Interrogazione n. 44.24 del 29 marzo 2024
“La popolazione è a conoscenza delle implicazioni del nuovo Trattato sulle pandemie dell’OMS e degli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (RSI) che saranno adottati a fine maggio?”
Signora deputata e signor deputato,
presentato sotto forma di interpellanza e poi trasformato in interrogazione, l’atto parlamentare in oggetto sostiene che l’adozione degli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (RSI) e del nuovo Trattato sulle pandemie in occasione della 77a Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che si terrà a Ginevra dal 24 maggio prossimo, in caso di pandemia avrebbe “importanti ripercussioni sulla sovranità del nostro Paese, sulla nostra democrazia diretta, sui diritti umani – che sarebbero annullati – così come sull’utilizzo delle risorse economiche nazionali”. Tali atti convenzionali dell’OMS sarebbero il risultato di negoziati segreti per cui gli interroganti ritengono sia urgente informare l’opinione pubblica in merito.
A titolo introduttivo, è doveroso e inevitabile ricordare che il mondo si è appena lasciato alle spalle la peggiore pandemia degli ultimi 100 anni, con più di 700 milioni di casi e un numero ufficiale di morti che supera i 7 milioni ma la cui stima reale è da moltiplicare almeno per 3. La gestione della pandemia di COVID-19 a livello mondiale ha evidenziato diversi limiti. Tra i principali possiamo considerare l’impreparazione evidenziata in molti Paesi per una pandemia di questa portata; la mancanza di piani di emergenza adeguati, di scorte di dispositivi di protezione individuale e di infrastrutture sanitarie resilienti ha creato molte difficoltà. È pure emersa una certa mancanza di coordinamento e cooperazione internazionale, specialmente nelle fasi iniziali; questo ha portato a risposte frammentarie e a volte contraddittorie, influenzando l’efficacia delle misure di contenimento. Inoltre la gestione delle informazioni e la comunicazione pubblica sul piano globale sono state spesso inadeguate, contribuendo a diffondere disinformazione e confusione. Infine la distribuzione ineguale dei vaccini ha esacerbato le disparità tra paesi ricchi e poveri, rallentando la risposta globale alla pandemia.
Appare pertanto chiaro che una risposta più tempestiva e coordinata a livello mondiale è necessaria per affrontare efficacemente una pandemia. La cooperazione internazionale
può facilitare la condivisione di informazioni vitali, la distribuzione più equa di risorse come i vaccini e la standardizzazione delle misure di contenimento per limitare la diffusione del virus. Questa lezione è cruciale per prepararsi meglio a future emergenze sanitarie globali.
L’interrogazione suggerisce tuttavia che i trattati contestati, nuovi o in fase di revisione, si spingano ben oltre la “semplice” gestione più efficace di una futura pandemia e che, con la loro adozione, l’OMS intenda praticamente arrogarsi poteri illimitati prevaricando le sovranità nazionali degli Stati membri.
Giova al riguardo rilevare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, istituita con un trattato adottato a New York nel 1946 e in vigore dal 1948, è l’autorità incaricata di gestire e coordinare il settore della salute nel contesto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il suo obiettivo è far sì che tutti gli esseri umani possano godere del miglior livello di salute possibile. La Svizzera è uno dei membri fondatori dell’OMS e nel 2023 è stata eletta nel Consiglio Esecutivo, di cui fanno parte 34 dei 194 Stati membri.
Il Regolamento Sanitario Internazionale (2005) (RSI), è uno strumento giuridico internazionale che mira a garantire la sicurezza sanitaria contro la diffusione internazionale delle malattie, riducendo al minimo l’interferenza con il commercio e i movimenti internazionali. Esso si prefigge di agire attraverso il rafforzamento della sorveglianza delle malattie infettive tesa ad identificare, ridurre o eliminare le loro fonti di infezione o le fonti di contaminazione. Mira inoltre al miglioramento dell’igiene nei punti di ingresso portuali e aeroportuali e alla prevenzione della disseminazione di vettori.
Gli Stati membri dell’OMS hanno concordato, attraverso la decisione del Consiglio Esecutivo del gennaio 2022 e la decisione dell’Assemblea mondiale della sanità WHA75 del maggio 2022, di avviare un processo di modifica dell’attuale RSI. Il processo si basa sulle lezioni apprese dai vari gruppi di revisione che hanno esaminato il funzionamento del RSI e l’architettura della sicurezza sanitaria globale durante la pandemia di COVID-
19. Il processo è guidato dagli Stati membri dell’OMS attraverso un apposito gruppo di lavoro, il Working Group on Amendments to the International Health Regulations (WGIHR), di cui la Svizzera fa parte.
