La nostra storia contadina parla di grotti, di luoghi dentro la montagna, freschi, dove alla sera ci si ritrovava con un buon tazzino e salame nostrano, passando del tempo assieme a raccontarsi le solite storie del Ticino che fu. Non pretendiamo di trovare ancora questo ambiente, o meglio questa atmosfera che ti avvolge di storia contadina e di tradizione dandoti il senso di vera integrazione territoriale. Sarebbe forse troppo pretendere di trovare queste emozioni, anche se in alcuni grotti veri si può respirare ancora la nostra storia. Una storia fatta di sudore, di lavoro ma anche di felicità, solidarietà e tutto quanto ha fatto del nostro Ticino la storia bella e vera. Nel Magazine di ottobre 2017 oltre che parlare del nostro incontro Gastronomico “Al nos mangee…” parleremo di grotti veri, quei pochi rimasti. Sarà un tuffo nel passato con una piccola nostra ambizione: suscitare interesse e stimolare magari chi gestisce un grotto a restare fermo alle tradizioni storico-culturali delle nostra gente. La gioia del vero oste del grotto è quella, o dovrebbe essere, di proporti i salumi e i formaggi del luogo, parlarne con entusiasmo e essere a queste condizioni il vero ambasciatore del nostro cantone. Altro che marketing internazionale verso Arabi e Cina, ci vogliono anche questi, ma partendo dal basso, dalle nostre prerogative si compiono poi i passi necessari. Se neppure noi crediamo in queste cose come vogliamo pretendere di veicolare la nostra terra ad altri? Tratteremo dunque di grotti, non con nomi e altro ma con le storie vere di chi ha il Grotto nel proprio DNA. A loro un grande grazie per veicolare il Ticino come eccellenza in ogni senso.
Se noi entriamo in Grotto o definito tale e non respiriamo l’aria del grotto, scusateci non ci torneremo mai più. (ETC/rb)