Articolo/foto in esclusiva per “ETiCinforma” di Esmeralda Mattei, redazione cultura/arte.
Metti che nel tranquillo ménage di una giovane coppia si insinui un terzo amico a condividere l’appartamento e metti che pian piano questo introduca nel focolare una ridda sempre più numerosa ed invadente di parenti.
La coppietta, riservata ed intellettuale, non osando approcciare il problema con il coinquilino, comincia ad accusarsi al proprio interno e ad interrogarsi su ciò che è giusto o meno nel comportamento del partner.
Questa è la vicenda vera da cui è scaturita la storia immaginaria che ha vinto la prima edizione di Testinscena, concorso drammaturgico giovanile, indetto dalla Fondazione Claudia Lombardi per il teatro.
L’autrice Irene Canali, che oltre ad essere la “lei” della coppia, con i suoi bei capelli ramati, rappresenta la vera e propria miccia esplosiva del gruppo vincitore Connettivo 24 grammi, ha immaginato una futuribile fabbrica farmaceutica in cui undici personaggi declinano in altrettante visioni la propria personale ricerca della felicità.
L’enigmatico nome dell’ensemble si riferisce al peso dell’anima (scientificamente provato, pare, attraverso la pesatura dei corpi umani, prima e dopo il decesso) ed al fatto che i sei componenti, attori e tecnici della compagnia, fanno fronte compatto come se si trattasse di un sol uomo.
Sono di Udine, di età compresa trai 25 ed i 27 anni e legati alla scena milanese. Il testo de La fabbrica della felicità ha trionfato su 52 concorrenti (solo due i ticinesi a cimentarsi in questa prima edizione). La giuria ne ha apprezzato l’originalità di visione e la contagiosa forza vitale.
La stessa freschezza che trasmettono a chi li ascolta, raccontando di essersi ispirati ad un best seller americano dove un uomo che scambia la moglie per un cappello e vari casi esemplari di patologie neurologiche dimostrano il paradosso per cui ciascun essere umano è costituito anche dalle proprie inspiegabili bizzarrie. Se poi un ipotetico medico riuscisse a guarircene, ci ritroveremo ad essere tutti uguali e desolatamente banali.
Come è finita con l’inquilino? male perché alla fine fu cacciato/bene perché si è felicemente sposato. E gli undici personaggi troveranno la felicità? Chi vuole, lo scoprirà alla prima della pièce, in scena il 4 dicembre al Teatro Foce di Lugano. E’ il premio che i brillanti giovani si sono guadagnati insieme ad una somma in denaro e all’accompagnamento da parte di un esperto teatrale: un robusto salvagente offerto dalla Fondazione per le prime bracciate nel cimento teatrale, nel quale si sono tuffati a capofitto.