Greenwashing, neologismo inglese che generalmente viene tradotto come ecologismo di facciata[1] o ambientalismo di facciata[2], indica la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti, che venne instaurata già dagli anni settanta.
Prima di entrare nel tema della tavola rotonda tenutasi a Locarno il 7 febbraio 2023, abbiamo voluto pubblicare il significato della parola GREENWISHING secondo Wikipedia.
Detto ciò, il tema dell’ecologia o sostenibilità ambientale è entrato di fatto nella logica di tutti i giorni. La sensibilità delle persone è alta e molte volte le aziende giocano sulle e con le parole per indurre la clientela ad acquistare quello o quell’altro prodotto, purché sia targato Green. Un tema dunque che può creare indotti economici importanti, senza rispettare in realtà la sostenibilità, sia ambientale, sociale ed economica.
Gli spunti ed osservazioni giunte dalla sala sono improntate sulla sostenibilità, sul fatto che molte aziende investono nel Green, a volte consapevolmente e molte volte unicamente per dare un’immagine di se stesse molto Green che fa tanto “shallo”.
Qualche voce critica si è alzata, denunciando molta ipocrisia sul tema e una volontà di legiferare, o almeno verificare, che chi si “spaccia” per Green lo sia davvero e non sia solo una facciata per vendere di più e fare unicamente più soldi.
Va anche detto, e sono parole sentite dalla responsabile della rivista TuttoGreen che pubblicare la stessa su carta riciclata costa molto di più che su carta bianca normale. (stessa tematica che anche la nostra associazione ETC ha voluto studiare per un suo immediato futuro nella stampa del proprio magazine #fattoreETC).
Chiaramente dalla sala un coro unanime sul fatto di educare, informare sulla tematica e cercare noi stessi, nel nostro piccolo di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e di riflesso del genere umano.
E’ stato portato in sala uno studio fatto presso la popolazione a Lugano, riempiendo due flaconcini della stessa crema, esattamente la stessa ripetiamo, e messi in vendita con indicazioni esterne differenti nella grafica. Uno tubetto era improntato sul Green, ambiente e via dicendo e l’altro era invece neutrale. Ebbene si sono viste scene, così ci è stato riferito, di clienti che si sono spalmate le due creme sulla mano, rivelando che quella del tubettino Green era migliore dell’altra. ERANO RIEMPITI DELLA STESSA IDENTICA CREMA. Ebbene 20 c0mpratori hanno acquistato 19 tubettini Green.
Questo esempio ci fa capire come la manipolazione a scopi economici sia dietro l’angolo e sia un pericolo vero per i consumatori, ma prima di tutto per il nostro ambiente!
Potremmo scrivere tanto altro, ma ritorneremo regolarmente sul tema, perché a noi stà a cuore l’ambiente in cui viviamo e nel nostro piccolo cerchiamo di iniziare a cambiare il nostro momentum con abitudini vicine all’ambiente. Bottiglie in vetro che non si gettano ma si riutilizzano, caffe con la melitta e non con la capsule, e via dicendo…
Di seguito alcuni interventi della serata in video:
(spiegazione di GreenWishing da parte dei responsabili)
(sostenibilità)
(pulizia sul web – ricordiamoci che il web inquina parecchio)
https://youtube.com/shorts/UB1rZ8Uy-DY
(opinione di un relatore sul cibo, molto discutibile)
https://youtube.com/shorts/R4afhlkLyNY?feature=share