Bisogna far capire che far lavorare da casa i propri dipendenti potrebbe essere più redditizio e risolvere alcuni problemi come ad esempio la mobilità. Le statistiche dicono che il dipendente da casa rende di più, si sente più motivato e meno oppresso. La nuova tendenza di alcuni posti di lavoro dove in un enorme salone tutti sono presenti al lavoro senza la minima privacy, noi riteniamo sia la cosa peggiore che possa esistere. Tenere sotto tensione vera ed apparente il dipendente può solo generare frustrazione e negatività. Sappiamo che molti lavori non possono essere svolti a casa, ma certi lavori, in particolare ricercatori, terziario e consulenze possono venir svolti benisismo da casa con risultati eclatanti. Pensate di vendere meglio un terzo pilastro in un ufficio ovattato, dove si respira artifizi lontani un miglio o a casa propria, davanti un bicchierotto di vino e discutendo liberamente delle proprie esigenze e tematiche. I nostri migliori affari li abbiamo sempre fatti a casa o davanti ad un buon piatto, in allegria e senza le coercizioni che un ufficio statico ti impone. Risolveremmo il problema, o parte di esso, della mobilità, meno inquinamento, meno stress e via dicendo. Ma forse, da parte padronale ancora l’idea che se non controlli il collaboratore non rende. Con questi pensieri non si arriverà da nessuna parte e il divario intellettuale tra imprenditori e collaboratori sarà sempre più profondo. Interessante sarebbe iniziare a prevedere veramente una ristrutturazione mentale sul mondo del lavoro e diamo fiducia ai collaboratori, perché sono poi loro che fanno grande la ditta.