E’ peccato che alcuni imprenditori vengano penalizzati da cifre generali in rosso. Difficile puntare il dito verso a questo o a quello. In generale queste cifre dimostrano come il Ticino è un cantone a poca vocazione turistica. Si spendono milioni in aiuti e agevolazioni per albergatori, imprenditori, ristoratori e commercianti, magari elargiti con metro di giudizio errato o poco incisivo, però la colpa va diviso tra tutti. Bisogna pur rendersi conto che molte strutture ricettive, pensiamo a quelle rurali e nelle valli, necessitano di ristrutturazioni e i titolari non hanno i mezzi per avviare questi lavori di ammodernamento. Siamo sempre dell’idea che un sorriso e una gentilezza sopperisce parecchio la mancanza di modernità e confort. Ma di solo sorrisi non si vive. Bastava fare un giro alla fiera “iViaggiatori” per rendersi conto di come il marketing ticinese sia datato e poco incisivo. Nella foto lo stand di una località rumena con ragazze in costumi tipici, loro non hanno vergogna della loro storia. Camminando tra i vari stand turistici, nazioni e strutture ricettive mondiali presenti a Lugano, abbiamo fatto un pensiero. Noi siamo orgogliosi della nostra storia oppure non la conosciamo e pensiamo che sia tutto sorpassato. Anche se il presidente di Tiino Turismo ha definito antiquato il boccalino, le zoccoletti e il sole, noi pensiamo che questo sia parte integrante del nostro mondo e deve essere valorizzato. Ci siamo fermati nei vari stand, quelli spagnoli, quelli rumeni e quelli italiani, per non parlare di quelli africani e del nuovo mondo, dove tutti ci hanno accolto in costumi locali, proponendoci e stuzzicandoci con le loro eccellenze gastronomiche e diciamolo pure con delle ragazze “mozzafiato” con una gentilezza avvoglente. Gli stand del Ticino, quasi tutti, statici, con un paio di foto e nulla più. Dove erano i vestiti tradizionali del Ticino rurale e le eccellenze gastronomiche ? Già da queste considerazioni (abbiamo le fotografie a testimoniare quel che scriviamo) si evince come non siamo buoni venditori delle nostre eccellenze, e che viviamo di ricordi con un passato glorioso, ma passato. Il futuro sarà sempre peggio se continueremo a gestire il nostro territorio in maniera dilettantistica e se non vorremo riprendere in mano la nostra storia e cercare di scuotere tutti quei operatori pubblici, che seduti dietro una scrivania non hanno nessuna idea di cosa significa imprenditoria e che partecipano a fiere e workshop solo perché devono e non motivati dal sacro fuoco che il turismo impone. Gente che deve amare il proprio territorio, gente che deve fare da tramite alle iniziative private, e non pensare che basta mandare un paio di lettere e creare volantini (che poi vengono distribuiti con il conta gocce) per aver svolto il proprio compito. La nuova ristrutturazione dell’apparato del turismo cantonale con le varie agenzie non porterà a nulla di buono se saranno ancora le stesse persone ad essere i nostri rappresentanti. Sarà solo una spesa e un motivo per poter parlare, fare statistiche e nulla più. Gli imprenditori che investono anche poco, non necessariamente 200 milioni con strutture fantasmagoriche per poi dovere licenziare personale e rendersi conto della non sostenibilità di quei progetti, merita il sostegno. L’Osteria del paese, che offre una ristorazione tipica, legata al territorio, con una cucina locale, con prodotti della nostra agricoltura, merita di essere supportata. Sembra quasi che ci si debba concentrare solo su quegli imprenditori che alzano la voce e che hanno già di per se stessi soldi, invece di iniziare a fare una selezione per cercare di sostenere anche i piccoli delle valli, quelli che hanno difficoltà. Se noi vediamo le tendenze, si parla di Lugano e Ascona, tutto il resto sembra quantità negligiabile. Le valli e le zone di montagna vengono citate dai vari candidati ai poteri politici solo durante la campagna elettorale, poi nulla. Noi ben capiamo come le zone più rinomate debbano essere promosse per evitare che anche in queste località si inizi a piangere, ma tutto il resto del cantone potrebbe essere il grande valore aggiunto proprio a supporto di queste località note e famose. Parliamoci chiaro: tutte le briciole che vengono concesse alle zone limitrofe, sono per queste zone fonte di ricchezza e garanzia di benessere e allora dateci queste briciole. Diventa comunque importante che nelle varie agenzie turistiche siano impiegate persone entusiaste e non persone che ”scaldano” le sedie e non si rendono conto delle difficoltà sul territorio che hanno gli imprenditori. Ristrutturiamo non solo il sistema ma che si faccia una volta per tutte piazza pulita di tutti quei direttorini, sotto direttorini, funzionari quadri che operano sul fronte per oltre 12 anni. Non licenziamoli, ma facciamo una rotazione di posizioni. Chi ci vieta proporre ad un direttore di un ente del turismo dell’alto Ticino di essere trasferito nel mendrisiotto e vice versa. Terremmo sempre le persone sulle corde, e li obbligheremmo ad attivarsi e probabilmente anche i risultati del turismo smetteranno di essere nelle cifre rosse. Ma per far questo ci vuole la volontà politica e il desiderio di vedere finalmente il nostro cantone primeggiare anche nel turismo !!! (ETC/RB)