Quando riceviamo i programmi di attività del tempo libero di un grande centro, che fa testo in Ticino è Lugano, maestro nell’organizzare e pianificare gli eventi, seguito a ruota da Locarno, che ha maggiori difficoltà al coinvolgimento generale dell’economia in senso lato, salvo Festival, ci rendiamo conto come gli eventi servono per creare indotto ai commerci locali. Ma l’indotto non deve essere subito dall’economia locale bensì la stessa deve attivarsi. ieri sera a Lugano Harley ovunque, in una serata favolosa, lungolago chiuso e ristoranti pieni zeppi di motociclisti, curiosi e turisti, come anche di residenti. La festa di un evento deve essere globale affinché possa dirsi un successo. In un momento di crisi come stà attraversando Lugano, comunque le autorità si rendono conto come gli eventi siano importanti per generare economia, indotto e sinergie, parole abusate nelle valli da operatori statali e para-statali che non ne conoscono, o fanno finta di non conoscerne il vero significato. Tutti quegli operatori e anche amministratori locali, che non hanno alcuna attività loro propria imprenditoriale, per cui non possono nemmeno immaginarsi gli sforzi compiuti dagli esercenti, dai commercianti, per cercare di stare a “galla”, non abbiamo detto guadagnare. Se in un Lugano, come altre cittadine del cantone, pensiamo Locarno-Ascona, Morcote o Bissone si ritrovano già di per loro con turisti presenti, vuoi per una politica turistica lungimirante, vuoi per l’attrazione di questi centri, vuoi anche per la bellezza stessa del paesaggio che non è merito dei cittadini, nelle valli, sebbene scenari ampi e spettacolari, si trovano con difficoltà solo a livello di mobilità pubblica. Poi sono i numeri che sanzionano una situazione florida o meno, e nelle valli anche i numeri penalizzano. La mentalità imprenditoriale delle valli, sempre salvo eccellenze presenti, lascia a quanto meno dei dubbi. Penalizzati dai numeri, penalizzati da un’economia debole, penalizzati da strutture poco adeguate, penalizzati da orari di aperture di negozi e strutture turistiche diametralmente opposti alle esigenze di quei pochi turisti presenti, la realizzazione di eventi è concretamente più laboriosa. Non dimentichiamoci che il terziario, che nelle valli ci ha dissanguato e sfruttati, ora non regalano neppure le tovaglie di plastica per eventi locali, perché sono comandati dalle sedi centrali oltr’alpe e di là se ne fregano altamente dell’economia locale. Un banchiere, di una banca che si dice vicino al popolo, ci ha affermato che se non sono eventi con risonanza minima Cantonale ma meglio ancora Nazionale, non entrano nemmeno nel merito. Però continuano nelle loro pubblicità a affermare l’attaccamento al territorio. Balle su balle! queste sono le banche !!!
Ma ritorniamo all’organizzazione di eventi nelle valli. Prima di tutto sarebbe ora di finirla di lavorare a compartimenti comunali, prendiamo l’esempio delle tre valli, alto Ticino. Ogni comune ha il suo animatore (che costano tante risorse economiche), ogni comune organizza selvaggiamente i suoi eventi, senza a volte neppure comunicarli al di fuori dei propri confini territoriali, in una regione piccola abbiamo tre uffici turistici, naturalmente chiusi la domenica anche in estate (addirittura si concedono le ferie ai dipendenti durante quei due mesi dove il turismo dovrebbe dominare), nessuna concertazione tra regioni sugli eventi, nessun cartellone comune con le opportunità di svago e garantiamo che nella regione 3Valli gli eventi non si contano talmente sono parecchi e anche molto carini, l’economia privata viene coinvolta in una maniera tradizionale nella richiesta di soldi per un loghino pubblicato (che sicuramente mostra come il commercio locale tiene a quell’evento nel suo comune) ma tutto questo non è abbastanza per non dire è quasi inutile. La parola Marketing a certe latitudini suona ancora di misterioso e tetro, quando invece si potrebbe creare un cartellone estivo (Gottardo Eventi – regione alto Ticino) e coinvolgere i commerci locali nel creare nei propri spazi di vendita scenografie che richiamano gli eventi stessi e alla ristorazione chiedere menu speciali per invogliare la gente non solo a partecipare all’evento ma a creare l’evento nell’evento vivendo la giornata nella regione a tutto campo. Allora certo che a ogni commercio si può chiedere non i soliti fr 50.- ma una cifra più importante, perché questi avrebbero una buona visibilità e ne trarrebbero guadagni dall’organizzazione stessa degli eventi. Creare evento fine a se stesso è antiquato, dispendioso e non porta i risultati auspicati dall’intero assetto economico regionale. Dobbiamo calcolare cosa ci costano i vari animatori turistici (o presunti tali, bisogna anche permettere loro di lavorare dando risorse economiche), cosa costa la logistica che i comuni dovrebbero mettere a disposizione degli organizzatori a titolo gratuito, e che tutti questi eventi devono portare la coperture delle spese di promozione come anche guadagni all’economia locale. Tutto il resto sono le favole che da venti anni ci raccontano i soliti “saputelli” del turismo e che noi ci beviamo come buone. BISOGNA ASSOLUTAMENTE CAMBIARE DINAMICHE E INCARICARE CHI GIÀ DI PER SE OPERA AL DI FUORI DEI CONFINI TERRITORIALI DELLA REGIONE. Ma questo comporta chiudere gli occhi e forse dimostrare che si ama il territorio nel quale si vive, oggi noi abbiamo l’impressione che molti organizzatori, invece del territorio, si guardano allo specchio e si congratulano con loro stessi. (ETC /RB)