“Il cinema è stato il mio primo, grande amore… Quelle immagini mute mi affascinavano. Si è trattato di esperienze che hanno inciso indelebilmente sulle mie scelte artistiche future.” – Il pubblico potrà scoprire questo rapporto speciale con il cinema di un famoso artista del 900 alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno, mostra dedicata a Mimmo Rotella.
Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 – Milano 2006) è un famoso artista del ‘900. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, ha esposto nei più importanti musei e nelle migliori gallerie di tutti i paesi. La sua opera è considerata tra le più innovative dell’arte italiana del XX secolo, e i suoi décollages rappresentano l’arte italiana assieme alle opere di Fontana, Burri e De Chirico in tutte le collezioni internazionali. La sua tecnica del décollage consiste nell’incollare sulla tela i manifesti pubblicitari trovati sui muri della città. Spesso più manifesti vengono incollati l’uno sopra l’altro e strappati dall’artista in modo da rivelare gli strati sottostanti, riproducendo così i muri degli spazi metropolitani. I manifesti scelti da Rotella sono in gran parte locandine dei classici del cinema, dove lo spettatore riesce a riconoscere i nomi e i volti delle star di hollywood nonostante gli strappi. Questo permette all’artista di mostrare la forza e l’impatto della pubblicità sull’immaginario collettivo.
Nella sua vita che pare quasi un film, Mimmo Rotella calca le scene delle più grandi capitali dell’arte: Roma, Parigi, New York. Espone al Guggenheim, al Centre Pompidou e anche al Museum of contemporary art di Los Angeles, nel 1996 per il centenario del cinema, dove le sue Marilyn sono al fianco di quelle di Andy Wharol. In comune con il maestro della Pop art ha la capacità di interpretare la sua epoca, la società di massa, il consumismo e quella comunicazione sfrenata ed effimera. La vita non è un film, ma questo non vale per Rotella che, tornato da Kansas City dove era stato per una borsa di studio, gira per Roma vestendo e parlando come un americano. È lui a ispirare lo straordinario personaggio di Alberto Sordi in Un americano a Roma.
Parte da qui, la storia della sua impronta creativa. Quando, tornato in Italia, Rotella attraversa una profonda crisi: convinto di aver visto tutto e che nulla possa più essere inventato in arte, si dedica alla poesia “epistaltica”, di cui scrive il manifesto. “Poi una mattina, uscendo dal mio piccolo studio di Roma, vidi i muri della città tappezzati totalmente da questi manifesti strappati. Erano per lo più affissioni pubblicitarie e locandine di film americani. Avevano una forza enorme, dei colori meravigliosi”.
Era cresciuto fra i colori, Rotella, figlio di una modista di cappelli. Quei colori lo catturano nel 1953 e gli ispirano quella che lui chiama “illuminazione zen”. Inizia così a strappare i manifesti per strada e a trasformarli nel suo atelier. Nascono i décollage e i rétro d’affiches. In questi anni, lo stesso fanno Villeglé, Hains, Deschamps, che grazie al critico Pierre Restany confluiscono nel Nouveau Réalisme. Da qui hanno origine le sue provocatorie Marilyn, il re del rock Elvis, Cleopatra Liz. Anche Humphrey Bogart e Ingrid Bergman si ritrovano eternamente abbracciati in una sua opera, circondati da strappi energici. “Strappare manifesti dai muri è la sola compensazione, l’unico modo di protestare contro una società che ha perduto il gusto del cambiamento e delle trasformazioni favolose”.
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