Il Ticino, che gran Cantone, a vocazione turistica, dove ogni anno si perdono centinaia di migliaia di pernottamenti, dove l’osservatorio turistico ci dice che non andiamo bene, dove l’accoglienza è sotto lo zerbino, dove tutti lavorano solo per se stessi e dove si guarda in cagnesco il vicino perché magari guadagna, o perde, di più rispett. di meno. Interessante la politica promozionale di alcune piccole stazioni invernali ticinesi. Creano posteggi vicino agli impianti di risalita e per meglio attirare le persone osano farli pagare, coe se andare a sciare fosse già uno sport economico. Poi ti spellano con la giornaliera, ti spellano nei ristoranti di alta quota e se potessero ti farebbero pagare anche l’aria che respiri. Tutto sotto il cappello di “Promozione turistica”. Che a Montana o Davos si possa fare pagare il posteggio, al limite ci può stare, ma che nelle nostre stazioni invernali, almeno in alcune, quelle che senza l’appoggio di comuni e cantone non sarebbero in grado di camminare da sole, pensano che basti aver il sole e la neve (!) per permettersi di cercare di spennare i turisti, anche quelli locali, forse tutto deve andar rivisto con metodologie diverse. Se naturalmente assumi poi personale non qualificato, ma casi sociali, l’operazione turistica diventa ancora più delicata, considerando come i momenti di crisi sono duri e vanno contrastati con tanta gentilezza, accoglienza e promozioni economiche. E noi la buttiamo lì, non come farina del nostro sacco, ma come succede più e mono in tutto il mondo. Chi compera la giornaliera ha il mezzo pubblico gratuito, tipo navetta da un Park and Ride alla partenza degli impianti di risalita, chi risiede nel comune dove vi sono gli impianti di risalita, ha la giornaliera a prezzo altamente di favore, visto che già con le tasse contribuisce a coprire i buchi di gestione degli impianti stessi. I posteggi, a chi ha un titolo di risalita, giornaliera, annuale o altro abbonamento sono gratuiti e riservati per loro e non per il personale che posteggia le macchine in luoghi pregiati costringendo i turisti (che pagano) a fare delle lunghe camminate tra posteggio e impianti di risalita. Tutto semplice direte voi ma così non sembra essere. Quando vi sono incompatibilità di cariche succede che tutti tacciono e che forse si attuano questi stratagemmi, freni turistici, perché in fondo non si vogliono troppi turisti che potrebbero modificare il modus vivendi dei locali o dei fruitori abitudinali. Peccato che pensano che sia “cosa” loro, ma che alla fine che paga è tutta la collettività per poter permettere a pochi privilegiati di divertirsi nel loro personale e privato campo di divertimenti innevati. Che ce lo dicano subito se vogliono il turismo o non lo vogliono…. (ETiCinforma.ch/rb)
Che i signori incaricati della gestione di questi impianti ci dicano le cifre vere, non quelle che vogliono dirci, ci dicano quanti pernottamenti nuovi portano le piste invernali, in pratica ci dicano in cifre l’indotto vero e non solo citare l’indotto senza le prove di quello che affermano. Come facciamo a sapere se l’operazione ha un senso o meno se ci vengono negate le cifre vere delle gestioni degli impianti, dei ristoranti correlati, dei pernottamenti e dei posti di lavoro pregiati e anche l’indotto degli artigiani. Vogliamo le cifre, ma queste non ci vengono mai dette perché sanno esattamente quali sarebbero le conseguenze immediate….
Gli studi sulle stazioni invernali in Ticino fatti a suo tempo avevano sancito che solo due stazioni invernali avevano ragione di esistere (Airolo e Bosco Gurin). Poi la politica cantonale ha deciso che tutte le altre stazioni dovevano essere aiutate con soldi pubblici per non sappiamo bene quali vantaggi ….