Questa mattina verso le 8.00 sull’alpe Rompiago è stato avvistato un branco di lupi composto da 5 esemplari.
È stato avvertito il guardacaccia che non ha saputo dire se si tratta del branco, già accertato, che si sposta tra la Val Colla e le limitrofe valli italiane oppure se si tratta di un nuovo branco.
In ogni caso per gli allevatori della zona la situazione sta diventando insostenibile: fra un mese gli animali dovrebbero uscire al pascolo, ma la presenza di un branco più altri lupi stanziali o di passaggio già visti nelle scorse settimane, non lo permetterà.
Ha ancora senso allevare animali che per la loro natura dovrebbero vivere il più possibile all’aperto, al pascolo, rinchiusi in stalle e recinti a prova di lupo?
Non si stanno forse maltrattando i nostri animali domestici?
Fino a quando sarà conciliabile una presenza di un branco di lupi in zone molto frequentate dal turismo pedestre?
Gli avvistamenti in Ticino durante questi primi due mesi dell’anno lasciano intendere una presenza molto maggiore di lupi rispetto allo scorso anno che a livello di attacchi e capi predati era già stato terribile: se lo scorso anno nei primi due mesi vi erano state tre o quattro segnalazioni, quest’anno le segnalazioni ufficiali di avvistamenti o resti di predazione di selvatici sono già una ventina in ogni angolo del Ticino: dalla Val di Blenio, alla Leventina, all’Alta Vallemaggia, al Bellinzonese, al Luganese. Tutti segni di una presenza intensa e capillare anche vicino agli abitati.
Ricordiamo che la Strategia lupo svizzera voluta dal Consiglio federale ha tra gli obiettivi anche questi:
– ridurre al minimo i conflitti con l’agricoltura, la caccia, il turismo e la popolazione interessata;
– impedire che la presenza del lupo comporti restrizioni inaccettabili nell’ambito dell’allevamento di animali da reddito.
Si è voluto che il lupo fosse un animale strettamente protetto; lo si è lasciato espandere senza porre nessun limite e i risultati sono catastrofici per tutti.