Abbiamo appreso con viva soddisfazione che, dopo l’approvazione da parte del Gran Consiglio, lo scorso marzo, anche il governo del Canton Ticino ha deciso di approvare la mozione di Marco Chiesa e dell’UDC Ticino, tesa a introdurre il moltiplicatore comunale delle imposte alla fonte per i frontalieri, dall’attuale 78% ad uno del 100%.
Ci rallegriamo non perché una proposta dell’Unione democratica di centro ha ricevuto luce verde da uomini, partiti e schieramenti politici con orientamenti e visioni del mondo spesso inconciliabili, ma perché Consiglio di Stato e Parlamento hanno evidentemente ritenuto valida e fattibile, nella sua lampante concretezza, una mozione pensata per combattere un fenomeno fuori controllo, come quello del frontalierato.
Si tratta inoltre di una questione di equità e rispetto nei confronti di quei ticinesi che pagano già un moltiplicatore comunale del 100%. E non sono pochi.
L’Udc ringrazia tutti coloro che, messi da parte steccati e pregiudizi, hanno ritenuto importante dare la priorità non a motivazioni di stampo ideologico e partitico, bensì agli interessi del Cantone e di tutti i suoi cittadini tra i quali, lo ricordiamo, ci sono anche molti stranieri che beneficeranno di maggiori introiti nelle casse cantonali e comunali, esattamente come gli svizzeri.
Una ventina di milioni d’incassi extra per le casse pubbliche, in questi periodi di vacche magre sono infatti un ulteriore motivo di soddisfazione anche se, al di là di calcoli di pronta cassa, noi preferiamo sottolineare altri aspetti.
Dopo l’approvazione della precedenza ai residenti nell’attribuzione dei posti di lavoro nel settore pubblico e para pubblico – avvenuta su iniziativa dell’UDC Ticino – riteniamo che l’aumento del moltiplicatore d’imposta per i frontalieri sia un altro importante tassello per garantire l’attenzione dovuta nei confronti della popolazione residente, sempre più angosciata dalla situazione del mercato del lavoro.