Con tempismo fuori luogo il Tribunale federale, che non ha certamente brillato per celerità, ha fatto trapelare che la famigerata tassa di collegamento è stata ritenuta valida dai giudici di Mon Repos. Sembra un pesce d’aprile, ma le conferme di quanto sopra lo rendono più che uno scherzo mal orchestrato, una tragica beffa del destino per il nostro Cantone. Ora la palla è nel campo del Consiglio di Stato e del parlamento ticinese. Il messaggio delle nostre istituzioni deve essere forte e chiaro. Basta tasse! L’UDC chiede che questa nuova imposizione sia immediatamente annullata e invita tutti i partiti a voler collaborare per eliminare senza indugio questo balzello. Non è pensabile e neppure concepibile che i cittadini ticinesi, già colpiti duramente dall’emergenza Coronavirus, debbano sobbarcarsi nuovi oneri finanziari. La tassa di collegamento colpisce infatti primariamente i lavoratori residenti del nostro Cantone e solo parzialmente i lavoratori frontalieri a cui, in prima battuta, si voleva far credere che fosse destinata. A maggior ragione perché laddove negli anni è già stata prelevata non ha prodotto benefici tangibili per il traffico. Gli accantonamenti che sono stati effettuati fino ad oggi devono inoltre essere immediatamente liberati, in un momento dove la liquidità delle famiglie é sotto pressione questa misura non è solo benvenuta ma anche doverosa.
Ricordiamo che l’UDC Ticino tramite il suo gruppo in parlamento e durante la campagna per la votazione popolare si è sempre opposta fermamente a questa nuova tassa.