La pioggia è tornata ad accompagnare il nostro fine settimana e probabilmente le nubi non ci lasceranno tanto facilmente nemmeno nei prossimi giorni. Di nubi all’orizzonte, ma di tipo economico si è parlato anche al Forum annuale della Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari (FTAF) in cui tra l’altro si è discusso dei problemi legati all’approvvigionamento energetico.
Sintesi della settimana ed evoluzione
Apriamo la nostra sintesi settimanale con alcune notizie che fanno suonare un campanello d’allarme. Nelle scorse settimane abbiamo parlato dell’aumento dei prezzi al consumo che non sembra essere così passeggero come stimavano le autorità monetarie. Se i dati di ottobre hanno confermato importanti aumenti negli Stati Uniti, nell’Unione Europea in generale e in particolare in Germania, le cose non dovrebbero andare tanto meglio nei prossimi mesi. Questa ipotesi nasce dall’evoluzione dell’indice dei prezzi alla produzione in Cina. I prodotti, come ben sappiamo, prima di essere venduti devono essere fabbricati. Questo indicatore mostra i prezzi dei beni quando “escono dalla fabbrica”; ma questa è la base dei prezzi che troveremo sugli scaffali dopo qualche settimana. Così leggere che in ottobre i prezzi alla produzione in Cina sono aumentati in un anno del 13.5% non fa dormire sonni tranquilli. Potreste obiettare che la Cina è molto lontana. Vero, se non fosse, però, che la maggior parte dei nostri beni, delle materie prime e dei semilavorati li comperiamo proprio in questa parte del mondo. E proprio perché siamo lontani a questo aumento già annunciato dobbiamo aggiungere pure quello dei costi di trasporto confrontati con una carenza di mezzi, ma anche con un aumento del costo delle materie energetiche. Gli ottimisti suggeriscono che proprio questi problemi di approvvigionamento, di mancanza di trasporti e di aumenti dei prezzi, potrebbero portare il sistema economico a tornare a produzioni più locali e meno inquinanti. Sarebbe molto bello se non fosse che nella realtà riportare i processi produttivi a casa richiede molto tempo e capacità, mentre nel frattempo i prezzi lievitano e le persone i cui redditi non aumentano diventano più povere.
E anche quando leggiamo di misure per evitare di ridurre il potere di acquisto dobbiamo stare attenti. Proprio la scorsa settimana avevamo anticipato i possibili sviluppi negativi legati alla transizione di massa verso forme energetiche più pulite rispetto al petrolio, al metano e al carbone. Siamo abbastanza certi che il presidente francese Emmanuel Macron non abbia letto la nostra newsletter, eppure dopo un paio di giorni ha annunciato che il suo paese riprenderà la costruzione di centrali nucleari. Chi ha una buona memoria può ricordare che proprio qualche settimana prima la stessa presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva messo sul tavolo questa ipotesi per contrastare l’aumento dei prezzi delle energie rinnovabili e alternative. Insomma, sembra il gatto che si morde la coda. I produttori di petrolio e coloro che estraggono il gas riducono la produzione e aumentano il prezzo nel momento in cui c’è bisogno di energia per riuscire a produrre i beni e servizi che le persone vogliono consumare. Questo aumento fa aumentare il prezzo anche delle energie alternative che diventano più richieste. Di conseguenza il fatto che l’offerta di energie alternative è al momento limitata unito alla volontà di combattere le emissioni di gas a effetto serra, ha riportato in vita l’energia nucleare. È vero che non era mai stata veramente abbandonata, ma sicuramente c’era stato un importante lavoro di sensibilizzazione fatto dalle associazioni ambientaliste e non solo che aveva spinto molti paesi a rinunciare a questa forma di energia e a prevedere la chiusura degli impianti. Purtroppo i segnali che riceviamo oggi non sono molto incoraggianti e sembrano andare controcorrente indicando nell’energia nucleare una fonte “pulita” ed economica. Verità che reggono solo se si fanno errori di calcolo e non si mettono nel prezzo i rischi collegati con gli incidenti e forse ancora di più gli ingenti costi legati alle scorie da smaltire. Questo impedisce di avere un vero e proprio prezzo di mercato da confrontare con le altre forme energetiche.
