Cari maestri la cuccagna è finita. Inizia per voi un periodo di massima concentrazione, dove è richiesto a voi di aiutare nella crescita non solo scolastica i nostri giovani. Che le scuole obbligatorie, in particolare le media siano il fallimento di un sistema scolastico non più attualizzato è lì sotto gli occhi di tutto. Che voi cari maestri avete delle difficoltà non indifferenti a rivedervi integrati in un sistema globale di scolarizzazione è pure evidente. Lasciamo perdere Usi e SUPSI scuole intelligenti ed inutili per il forgiare dei nostri giovani, ma tuffiamoci nella scuola media che necessità di nuovi stimoli, oltre che nuove metodologie. La scuola media dovrebbe dare le basi minime per uno sviluppo ulteriore dei nostri giovani, sia che intraprendino un cammino lavorativo che scolastico. Sempre peggio, chi va bene viaggia su un binario e chi ha tempi differenti di maturazione viene lasciato al proprio destino con un corpo insegnante impreparato per questi molti casi. Poi arriviamo al risultato peggiore a cui si può ambire che è l’odiare la scuola e se questi sono i sentimenti degli allievi, difficilmente si potrà costruire qualcosa di buono. Diciamo poi che gli ultimi direttori del dicastero cultura e scuola ci hanno messo del loro per peggiorare l’ambiente scolastico obbligatorio, pensando unicamente alle USI e SUPSI, per lasciare nel tempo il loro segno. Un sindacato docenti che si occupa prevalentemente di cautelarsi gli stipendi e non guarda alla sostanza della scuola e la difficoltà dello stesso corpo insegnanti di dialogare con i genitori, loro stessi problematici di loro, con le difficoltà di ogni giorno. Anche perché se entrambi i genitori devono lavorare per sbarcare il lunario, ci troviamo un reggimento di alunni soli, non accompagnati e potenzialmente talebani nella scuola detta democratica. Sentiamo nei vari locali e riunioni di come il corpo insegnante sia mentalmente elefantiaco, incapace di rinnovarsi nello spirito e nelle metodologie, con difficoltà nel trovare una linea comunicativa abbastanza moderna per accappararsi le grazie degli alunni. La difficoltà dei genitori di face i genitori, perché non hanno tempo e devono pensare a lavorare per garantirsi la vita a loro e ai loro figli. Una società che ci manda input sbagliati, a cui la debolezza del sistema educativo globale non sa reagire o non vuole reagire. Ci ricordiamo ai tempi dei zaini Invicta, fr 180 l’uno, a ci anche i nostri figli li bramavano; noi non potevamo fare questo sforzo economico e abbiamo preso dei simili a fr 80 l’uno, alternativa era andare a scuola con il sacco della Cooperativa. Il dire di no ai figli ci è costato una grande dose di pazienza, poi le cose si sono appianate. Non è solo scuola, dove si parla di nozioni ma è una concatenazione di effetti e conseguenze globali che pongono la scuola nella necessità di modernizzarsi e capire il sistema che stà loro attorno. Da un paio d’anni i parlamentari stanno studiando la “Scuola che verrà”, capitanata dal Dir. Di DIP: una boiata solenne che non vede la luce perché i partiti lottano sulle loro ideologie… Abbiamo bisogno di un sistema scuola nuovo, improntato su una società diversa, ma che sappia ben integrarsi nelle nuove necessità globali di questo difficile mondo. Quanto è difficile fare il genitore, quanto è difficile fare il maestro e quanto è difficile fare l’alunno. Troviamo punti d’incontro tra queste tre entità e di certo qualcosa migliorerà. Ai politici… fate meno i politici e rendetevi conto che i primi nove anni di scolarizzazione sono le basi per un futuro migliore dei nostri giovani e che la smettino di fare i politicanti che non ne abbiamo proprio bisogno. La scuola è una cosa serie cerchiamo di non giocarci attorno. E con queste premesse grigie, che sia forse l’anno per trovare quei nuovi trampolini di lancio che permettano di non essere in fondo alla scala dei valori a livello Svizzero ma di primeggiare… Buona scuola!
NB: purtroppo l’arroganza di molti insegnanti mette in cattiva luce il sistema e quei maestri, sono ancora molti per fortuna, che ci mettono ancora entusiasmo. Perché insegnare è comunque una missione e di certo non è semplice!!!
(ETC/rb)