Succede ultimamente che si assegna la raccolta di firme ai gruppi di giovani politici, per forse defilarsi in caso di insuccesso o successo della eventuale raccolta. Dopo le targhe che hanno affossato il mondo della mobilità pulita, i giovani liberali e UDC con ogni probabilità hanno seguito a occhi chiusi le indicazione di gente superiore, ora si è ripetuta la stessa scena con la richiesta dell’apertura dei locali pubblici fino alle 3 del mattino. Dicendoci poi, probabilmente avranno letto un comunicato già confezionato, che questa richiesta risolverà i problemi della ristorazione. Peccato che questi giovani rampolli di notabili agiscano senza cognizione di causa e in questo caso solo per trovare una giustificazione alle loro sortite serali e trovare dei locali aperti invece di rientrare nelle proprie abitazioni. Ma il problema non è questo, il problema se questi giovani frequentassero i bar anche dei paesi e non solo durante le feste, che tra l’altro possono rimanere aperti comunque dopo richiesta di un permesso al Municipio, si renderebbero conto di come una simile raccolta firme sia deleteria proprio per gli esercizi pubblici come anche per certa clientela. Nei paesi, ad un certo orario, i clienti sono quelle persone che non hanno nessuno a casa e che passano le serate al bar a “tirare” birrini e merlot, e poi devono essere “scopati” fuori alla una per evitare di prendersi delle multe. Nel malaugurato caso che questa legge diventasse operativa, queste persone, casi sociali, diventerebbero ancora sempre meno gestibili, acutizzando i loro problemi sociali e imponendo ai ristoratori dei tour de force con persone snervanti che non certo aiutano l’economia ma vanno poi a caricare sulla socialità. E molti sono anche giovani che diventano dei casi sociali, per vari motivi. Noi non siamo assolutamente favorevoli a questa concessione di apertura sistematica a orari notturni, perché il ristoratore non è lo psicologo di alcuni casi sociali, ma deve fare il ristoratore. Chi ha raccolto queste firme di certo non conosce la realtà dei bar di paese e tanto meno sa fare di conto e non si rende conto di come una legge simile possa causare problemi ed impatti controproducenti proprio a quell’economia che loro, sapendo, forse non lo sanno perché qualcuno gli ha detto di raccogliere le firme in periodo elettorale tra l’altro, che loro hanno preso come motivo per indurre con poca trasparenza persone a firmare una petizione capestro. Provino una volta questi rampolli a fare di conto e poi si renderanno conto di quello che scriviamo. (ETC/rb)