Tutto quello che ci raccontano sono parate da occasione ma la realtà è ben diversa, a nostro modo di vedere. Se Fischer ha non dimostrato le sue capacità di allenatore, troppo debole e senza idee. Un allenatore che non ha polso, che mette in castigo uno o l’altro senza una grande logica, perdendo l’autorevolezza per la sua autorità apparente, segno di grande insicurezza. Un allenatore che vuole gestire la squadra a modo suo, cambiando metodo di approccio ogni volta e che non ha mai fatto un suo esame di coscienza non è assolutamente in grado di gestire 20-25 professionisti (galletti). Quando sei in ultima posizione e continui a dichiarare che sei contento del gioco della squadra, probabilmente o sei un incosciente o non hai capito il ruolo dell’allenatore. Ma di certo non solo Fischer è l’imputato unico di questa disfatta bianconera.
Il direttore sportivo del Club, ingaggiato dal 2010, con 66 nuovi giocatori di cui 39 stranieri, dovrebbe anch’esso guardarsi allo specchio e farsi un piccolo esame autocritico. Il fatto di aspettare fino ad oggi per prendere una decisione che andava presa già a fine scorso campionato, è l’arte del non decidere e nello sport è un atteggiamento assolutamente negativo ai fini del risultato globale della squadra. Un grande complimento a Roland Habisreutinger per aver messo la faccia in televisione in una giornata assolutamente difficile.
La presidente vive un ruolo difficilissimo, presa tra sentimento, entusiasmo e realtà. Ecco perché deve avere uno staff razionale che le permetta di decidere e la supporta. Vivere e masticare da quando si è nati la maglia del Lugano, quando poi ti ritrovi alla testa del tuo club, le difficoltà decisionali vengono meno. Ma alla fine decide lei e di regola le sue decisioni hanno quasi sempre portato effetti benefici al club.
I giocatori. Un capitolo difficile da interpretare in quanto sono quelli che scendono sul ghiaccio, che percepiscono stipendi faraonici e si permettono di giocare contro il proprio allenatore e di riflesso contro il proprio datore di lavoro. Molti giocatori avevano dimostrato le loro doti tecniche nella passata stagione e questi stessi giocatori sembrano oggi diventati dei “dilettanti allo sbaraglio”. Noi non crediamo che di colpo un giocatore come Brunner, Klasen, Petterson, tanto per citarne alcuni, non riescono più a giocare come sanno. Il dubbio forte che sorge è che proprio queste prime donne si sentono intoccabili, e si permettono di giocare approssimativamente senza l’impegno necessario tanto da far cadere la testa di quell’allenatore a cui loro non garba più che sia il loro capo. Se così fosse, tutto il sistema hockey ne verrebbe meno e sarebbe una vergogna per tutto lo sport. Meriterebbero, anche se utopico, che vengano lasciati in panchina per 2 mesi e sostituiti da giovani del vivaio. Perdere per perdere è meglio perdere a testa alta, con l’onore delle armi, cosa che questo manipolo di milionari non ha fatto da 16, ripetiamo 16 partite.
ETiCinforma.ch/rb