Il siluro della Lega del Locarnese contro il progetto di Parco del Piano è arrivato puntuale.
Dopo aver fatto melina con qualsiasi pretesto per due anni durante i lavori commissionali,
ora una parte della lega (probabilmente minoritaria) esce allo scoperto e dichiara di non voler
approvare il progetto in assenza del collegamento A2-A13. L’ennesimo pretesto insomma
per insabbiare il Parco e soprattutto per eludere la volontà popolare che il 30 settembre 2007
aveva chiaramente affossato il collegamento veloce attraverso il Piano di Magadino. La
maggioranza del popolo ticinese aveva dato ragione al forum delle associazioni contrarie alla
Variante 95 e che da sempre si battono per tutelare gli interessi agricoli e naturalistici del
Piano e per realizzare un collegamento veloce A2-A13 che utilizzi l’attuale asse di
attraversamento tra l’aeroporto cantonale e Quartino. La motivazione è chiaramente
pretestuosa in quanto la commissione della pianificazione ha ricevuto dal Consiglio di Stato
assicurazioni scritte che non lasciano dubbi: il progetto di Parco, in quanto oggetto giuridico
d’importanza cantonale, non influirà in nessun modo sulla realizzazione del tracciato A2-A13,
oggetto giuridico d’importanza nazionale. Il tracciato del futuro collegamento A2-A13 scelto
dal gruppo di lavoro istituito dall’onorevole Marco Borradori all’indomani della bocciatura
della Variante 95 sono da tempo a Berna per l’approvazione finale e la successiva
realizzazione. Attualmente quello che manca è unicamente il finanziamento. Tutto questo è
perfettamente noto ai commissari che siedono in pianificazione. Inoltre un congelamento del
progetto non fornisce alcun argomento al Consiglio di Stato per premere su Berna, anzi,
potrebbe far sgretolare il fragile terreno del consenso attorno al nuovo tracciato, sostenuto
finora da tutti, sia i fautori della Variante 95 che i contrari. E il consenso è l’attuale punto di
forza del Governo per rivendicare una realizzazione veloce del collegamento.
Chi lancia siluri contro il Parco mira quindi a tutt’altro: affossare il consenso raggiunto sul
tracciato A2-A13 e riaprire i mai domi appetiti che gravitano attorno al Piano di Magadino.
Per i Verdi è giunto quindi il tempo di fare chiarezza, vogliamo dal Consigliere di Stato Zali
una posizione chiara sul progetto di Parco e lo pretendiamo anche dagli altri gruppi in Gran
Consiglio. Basta con i giochini per prendere tempo, si rispetti la volontà del popolo e il
territorio del Piano di Magadino. Si vada senza perdere ulteriormente tempo in Gran
Consiglio e si abbia finalmente il coraggio di votare si o no al progetto di Parco.