Il processo di modifica del RSI si svolge parallelamente a un altro processo guidato dagli Stati membri, per redigere e negoziare un accordo internazionale noto come Trattato Internazionale sulle pandemie, un nuovo strumento globale che mira a rafforzare la sicurezza sanitaria mondiale nonché la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, alla luce degli insegnamenti tratti dalla pandemia di COVID-19. Questo strumento è attualmente in fase di negoziazione tra i 194 Paesi membri dell’OMS, con l’obiettivo di:
– garantire un impegno politico costante e a lungo termine;
– definire processi e compiti chiari;
– assicurare un sostegno a lungo termine ai settori pubblico e privato a tutti i livelli;
– promuovere un approccio che coinvolga l’intero apparato governativo e tutta la società, integrando le questioni sanitarie in tutti i settori strategici pertinenti (per es. ricerca, innovazione, finanziamenti, trasporti).
Questo Trattato rappresenta un passo importante per affrontare le sfide globali legate alle malattie infettive e per proteggere meglio le persone, le comunità e i Paesi da futuri focolai pandemici. Ai Paesi membri dell’OMS spetterà la decisione finale relativa all’adozione dello strumento.
Il processo di modifica dell’attuale Regolamento sanitario internazionale come pure quello per negoziare e redigere il Trattato internazionale sulle pandemie sono tuttora in corso. Allo stato attuale, nessuna delle modifiche proposte è stata approvata. Ai sensi della citata decisione WHA75 e tenendo conto del rapporto del Comitato di revisione sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (2005), il WGIHR proporrà un pacchetto di emendamenti da sottoporre all’esame della 77a Assemblea mondiale della sanità che avrà inizio il 24 maggio 2024.
Questi processi negoziali non sono per nulla segreti, anzi, sono improntati alla più totale trasparenza: per esempio tutte le riunioni del WGIHR sono trasmesse live e consultabili
online https://www.who.int/teams/ihr/working-group-on-amendments-to-the-international-health-regulations-%282005%29. Inoltre, i documenti di lavoro del WGIHR sono pubblicati e l’OMS ha invitato tutte le parti interessate a prenderne visione e a esprimere il loro parere.
La partecipazione attiva ai negoziati in corso è importante affinché il nostro Paese possa rappresentare efficacemente i propri interessi. È nell’interesse della Svizzera che in futuro i sistemi internazionali di allerta precoce e di segnalazione funzionino in maniera efficiente e che tutti gli Stati, soprattutto quelli più poveri, dispongano delle risorse necessarie per l’individuazione delle malattie trasmissibili e la lotta contro di esse. Come già ricordato, la pandemia appena trascorsa ha mostrato quanto siano importanti la cooperazione internazionale, il coordinamento e un intenso scambio di informazioni durante le emergenze sanitarie transfrontaliere.
La posizione della Svizzera in merito ai contenuti specifici dei negoziati in corso presso l’OMS è elaborata da parte degli organi federali coinvolti nella politica estera in materia di salute adottata dal Consiglio federale ed entrerà a far parte del processo dei negoziati. Le posizioni del nostro Paese relativamente ai negoziati in corso presso l’OMS sono state sancite nelle decisioni del Consiglio federale per la partecipazione della Svizzera all’Assemblea mondiale della sanità degli anni 2021, 2022 e 2023. Per il nostro Paese il riferimento ai diritti e alle libertà fondamentali dell’uomo contenuto nel RSI è fondamentale e deve essere mantenuto. La Svizzera non stipula convenzioni internazionali che violano questi diritti fondamentali, che sono in ogni caso sempre protetti dalla Costituzione federale e dal diritto internazionale, in particolare dalla Convenzione europea sui diritti dell’uomo.
Le discussioni concernenti il trattato dell’OMS sulle pandemie mirano, come detto, soprattutto a rafforzare diversi aspetti della cooperazione internazionale (p. es. ricerca e sviluppo di prodotti rilevanti per le pandemie, riconoscimento precoce di agenti patogeni pericolosi). In questo contesto non si è mai parlato di obbligo vaccinale. Già oggi, come ha fatto durante la pandemia di COVID-19, l’OMS può emanare raccomandazioni per i propri Stati membri, che possono avere per oggetto anche provvedimenti di lotta alla pandemia. Queste raccomandazioni, tuttavia, non sono giuridicamente vincolanti.
