Dicembre mai cercato trova l’esordio editoriale
Il romanzo di Pier Mazzoleni edito da David and Matthaus Edizioni
Mercoledì 28 maggio ha visto la pubblicazione, con la casa editrice David and Matthaus, Dicembre
mai cercato, il primo romanzo del musicista bergamasco Pier Mazzoleni.
Il cantautore e autore esordiente, nell’ambiente dei libri, amante di ogni sfaccettatura e bellezza
della musica e della scrittura, è docente e direttore del Centro Emotivo Musicale da lui fondato. Il
primo disco registrato a suo nome è del 2006, L’isola canzoni d’autore, cui segue nel 2009 La tua
vera identità e nel 2011 La tua strada. Numerosi i concerti e le collaborazioni con musicisti del
panorama musicale italiano. È autore di vari racconti brevi e di circa 200 poesie, scritte in un
intervallo di tempo che va dal 1998 a oggi e non ancora pubblicate.
In Dicembre mai cercato racconta la storia di Jan, nato a Milano nel 1960 dalla madre Lucia e da un
uomo che ha scelto di non amarlo. Fin da bambino decide di affrontare un destino che ha già
scoperto le carte. Tutte. L’arte gli si rivela presto, infiammando i suoi anni al fuoco di vite diverse e
contrapposte; viaggiatore di emozioni, percorre la sua strada mischiando estro, passioni e
obblighi. Samantha, con cui ha un figlio, riesce a rubargli il cuore. Marco, poeta e leale amico, lo
accompagna con un sentimento raro di affetto. Ma, vivere, non è un gioco. La sua indole, il
rapporto tormentato con la madre, la fame di sapere, la scomparsa degli affetti più cari, lo
scuotono profondamente. Come può trovare sollievo l’anima vagabonda di un uomo in cerca? La
sua domanda troverà mai risposta? La svolta può arrivare solo attraverso la ricerca interiore e uno
sguardo aperto a nuovi incontri. Il lettore viene coinvolto in quel viaggio all’interno dell’anima,
affrontando marce indietro, svolte repentine, bruschi arresti. Dicembre è un mese importante per
il protagonista, ma dicembre è soprattutto nel cuore, è il freddo che fa rallentare il suo palpitare,
che lo congela per salvarlo da se stesso. Quel cuore non è morto, è solo ibernato.
“Ci sono delle terre che più sono martoriate più diventano generase, rigogliose e fertili. Jan era
come una di quelle terre, colpita dal tumulto degli eventi, ma mai distrutta. ”
Pier Mazzoleni ci regala, con le sue pagine appassionate, la storia, incredibile e rocambolesca, di
un pianista, di un poeta. Ma soprattutto di un uomo. Il suono del pianoforte che, come presenza e
come assenza, fa da colonna sonora al pianto e al riso, ma in special modo alla sofferenza, non è
motivo fine a se stesso, ma pretesto narrativo. La grande, vibrante, incontrastata protagonista di
questo romanzo è la verità, in tutte le sue forme, anche quella scomoda, anche quella che fa male
e si vorrebbe nascondere ma che poi ci brucia l’anima. Ma la parola d’ordine è il riscatto, la
capacità di capire e perdonare, l’emergere da una superficie piatta di normalità che ci avvolge, sì,
ma allo stesso tempo ci soffoca. L’arte è una salvezza o una dannazione? Jan la porta sempre con
sé, a tratti la esalta, a volte la rinnega nel tentativo di appropriarsi di una normalità che gli possa
dare la tranquillità necessaria a continuare a vivere. Pier Mazzoleni è a sua volta un artista, un
musicista e compositore di colonne sonore che ha voluto senza dubbio esprimere, attraverso un
alter ego costellato di fantasia e finzione, i suoi sentimenti e le sue passioni e allo stesso tempo
omaggiare l’arte, sia essa poesia, prosa o sublime musica, considerata nella sua più spirituale e
pura essenza. Troviamo, oltre alla bellissima storia di Jan, in una sorta di metaromanzo, l’occasione
per riflettere sul ruolo della scrittura e dell’arte in genere.
Dice l’autore: “Dicembre mai cercato, è la vicenda di un uomo che ha tante sfaccettature. Potrei
aggiungere che è la storia che mi ha scelto, davvero … È un qualcosa che avevo dentro da molto, ed
è stata la forza principale che ha optato perché diventasse romanzo. Nel senso che era iniziato
come racconto breve, ma poi non bastavano le pagine. Credo che ogni autore viva tra le sue
pagine, proprio per il principio sacrosanto che si parla di ciò che si conosce, per lo più, anche se
non è una regola. La storia di Jan mi ha completamente preso per mano, scriverla è stato semplice
come viverla, non ho provato alcun tipo di imbarazzo o indecisione di fronte a nessuna scelta. C’è
stato un punto del libro in cui mi sono chiesto se stessi scrivendo la mia storia e, lì, mi sono posto
delle domande. Tante domande, molto serie … Ma poi ho pensato che in fondo ognuno scrive la
sua storia, e a quel punto, non potevo più tirarmi indietro. Ho quindi deciso di non ritornare per il
sentiero iniziato ma di procedere sulla strada principale. E ho fatto la scelta più giusta, almeno
spero.”
Mercoledì 4 giugno sarà disponibile la prima intervista all’autore in versione integrale su
www.animamagazine.com
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