Vi ricordate ai tempi della votazione popolare con il tema di bandire il fumo nei ritoranti, bar e in tutti i luoghi pubblici. Assomigliava che si sarebbe assistito al cataclisma dei ristoranti, senza più economia e che avremmo visto lo sfollamento dei nostri ristoranti e baretti. Era anche questa, a distanza di anni la solita bufala di chi non voleva cambiare nulla, pensando che sarebbe stato meglio, fregandosene bellamente anche dei propri collaboratori costringendoli a respirare fumo passivo. La popolazione, benedetta democrazia Ticinese, ha sancito la fine del fumo nei ristoranti. Allora vi fu la corsa a modificare ad hoc la legge per permettere agli amici ristoratori di qualche polico importante di continuare a permettere di fumare nei propri locali. Si inventarono, i politici, direttive assurde che avevano l’unico vantaggio per certi fornitori di porte anti fumo e via dicendo. Chi fuma esce dal locale e faccia poi quello che vuole, anche se a noi piacerebbe il divieto assoluto di fumo anche in giro per strade e piazze. Chi vuole fumari si affumichi pure in macchina o a casa propria e che le sigarette costino almeno fr 20 a pacchetto. Licenza di morire eticamente non permessa a nessuno ma se proprio una persona piace farsi del male, che lo faccia a se stessa e non agli altri. Oggi la situazione è molto cambiata, le scuse di alcuni ristoratori che non lavorano vanno addossate al cambio sfavorevole, alla meteo (da 23 giorni che è come vivere in Africa, dunque in vacanza) ai costi elevati del personale e via dicendo, ma qui si potrebbe aprire una finestra ampia e scoprire che la crisi a volte ce la cerchiamo noi stessi. Di fatto, alcuni ristoranti che avevano creato all’interno dei propri locali, lo spazio esclusivo per i fumatori, li stanno lentamente smantellando, facendo posto a salottini per Aperò o potenziando i numeri a sedere per la gente che mangia. Era una grande bufala….