Le revisioni del RSI possono creare nuovi obblighi legali internazionali per la Svizzera, ma non modificano evidentemente in modo automatico le leggi nazionali. Qualsiasi revisione del nostro ordinamento legislativo proposta per implementare gli emendamenti al RSI dovrà essere approvata dalle Camere federali per diventare legalmente vincolante nel nostro Paese. Il trattato dell’OMS sulle pandemie non limiterà il diritto sovrano degli Stati di emanare leggi per l’attuazione della propria politica nazionale della sanità. Anche in futuro la Svizzera deciderà in modo sovrano della propria politica della sanità e dei provvedimenti in caso di pandemia.
Per concludere, riteniamo che l’iter adottato dall’OMS sia democratico, trasparente e conforme al diritto vigente; i lavori sono tuttora in corso, la Svizzera vi partecipa attivamente e non compete al Cantone esprimersi in merito, tantomeno allo stato attuale.
Dopo questa lunga, ma doverosa premessa, rispondiamo come segue alle domande poste.
1. Questo tema è già stato trattato in seno alla Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, in particolare nell’ottica delle implicazioni di questi atti per i singoli Cantoni? Se sì, quale è stata la posizione del Consiglio di Stato ticinese? Se no, che posizione assumerà il nostro Governo in merito?
2. Il Consiglio di Stato ha già trattato l’argomento OMS con il Governo federale? Se sì, con quali risultati?
3. Il Consiglio di Stato si è già confrontato con la Deputazione ticinese alle Camere su questo tema? Se sì, cosa è scaturito da tale confronto?
Come detto nella premessa, attraverso le istituzioni federali e gli organi diplomatici, la Svizzera partecipa attivamente alle negoziazioni in corso presso l’OMS. Le posizioni da assumere nell’ambito di questi processi, pubblici e trasparenti, sono definite annualmente dal Consiglio federale. I lavori e i negoziati sono tuttora in corso, e allo stato attuale nessuna delle modifiche proposte è ancora stata approvata.
Un’implicazione delle istanze cantonali a questo livello è dunque in ogni caso prematura: ciò avverrà solo dopo l’adozione delle modifiche del RSI e del nuovo Trattato sulle pandemie da parte dell’Assemblea dell’OMS, quando i documenti finali saranno posti in consultazione interna in vista dell’eventuale ratifica.
Il nostro Paese sarà evidentemente libero di approvare o meno i nuovi accordi internazionali e continuerà in ogni caso a decidere in modo sovrano della propria politica della sanità e dei provvedimenti da adottare in caso di pandemia.
4. A che punto siamo in Ticino con l’aggiornamento del “Piano operativo logistico e di continuità del Cantone Ticino in caso di pandemia d’influenza” datato 14 dicembre 2007 (aggiornato) dopo le esperienze maturate con la pandemia da Covid19?
5. Se fosse già pronto, quando è prevista la sua presentazione e pubblicazione?
6. Se non fosse ancora stato preparato, quanto tempo bisognerà ancora attendere?
Alla luce delle nuove evidenze emerse e delle esperienze vissute è senz’altro necessario allestire un piano pandemico aggiornato, dapprima a livello federale e in seguito cantonale.
La Commissione federale per la preparazione e la risposta alle pandemie (di cui il Medico cantonale ticinese è membro in rappresentanza dell’Associazione dei Medici cantonali) sta attualmente lavorando sul nuovo piano pandemico federale. La pubblicazione della versione aggiornata è prevista per fine 2024.
Parallelamente, a livello federale è in corso l’aggiornamento della legge epidemie (LEp). La procedura di consultazione sulla revisione parziale di tale legge si è conclusa lo scorso mese di marzo. Anche lo scrivente Consiglio si è evidentemente espresso al riguardo e la relativa presa di posizione, come da prassi, è pubblicata sul sito internet del Cantone https://www4.ti.ch/fileadmin/POTERI/CdS/procedure_di_consultazione_federale/2024/2 4_1409_DSS_Revisione_parziale_della_legge_ sulle_epidemie.pdf . Anche questo adeguamento legislativo, basato sulle evidenze emerse durante la pandemia di COVID-19, porterà elementi centrali che confluiranno nel piano pandemico federale.
Alla luce di quanto sopra espresso, prima di avviare i lavori per un nuovo piano pandemico cantonale si ritiene opportuno attendere la pubblicazione del piano pandemico federale ed eventualmente anche la revisione della LEp, analogamente a quanto sta avvenendo nella maggioranza dei Cantoni.
Il tempo impiegato per l’elaborazione della presente risposta ammonta complessivamente a 5 ore.
Vogliate gradire, signora deputata e signor deputato, i sensi della nostra stima.