E chiudiamo parlando di mercati e di vendite un po’ particolari che ci hanno incuriositi negli ultimi periodi. Innanzitutto scopriamo che ancora una volta la “Giornata dei Single” se non serve a far trovare una fidanzata o un fidanzato, sicuramente serve per fare grandi affari, soprattutto ai rivenditori online. Si narra che l’idea iniziale di alcuni studenti cinesi rigorosamente single era quella di creare una festa in antitesi a San Valentino. Quale giorno migliore se non l’11.11, giorno composto dal numero uno che indica il singolo? Orbene, nel corso degli anni i grandi venditori hanno fiutato la possibilità di sfruttare questa celebrazione per indurre i single (ma non solo loro) a comperare in questo giorno particolare. Così molti di loro hanno iniziato una tradizione di sconti mirati per ingolosire i clienti. Possiamo essere un po’ scettici, tuttavia anche quest’anno Alibaba (multinazionale cinese del commercio online) ha battuto ogni record di vendita incassando 84.5 miliardi di dollari (l’anno scorso aveva guadagnato 74 miliardi). Non disperate se non avete sfruttato questi sconti: in arrivo per voi altri due giorni creati ad hoc dal marketing con centinaia di offerte, il Black Friday (26 novembre) e il Cyber Monday (29 novembre). Sconto che non avuto uno chef giapponese che ha comprato in un mercato locale un granchio delle nevi gigante per 5 milioni di yen (circa 40 mila franchi); difficilmente avremo la disponibilità finanziaria per assaggiarlo, ma ci fidiamo del fatto che sarà una prelibatezza. E che dire di colui o colei che potrà esporre nella libreria del suo salotto Wilson, la famosa palla amica di Tom Hanks nel film “Cast Away”? Speriamo che varrà il suo prezzo di 308 mila dollari (circa 280 mila franchi). Chi non finirà probabilmente nel salotto di casa del compratore è Big John, lo scheletro di 8 metri di un dinosauro vissuto 66 milioni di anni fa che è stato comperato per 6.6 milioni di euro (quasi 7 milioni di franchi). E finiamo queste notizie particolari con Elon Musk che non smette di far parlare di sé. L’uomo più ricco al mondo, domenica scorsa ha chiesto ai suoi seguaci di Twitter se dovesse vendere il 10% delle sue azioni. La provocazione è stata una risposta all’idea del presidente americano di tassare le proprietà dei miliardari. Dopo questo annuncio il valore delle azioni di Tesla è crollato del 12%. Ma state tranquilli, Musk non diventerà povero, anzi. Parrebbe che dopo aver venduto una bella quantità di azioni e incassato 1’000 dollari per ognuna di esse, la abbia ricomperate a 6 dollari l’una. Diremmo un bell’affare. Forse alle autorità statunitensi di vigilanza del mercato borsistico dovrebbe suonare qualche campanello d’allarme.
E i campanelli d’allarme suonano oramai da molto tempo nel cantone Ticino. Nel nostro articolo L’emigrazione giovanile impoverisce il Ticino pubblicato il 6 novembre da L’Osservatore (che ringraziamo) parliamo del problema dei giovani che lasciano questo Cantone a causa della mancanza di prospettive professionali. Tema questo sicuramente trattato molte volte, ma sul quale non si può smettere di discutere fintantoché non saranno trovate soluzioni. I nostri giovani e le nostre giovani meritano la possibilità di costruirsi il futuro dove sono cresciuti.
Trovate qui gli articoli della settimana:
L’emigrazione giovanile impoverisce il Ticino
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Salari bassi: i frontalieri aumentano, i giovani emigrano
Ricchi e Poveri. La perequazione tra i Cantoni
La formazione professionale nella rivoluzione industriale 4.0
Che buono il cioccolato! Ancora più dolce se è sostenibile…
120 secondi
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TikTok
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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L’emigrazione giovanile impoverisce il Ticino
Salari bassi: i frontalieri aumentano, i giovani emigrano
Ricchi e Poveri. La perequazione tra i Cantoni
La formazione professionale nella rivoluzione industriale 4.0
Che buono il cioccolato! Ancora più dolce se è sostenibile…
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante
L’economia con Amalia by Amalia1978