La scuola è di certo un tema caldo, difficile e problematico. Se noi, 40 anni fa dicevamo ciao al maestro, apriti cielo e il castigo era grantito anche a casa. Non vogliamo paragonare ieri, oggi e domani, ma siamo preoccupati per una certa strumentalizzazione da parte dei docenti verso gli studenti, almeno quelli più deboli. Va ricordato che un franco su 4 franchi sono spesi in Ticino per la scuola, compresi i lauti stipendi elargiti. Va detto che il settore scuola è stato quello meno toccato dalla mannaia del risparmio. Abbiamo letto il foglio a pagmaento che i maestri hanno pubblicato sui quotidiani, con le loro tematiche, a volte alcune anche condivisibili, ma assolutamente il metodo di contestazione non è accettabile. Inutile continuare a non dire cosa pensano le persone del corpo insegnante: gente che non ha nessun contatto con il mondo reale, perché ci ricordiamo qualche anno fa docenti che riferivano alle riunione dei docenti, che dalla scuola media tutte le strade sono perseguibili. Docenti che non sanno come i giovani nella ricerca di un apprendistato devono subire degli ulteriori esami e selezioni da parte dei datori di lavoro. L’allievo di livello B (o secondo livello) non viene neppure ocnsiderato per alcune professioni, e quelli migliori, vengono ancora testati da parte dei datori di lavoro e molte volte eliminati. Questo lo abbiamo sentito con le nostre orecchie, con docenti che si permettono di arrivare in ritardo alle riunioni con i genitori. Riunioni che vengono effettuate nelle sedi centrali delle scuole Medie e non nelle sottosedi, costringendo i genitori a spostarsi, solo perché se non fatte nella sede centrale non vengono riconosciute le ore lavorative. Non vogliamo scendere nel solito stereotipo della paga elevata e di molte ferie.
L’analisi va di certo effettuata, che vi sia un malcontento generale lo si constata anche parlando con i docenti, ma poi vedendo alcuni atteggiamenti viene da pensare se non valga la pena intervenire seriamente con misure coercitive verso quei docenti che non fanno il loro dovere. Vi ricordiamo anni fa quando si doveva votare per le nomine dovute al merito e non automatiche per età, i docenti hanno convocato i genitori facendo di una riunione con i genitori di un comizio politico invitando tutti a rifiutare le nomine al merito. Segno evidente di una propria presa di coscienza personale che se le nomine dovessero essere state per il merito, vi sarebbero state molte poche nomine.
La scuola ticinese è all’ultimo posto della scala nello studio PISA, non si può come doventi non assumersi la responsabilità di questa situazione. La colpa è della politica, del sistema, dei genitori, non abbiamo letto da nessuna parte che i docenti facessero autocritica e si impegnassero anche loro in qualche cosa che possa essere un segno tangibile di impegno e di vicinanza con gli altri attori della scuola. Quando anche i docenti si assumeranno parte della responsabilità del degrado dell’istruzione ai nostri giovani, allora si potranno sedere tutti gli attori e trovare delle soluzioni concertate tra tutti.
Andare in piazza, tra l’altro stipendiati dallo Stato stesso e strumentalizzare i giovani studenti della sinistra dura è manovra scorretta e anche ambigua. Fino che saranno questi i metodi con cui i docenti vorranno affermare l’importanza della istruzione, e qui ne concordiamo appieno l’intendimento, non sono degni di essere presi in discusisone e a nostro modo dovrebbero subire sanzioni disciplinari importanti se non anche il licenziamento.
Questo senza misconoscere l’importanza dell’insegnante che dovrebbe essere esempio comportamentale per i giovani, riconoscendo ai docenti che il loro lavoro, se svoldo con dovizia e impegno, è estenuante, anche per una società cambiata a cui tutti, erroneamente, scaricano sulla scuola compiti che non le competono. E qui si pensa alla famiglia che deve fare la famiglia e deve collaborare con la scuola (cosa che molte volte non succede), con tensioni a volte molto forti e quasi insostenibili anche da parte dei docenti.
Ma un esame di coscienza è chiesto ai docenti, in maniera che devono rendersi conto che sono una categoria di privilegiati e non per questo devono issarsi su una sicura posizione di intoccabili.
E un esempio a cui noi abbiamo asisstito; una ditta che cercava una segretaria giovane con la conoscenza delle lingua, su un centinaio di candidate per un posto, ha optato per la giovane che ha studiato in un istituto privato del locarnese, anziché quelle uscite dalal scuola di commercio cantonale. Addirittura piuttosto di allieve uscite da scuole cantonali come citato, si preferiscono quei giovani che hanno frequentato un apprendistato ottenendo il certificato AFC. Questo la dice lunga….