Il Lugano affronta l’Ambri venerdì sera, poi il Kloten , poi lo Zugo e ancora l’Ambri. I Leventinesi sono a 3 punti dalla riga rappresentata dal Kloten. Come volevasi dimostrare, su 4 partite ben 3 dei bianconeri incrociano la via leventinese, direttamente o indirettamente. Dunque per l’Ambri se vorrà fare i Play-off dovrà battere il Lugano entrambe le volte e vincerne almeno una contro il Bienne. E così facendo non viè la garanzia di raggiungere i Play-off. Questa volta l’Ambri ha le spalle al muro ed inutile che i tifosi sputano sui social veleno per il neo acquisto luganese Kostner. Invece di essere avvelenati per le sorti della propria squadra, i tifosi devono raggrupparsi attorno alla squadra e far capire ai giocatori che ci sono. Dare quel giusto imput ai giocatori, facendo saper loro che non sono soli e non al primo errore iniziare a fischiare. Questo Ambri, in questi giorni, ha bisogno un ambiente calmo, logico ed entusiasta, indipendente da come andranno le cose. Che poi il calendario sia pianificato follemente, che la formula dei Play-out sia sensa senso e che gli arbitri potranno far pendere un equilibrio instabile da una all’altra parte, questo non serve a nulla per l’Ambri che ha un solo scopo; raggiungere i Play-off e se l’operazione non dovesse andare in porto potrà solo fare mea culpa perché di punti gettati alle ortiche durante il campionato sono almeno dieci, e senza questi punti sciupati ora l’Ambri si starebbe già preparando per i play-off. Si tratta di lavorare alla testa dei giocatori, e in situazioni come queste l’allenatore ha una funzione principale; incutere sicurezza e morale ai suoi. Prepariamoci dunque a gustarci 4 partite di fuoco per le due ticinesi con un obiettivo alla portata di mano per i leventinesi e uno quasi impossibile per i bianconeri, arrivare nei primi 4 posti della classifica finale. Per far ciò anche il Lugano deve vincere le ultime 4 partite, senza se e senza ma, cercando di prepararsi al meglio per passare finalmente dai quarti alle semi finali e perché no, in finale e perché no alzare dopo dieci anni ancora l’insalatiera dei campioni.