Votare è un diritto, ma a mio modo di vedere è un dovere. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale vuota di contenuti, dovo lo sport preferito è stato quello di attaccarsi con fuochi incrociati tra avversari partitici e addirittura in alcuni casi, fuochi incrociati tra patiti che si sono uniti unicamente per “cadreghini”. Strategie di partiti incomprensibili, come non accettazione di una candidata per paura che offuscasse la number One che deve assolutamente sedere in CdS. Cartelloni sulle strade monchi, con partiti uniti per scopi meramente elettorali, che fanno campagna a se, attaccandosi tra di loro veracemente, sconsigliando di votare quelli del patito amico ma avversario. Detto ciò un assenza di discussione sui temi, comizi elettorali che sembrano più frasi di marketing per vendere un prodotto commerciale. I vari candidati, quelli almeno che hanno la visibilità dovuto al loro borsino, e anche al borsino di loro sostenitori, che appaiono ovunque senza portare concretamente cosa vogliono fare per risolvere i problemi che assillano noi cittadini, non della classe media, ma cittadini che lavorano e non sono in grado di sbarcare il lunario causa stipendi indegni e una concorrenza estera difficilmente sostenibile. La politica non si muove e riesce solo a gridare allo scandalo per le tassette e balzelli, per i premi cassa malattia, per il disagio del mondo giovanile, per una scuola che è diventata campo di battaglia partitica ed ideologica ma non preoccupazione per una formazione degna di tale nome. Se poi consideriamo l’ambiente sentiamo tutti sciacquarsi la bocca con la parola Green ma concretamente ci dicono di acquistare le vetture elettriche, gli alimenti bio, riscaldare con pannelli fotovoltaici, tutte belle intenzioni, ma che al privato costano un occhio della testa e se non sei ricco non puoi permettertelo. Con esempi poco edificanti: guadiamo al parco veicoli militari che inquinano l’inverosimile, ma meglio dare soldi a paesi in guerra che cercare di essere di buon esempio. Anche il mondo contadino non è da meglio. Ricevono sussidi o facilitazioni, chiamiamoli poi come vogliamo e se ti trovi in bicicletta ai mondi e ti sorpassa un mezzo vetusto per potare il fieno o altro e per caso non ti turi il naso rischi di morire per una vampata di aria inquinatissima. Però a noi poveri cittadini ci fanno sentire in colpa perché non abbiamo i soldi per acquistare vetture elettriche, per istallare nelle nostre abitazioni vecchie sistemi moderni e non inquinanti…
Entriamo anche nel tema turismo e qui potremmo apire un libro. Tutti con ricette dogmatiche, non concrete, importante chiedere sempre soldi allo Stato per soddisfare le voglie di divertimento di pochi privilegiati, e non pensiamo solo agli impianti invernali ma ci riferiamo a piani strategici concreti e vincenti, da attuarsi in tempi ristretti. La politica, in balia dell’economia, non ha la capacità o la volontà di intervenire laddove dovrebbe intervenire. Non vogliamo riferire di alcuni slogan tipo “il mio partito ha depositato tre atti parlamentari”, e allora? oppure “Si può” ma cosa si puo? come anche “per una politica che pensa al benessere dei cittadini” bello ma cosa deve fare questo candidato per concretizzare la propria frase ad effetto?. Ma continuiamo con altre butade comiche a mio modo di vedere: “per una scuola di qualità … le soluzioni ci sono” poi leggi le soluzioni e sono solo frasi ad effetto con qualche correttivo tipo spendere di più senza dire dove si prendono i soldi… Ma andiamo avanti in questa commedia tutta alla Ticinese: “Per il nostro cantone voglio di più”, ma tutti noi vogliamo di più ma dicci che cavoli vuoi fare per volere di più!, ma comincia a prendermi la mano dal divertimento…”Gordola nel cuore, il Ticino al centro” ma che significa cavolo?. Si si continuiamo tanto per capire che come possiamo votare persone che non ci danno soluzioni ma solo slogan, le nostre famiglie mangiano pane non slogan. Poi l’onestà di chi scrive: “Nessuna promessa, faccio le cose per migliorare il Ticino” qui siamo all’apoteosi del nulla. Altri che scrivono “Cambiamo Ora” ed è gente che da venti anni fanno politica ma non hanno mai pensato di cambiare prima!.
Poi vi sono candidati che prima di fare politica hanno dimostrato il loro valore, sia nel volontariato, sia nella ricerca di soluzioni lavorative per chi non ha lavoro, candidati non appariscenti che magari non ce la faranno perché per loro candidarsi sarebbe un mezzo per portare avanti il loro operato con maggiore visibilità e pi^successo per il prossimo.
Alla fine chi ce la fa: chi investe in soldi, chi ha tessuto da anni una rete (ragnatela) di contatti, chi riesce grazie alla propria professione ad avere sbocchi, chi grida di più e ha slogan più belli ed emozionanti.
Ma noi che dobbiamo votare, qualcuno ci pensa che abbiamo le idee confuse e che forse a causa di questo stato di cose molti non andranno neppure a votare (sbagliando).
Valutiamo per chi ci chiede il voto cosa ha fatto nel passato e che soluzioni ha portato, che ideologia supporta e cosa ne pensa della socialità. A mi dimentico tutti quelli che vogliono il pareggio dei conti, dunque meno Stato ad aiutare chi non ce la fa, per salvare una banca miliardaria hanno invocato l’aiuto dello Stato e a tal riguardo abbiamo letto un post in Facebook che condividiamo: “200 miliardi per il CS/UBS, 5 miliardi per l’Ucraina, e noi dobbiamo rimborsare il minimo prestito Covid…”. Andiamo oltre a questa frase e affermiamo che questi signori si sono poi opposti ad concedere totalmente il caro vita per i nostri pensionati, si parlava di ca. frs 5 al mese per pensionato.
Ma non vi sembra tutto una pagliacciata, oddio un qualcosa di veramente drammatico come i problemi della gente e le soluzioni vengano meno e si dia priorità alle percentuali che raggiungeranno in partito, tipo un eletto in meno, due in più..
Va ben mi sono sfogato ,a questo sfogo deriva dal parlare con la gente normale, roba da bar dicono i politici in camicia e cravatta perché loro vanno nei Vip bar dove la gente discute sulle mete delle proprie ferie…
Se frequentassero maggiormente i bar normali e fossero capaci di ascoltare la gente, forse, magari, comincerebbero a rendersi conto che la gente è al limite della sopportazione. Oggi ad una riunione ho sentito una frase che mi ha fatto rabbrividire: s ci sono 80mila frontalieri significa che in Ticino il lavoro c’è e il cantone va bene…
Con questa frase termino e invito a non votare scheda di partito, ma votare solo ed unicamente a quei candidati nuovi, che hanno ancora l’entusiasmo per la cosa pubblica e che hanno dimostrato negli anni precedenti la voglia di trovare soluzioni vere…
(ETC/rb)