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Care amiche, cari amici, buona domenica!
E rieccoci qui di nuovo insieme nella prima domenica di giugno. In questo fine settimana sono davvero tante le attività proposte nel nostro bel Cantone: dal festival Poestate di Lugano, alla Giornata delle porte aperte in fattoria passeggiando magari tra i Comuni coinvolti in Scollinado. A tuti voi quindi gli auguri di passare una splendida domenica! Ah, dimenticavamo: in bocca al lupo al Lugano che tra pochi minuti scenderà in campo per portare la coppa in Ticino!
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia inizia dando un’occhiata alla situazione internazionale e in particolare all’inflazione. Questa settimana sono giunte buone notizie da molte nazioni europee che vedono le previsioni per il loro indice dei prezzi al consumo rallentare se non addirittura ridursi (almeno su base mensile). Nei paesi dell’Eurozona i prezzi su base mensile sono stabili, mentre segnano un +6.1% su base annuale. L’aumento è ancora consistente, ma in riduzione rispetto al 7% di aprile. Nonostante ciò la presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde, non si dichiara ancora soddisfatta e questo potrebbe preannunciare un nuovo aumento dei tassi di interesse, magari nella riunione in previsione per il prossimo 15 giugno. Da parte nostra ricordiamo che la politica monetaria restrittiva (cioè che si basa sull’aumento dei tassi di interesse) necessita di tempo per mostrare i suoi effetti benefici sull’inflazione e pur concordando con le autorità monetarie nella strategia adottata sinora, suggeriamo prudenza. Anche se la previsione di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per alcune nazioni come l’Italia è più ottimista rispetto a qualche mese fa, lo stesso non può dirsi per tanti altri Paesi, anche all’interno della stessa Unione Europea. Pensiamo in particolare alla Germania, tra l’altro nostro importantissimo partner commerciale, che proprio qualche giorno fa è entrata ufficialmente in recessione segnando per il secondo trimestre di fila una crescita negativa del PIL. Come sappiamo in un’economia mondiale sempre più globalizzata il malessere di una nazione si trasmette subito alle altre.
E per fortuna che gli Stati Uniti non hanno aumentato questo malessere e hanno trovato un accordo sull’aumento del tetto del debito pubblico di cui abbiamo parlato molto nelle scorse settimane. Nessuno credeva che repubblicani e democratici avrebbero portato gli Stati Uniti al fallimento, ma fintantoché anche il Senato non ha dato il suo consenso le tensioni sui mercati si sono sentite. Come abbiamo preannunciato i repubblicani sono riusciti ad ottenere una riduzione della spesa pubblica di 1’500 miliardi di dollari in 10 anni (ca. 1’360 miliardi di franchi) e a imporre la regola che questa non aumenti più dell’1% nei prossimi due anni. Nel 2025 in ogni caso il nuovo tetto del debito sarà ridiscusso. Le cifre attuali dicono che nel 2022 la spesa federale americana è stata di quasi 6’000 miliardi di dollari (ca. 5’450 miliardi di franchi), che rappresenta un quarto del loro Prodotto interno lordo (24%). A titolo di paragone in Svizzera la spesa pubblica sempre nel 2022 è stata del 33.6% del PIL. Ciò che emerge da questo ennesimo accordo è che sicuramente le imminenti elezioni americane hanno giocato un ruolo consentendo di convergere su posizioni piuttosto “miti” che hanno reso contemporaneamente tutti e nessuno contento.
E chi di certo non può dirsi contento sono i cittadini svizzeri e quelli ticinesi che hanno appreso che li attende un autunno difficile. Non ci riferiamo all’approvvigionamento energetico, quanto agli importanti aumenti delle spese che dovrà affrontare la maggioranza delle economie domestiche. Nelle prossime settimane dedicheremo articoli specifici al tema, ma ora iniziamo a riportare il fatto che affitti, trasporti e premi cassa malati saranno il problema da affrontare. C’è sicuramente un effetto causato dalle politiche monetarie restrittive (e che ci attendevamo) in particolare sull’aumento degli affitti che sono strettamente legati all’andamento dei tassi di interesse. Tuttavia, gli aumenti dei premi cassa malati non hanno nulla a che vedere con l’inflazione o con la congiuntura internazionale. In questo caso il problema, o se si vuole dire altrimenti la questione, riguarda il continuo aumento dei costi. Fintantoché non ci sarà la volontà politica di affrontare il tema in maniera libera dalle pressioni dei portatori di interesse (lobbies), che sono tanti, sarà difficile trovare soluzioni serie. Quanto viene proposto di volta in volta appare come un cerotto. Un cerotto che però non tiene.
E chiudiamo con l’articolo settimanale in cui ci siamo domandati “Svizzera: l’economia va bene o va male?”. Abbiamo cercato di dare una risposta guardando ai dati pubblicati sull’andamento del PIL nel primo trimestre del 2023, ma anche alle previsioni per la fine dell’anno che, in parte influenzate da un andamento negativo delle esportazioni (si veda la situazione della Germania di cui sopra), non appaiono così rosee.
Trovate qui gli articoli della settimana
Svizzera: l’economia va bene o va male?
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Gli Stati Uniti falliranno?
Ticino: siamo sempre i più poveri
In Ticino abitanti sempre più poveri
C’è lavoro ma non ci sono lavoratori. Che fare?
PMI: Sorpresa amara nell’uovo di Pasqua
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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Svizzera: l’economia va bene o va male?
Gli Stati Uniti falliranno?
Ticino: siamo sempre i più poveri
In Ticino abitanti sempre più poveri
PMI: Sorpresa amara nell’uovo di Pasqua
L’inflazione rallenta
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante
L’economia con Amalia by Amalia1978