Uno studio commissionato anni fa diceva testualmente: solo Airolo e Bosco Gurin, con una visione turistica e gestionale futura avrebbero potuto camminare con le loro gambe o dare segni di stabilità indipendentemente dalle condizioni meteo e da altre circostanze. Dopo che ancora una volta qualche anno fa il parlamento ha voluto “imbonirsi” proprio tutti, pioggia di franchi a tutti senza delle verifiche oculate nelle gestioni. E in una stagione dove la meteo ha giocato brutti scherzetti, doveva succedere prima o poi, ecco che i dati sono impietosi per alcune stazioni: Nara -24% di frequentatori, Campo Blenio -13% e Carì -12%. Che poi questi dati sono indicativi verso l’ottimismo non ci sembra difficile da intendere. Airolo + 15% di frequentatori e Bosco Gurin + 2%, tanto che in queste due stazioni invernali ancora questo fine settimana gli impianti sono in funzione.

Questo a dimostrazione che i risultati di quel famoso studio, messo nel cassetto per non far male a nessuno, erano esatti. Ma sappiamo che in Ticino ognuno coltiva il proprio orticello, senza tante verifiche e come meglio crede, con l’unica differenza che i soldi sono pubblici, dunque di noi cittadini. La nostra redazione non si esprime sul tema, constata unicamente le cifre che giungono dai vari comunicati e sotto elezioni avendo intervistato molti candidati per il parlamento dove risulta che quelli giovani, ad una nostra domanda specifica sul finanziamento pubblico cantonale della gestione degli impianti di sci si è schierato contro. Questi sono i fatti, spetterà poi alla popolazione eleggere candidati che abbiano a cuore il territorio e in contemporanea le finanze pubbliche, in quanto i temi scottanti sono vari e non certo nelle priorità della gente è quella di finanziare impianti invernali che permettono a pochi benestanti di divertirsi (Airolo e Bosco sono ampiamente sufficienti). Ma non sappiamo se chi ha perso il posto di lavoro, e sono tanti in Ticino a scapito di una politica selvaggia del lavoro, o a chi vive nelle valli e ha figli che studiano in città, o chi non riesce a pagare i premi casse malati sia poi così contento di vedere i soldi pubblici elargiti dalla finestra per attività di un paio di mesi e di pochi privilegiati. Vanno certamente finanziati quegli impianti che hanno garanzia di innevamento e continuità, per dare a tutti le opportunità di divertimento e di turismo, ma con la politica dell’innaffiatoio si penalizza chi potrebbe realmente crescere per chi non crescerà mai ! Naturalmente ora arriveranno le manfrine della solita argomentazione delle sinergie e via dicendo, non suffragate da cifre. Che ci dicano quanti pernottamenti in più ci sono grazie agli impianti, che ci dicano le cifre vere, non quelle di parata, delle perdite e poi quando saremo informati, nulla vieta che si possa decidere con il sostegno sistematico di tutto e di tutti, ma almeno si deciderà con cognizione di causa. Sia chiaro e lo ribadiamo che la redazione non è contraria a nulla, che le regioni dove si scia in Ticino sono scenari mozzafiato, e che ogni direzione di stazione invernale, faccia i conti con i mezzi propri prima di appoggiarsi al pubblico. Con qualche sacrificio richiesto, considerando che la popolazione è da anni che fa sacrifici, non per divertirsi ma per arrivare a fine mese. Sarà scontato, ma è la realtà del nostro paese !