un attentato alle potenzialità economiche presenti sul territorio, un insulto al nostro lavoro e alle nostre passioni. Ci sentiamo pertanto legittimati, oggi e sempre ogni qualvolta il predatore colpisce, a unirci, vegliare e colpire senza nasconderci.
Olindo Vanzetta, capraio, Biasca