Per i giovani speriamo in bene. Per noi che mancano pochi anni forse vanno fatte delle considerazioni importanti. A 61 anni compiuti il dilemma è uno; anticipare la pensione, con penalizzazione di ca. il 13% per i due anni di anticipo o aspettare 65 anni confidando che la legge non cambi. I nostri politici a Berna, che sono tutti benestanti e avranno stipulato terzi pilastri da favola per cui il problema pensione non si pone, difficilmente sanno immedesimarsi nell’operaio che rischia decurtazioni folli e prolungamento dell’età lavorativa. Certo, perché continuano a dirci che l’età pensionabile dovrà aumentare, le rendite diminuire e che non ci sono più i soldi per cui anche l’IVA aumenterà. Naturalmente la Confederazione ogni anno annota utili miliardari e non si capisce bene dove vanno a finire questi soldi. Qualcosa non torna ma visto la poca fiducia nei nostri rappresentanti è forse meglio stare al primo danno. Meglio prendere a 63 anni una rendita decurtata del 13% ca. che aspettare a 65 anni e prendere rendite minori perché i nostri politici hanno deciso di decurtare a tutti le rendite. Naturalmente il calcolo va fatto bene, ma ho l’impressione che la decisione di richiedere a 63 anni la rendita AVS, con i tempi che corrono sia la scelta migliore. Una volta che ricevi la rendita non dovrebbe più essere modificata, anche se i nostri politici sono capaci di tutto… Di certo non si rendono conto di cosa significa per un operaio percepire delle rendite AVS, e di regola Cassa Pensione, indegne di uno Stato in cui si dice, tra i più ricchi al mondo. Il nostro ufficio di “Consulenza ai clienti” settore assicurativo, sottolineiamo neutrale e assolutamente indipendente, si mette a disposizione per una eventuale consulenza, senza impegno e con molta serietà. Io dalla mia decisione non faccio nessun passo indietro, fra quasi due anni la riscuoterò … a arrivederci suonatori! (ETC/rb)