Presentata dai fautori questa mattina a Bellinzona, l’iniziativa per un salario dignitoso. (In fondo all’ articolo vedi video di alcuni interventi). Diciamo subito che di dignitoso non vi è nulla, ma più che altro dovremmo parlare di garanzia di un salario minimo per tutti quei lavoratori che non sottostanno ad un contratto di minimo di lavoro o a un contratto collettivo. Diciamo che da calcolazioni il salario minimo previsto dovrebbe aggirarsi attorno a frs 3600.- lordi. Naturalmente i salari minimi previsti dai contratti collettivi di lavoro rimarranno tali e vergognosamente bassi. Pensiamo al CCL per le segretaria degli studi notarili che prevedono un minimo di frs 3300.- al quale l’ordine degli avvocati ha fatto ricorso. Solo da questo esempio si può evincere che la pressione sul salario dei lavoratori è diventata asfissiante e ad aver la peggio saranno sempre i lavoratori.
Questo concetto che ha avuto l’approvazione da parte della maggioranza dei parlamentari, 38 favorevoli, 27 contrari e 4 astenuti, ha ottenuto l’attenzione del Consiglio di Stato il quale invita la popolazione di respingere questa iniziativa. Cosa che succede molto raramente dove il parlamento appoggia e il Consiglio di Stato non segue il parlamento. Ricordiamo che fino a l’altro ieri il neo ministro delle finanze era sindaco del comune che ospita tanti capannoni che danno lavoro a una percentuale elevata di personale non residente a stipendi bassi e assolutamente improponibili.
Detto ciò questa iniziativa bloccherebbe un salario minimo, ripetiamo non dignitoso ma almeno fissato come minimo, metterebbe al riparo minimo il 4% dei lavoratori in Ticino che non sottostanno a nessun contratto di lavoro, ca. 7000 lavoratori. Evidente che questa iniziativa è un primo passo nella direzione utopica della dignità del lavoratore, per cui nel caso passasse in votazione popolare sarebbe un chiaro segnale del desiderio popolare che i nostri politici si chinino sul tema. Avere insediati capannoni con aziende estere che pagano salari “da fame” e sfruttano magari la socialità del cantone per procurarsi utili sempre maggiori, non serva a nessuno ed è meglio che queste aziende lascino il posto ad azienda ad alto contenuto sociale. Che siano aziende in grado di pagare i stipendi minimi, se dignitosi meglio ancora, affinché il cantone economico e sociale ne tragga il giusto beneficio.
L’economista Mirante Amalia ci ha poi disegnato un quadro sul mondo del lavoro e in particolare sulla pressione sui salari poco edificante in Ticino, aggiornato al 2012. I dati del 2014 non sono ancora pervenuti da parte dell’amministrazione cantonale e di certo arriveranno dopo la votazione. Pochi dati per fare il quadro della situazione: su 111000 salariati (esclusi quelli dell’amministrazione cantonale e del settore primario, il 10% non raggiunge i frs 3106.- lordi al mese. Per quanto riguarda le donne poi i dati sono ancora più vergognosi con il 25% delle donne lavoratrici che non raggiungono i frs 3400.- mensili lordi. Si presume, ha concluso Mirante Amalia, che per gli anni 2013 e 2014 questi dati saranno al ribasso, ribadendo che questa iniziativa è il primo piccolo passo per frenare la rincorsa al salario più basso. Con questa iniziativa tra le altre cose, basta che un solo lavoratore denunciasse una situazione sotto al minimo per far scattare i controlli e le sanzioni.
Adesso come adesso, i pochi controllori del mondo del lavoro, non vengono neppure autofinanziati dai loro controlli, segno che per verificare una situazione fuori legge o indignitosa, ci vogliono controlli, verifiche, ecc. che durano anni tanto da sanzionare pochissime volte e incassare il più delle volte nulla in quanto queste ditte prese in “castagna” falliscono e se ne vanno. Nel caso di risultato favorevole della popolazione all’iniziativa, il Consiglio di Stato dovrà prendere di petto la tematica e allora vedremo veramente se questo consiglio di Stato e in particolare il neo ministro delle finanze agirà a favore della popolazione che lavora o farà gli interessi di alcuni gruppi economici salvaguardandone i loro interessi prettamente economici. (ETC/rb)