L’estate è sicuramente il periodo dell’anno in cui si legge di più, complici le lunghe giornate e la possibilità di stare all’aria aperta durante il proprio tempo libero. A entrare in una libreria generalista non è sempre facile imbattersi in titoli, autori e piccole case editrici di nicchia ma si è piuttosto sopraffatti dai grandi romanzieri famosi (che non fanno necessariamente rima con bravura) i quali scrivono per etichette importanti monopolizzando di fatto buona parte degli scaffali.
Come sempre, a cercare un pochetto, senza lasciarsi intimorire da questa “superficialità letteraria”, è possibile trovare delle cose interessanti anche di autori svizzeri spesso poco conosciuti alle nostre latitudini.
È il caso di Friedrich Glauser (1896-1938); l’ho scoperto leggendo, alcuni mesi or sono, un articolo che annunciava l’uscita del libro “Dada, Ascona e altri ricordi” (Edizioni Casagrande). Trattasi di sei racconti autobiografici scritti tra il 1930 e il 1933 che raccontano dei periodi della vita di questo autore compresi tra il 1910 e il 1925.
Si parte da quando era in collegio sul Lago di Costanza, passando da Zurigo (partecipò nel 1917 come unico svizzero al movimento Dada e si unisce all’avanguardia artistica), in seguito la fuga in Ticino e al Monte Verità (dopo essere scappato da un istituto psichiatrico). Senza dimenticare l’esperienza nella Legione straniera, a Parigi (una volta congedato) in cui ha fatto il lavapiatti e per ultimo in Belgio dove ha lavorato come minatore e come infermiere a Charleroi. Il tutto raccontando con una minuzia di particolari, in perfetto stile realistico, uno spaccato di anni ’20 spiegato in maniera davvero interessante e coinvolgente.
È però la vita dello stesso Friedrich Glauser a destare in un certo senso scalpore; la madre è morta prematuramente e il padre decide di farlo internare nel 1918, passò diversi anni in riformatorio, divenne dipendente dalla morfina, fu ricoverato varie volte in cliniche psichiatriche in seguito a vari tentativi di suicidio.
La cosa più tragica è che si spegne l’ 8 dicembre 1938 a soli 42 anni a Nervi (in Liguria), la sera prima delle sue nozze con Berhe Bendel. Il referto parlerà di un’insufficienza coronarica. Una vita ai limiti del tragicomico in tutti i sensi e fino alla fine. Una storia da leggere.
Alessandro “Bubi” Berta (Gordevio)