(Fonte articolo: http://www.labregaglia.ch/?p=86476)
Dall’allarme delle 9.30 fino a sera, tutti gli enti coinvolti nella gestione dei pericoli naturali sono stati in piena attività. Gli sfollati dai villaggi dormiranno fuori dalle loro abitazioni.
La segnalazione di pericolo, diffusa dal Comune di Bregaglia il 14 agosto scorso, ha trovato la sua realizzazione in tempi brevissimi. Dopo alcune avvisaglie domenica e lunedì scorsi, questa mattina dal Pizzo Cengalo sono crollati circa 4 milioni di metri cubi di materiale.
“A un certo momento non arrivava più acqua nella Bondasca – ha visto una persona a Promontogno – e poi è arrivato il fango”. Un fiume di fango. Un mare di fango. Che ha travolto, a monte, cascine, stalle, sentieri, per poi raggiungere il fondo valle, fra Bondo e Promontogno, passare sopra l’ultimo ponte, trascinando via le due stalle adiacenti e la parete scorrevole di protezione. Il materiale ha riempito il bacino di contenimento, realizzato qualche anno fa dal Comune dopo lo scoscendimento del 2011.
“Quello che ci ha sorpresi – ha spiegato il geologo cantonale Yves Bonanomi – è la quantità di acqua che è scesa. Abbiamo ipotizzato che in parte arrivi da un piccolo ghiacciaio, che si è sciolto sotto la pressione del materiale franato”.
Non hanno invece sorpreso né il punto di distacco né la quantità del materiale: “Avevamo elaborato una simulazione – ha affermato ancora Bonanomi – di un’eventuale frana, insieme al Politecnico di Zurigo. Ed è successo proprio così: 4 milioni di metri cubi, che si sono mantenuti nell’area prevista”.
Durante la conferenza stampa, Martin Keiser, dell’Ufficio foreste e pericoli naturali, ha fatto notare che il bacino era ormai pieno e nel caso dell’arrivo di nuovo materiale, questo avrebbe inondato la strada cantonale. Ha anche aggiunto che però al momento non si può svuotare, perché la situazione è ancora pericolosa. Autorità e giornalisti non avevano ancora lasciato gli uffici comunali che una nuova colata di fango è arrivata, facendo tremare il pavimento, ha viaggiato sul materiale già depositato nel bacino e ha proseguito il suo viaggio sulla superficie della strada cantonale.