Questo fine settimana vi erano tre votazioni federali e una a Lugano. Iniziamo da Lugano dove con toni accesi sopra le righe si sono affrontati i pro progetto PSE e chi lo avversava, senza tanti motivi, se non aleatorie immaginazioni o desiderio di avere qualche attimo di visibilità. La cittadinanza di Lugano ha dato fiducia al Municipio e Lugano potrà fregiarsi di una struttura sportiva e di eventi degna di tale nome e necessaria non solo per la Città ma per tutto il cantone. Agli avversari un merito di aver permesso alla popolazione di esprimersi e dire la sua. Il popolo Luganese ha detto si a questo bel progetto. Noi siamo soddisfatti che finalmente, con tutte le varianti e difficoltà del caso, Lugano si attrezzerà di una struttura conforme alle necessità dei tempi odierni.
I tre temi in votazione a livello federale erano densi di emotività. Diciamo subito che l’elezione dei giudici federali per sorteggio non è piaciuta alla popolazione svizzera che l’ha respinta con un secco 68.1%.
Il secondo tema, chiamato Iniziativa sulle cure infermieristiche è stato accettato con il 61% di popolazione che ha aderito. Si poteva anche decidere per il controprogetto proposto dal CF che vedeva un buon compromesso tra l’iniziativa e il nulla. Il pericolo ora, anche se i fautori lo negano basandosi su semplici sensazioni, che i costi infermieristici aumentino esponenzialmente chiamando poi alla cassa tutta la popolazione. Con questa votazione si è dato un assist agli assicuratori malattie che avranno buon gioco nel giustificare aumenti dei premi considerevoli. Forse in quest’ottica bisognava fare delle calcolazioni corrette e non basarsi sull’emotività del momento.
La modifica della legge Covid-19 ha fatto scrivere fiumi di articoli, a volte con inasprimenti verbali assolutamente fuori luogo e con contestazioni violente come tali e anche verbalmente che non hanno permesso di spiegare il tema in oggetto. I fautori del No hanno ottenuto solo il 38%, sostenendo in tutta la campagna la loro avversione con motivazioni lacunose e non sempre trasparenti. Hanno fatto leva sulla vaccinazione, mentre questa legge era una legge a temi economici e per permettere l’uso del certificato Covid. La mancanza di trasparenza nell’informazione dei contrari, con dispendio verosimile di mezzi economici molto importanti ha causato una frattura tra la popolazione, cercando di mettere le due fazioni in antitesi e quasi verso un fanatismo ideologico che non dovrebbe appartenere alla classe politica Svizzera. Si sono assunti una responsabilità enorme di rischiare il vanificare di tutte le buone posizioni adottate dal Governo che ci hanno permesso e permettono ancora di spostarsi abbastanza liberamente, considerando il momento pandamico. Che poi il seguito degli elettori ha seguito questa linea, a mio modesto modo di vedere per una contestazione verso un sistema globale di comunicazione che non ha funzionato nè da una parte nè dall’altra parte. La fortuna dei contrari a questa legge è che non hanno vinto, in quanto allora avrebbero dovuto assumersi la responsabilità della coerenza delle proprie idee che per loro ammissione non avevano e hanno un piano concreto di azione. Hanno fatto opposizione, in democrazia questo è il principio su ci si basa, hanno avuto libertà di espressione, hanno a volte fomentato reazioni indecorose e hanno perso. La linea del Governo ne esce rafforzato con un più che rispettabile 62% che permetterà di continuare nella linea adottata. Sia chiaro che anche le autorità dovranno tenere presente quella fetta di popolazione che si è espressa contro, ma non devono essere ostaggio di ideologie poco libertarie ed assolutiste che non appartengono alla Svizzera.
Tutto è criticabile e ci mancherebbe altro, la poca chiarezza del Governo in particolare all’inizio della pandemia, scusante che nessuno al mondo sapeva bene come comportarsi, una comunicazione onestamente poco convincente e meno ancora professionale, ha fomentato tutti i focolai di contrari che hanno avuto buon gioco e hanno monopolizzato la scena politica negli ultimi sei mesi. Sentire i vari gruppi che hanno perso non accettare o gettare dubbi sulla validità della votazione popolare squalifica di molto il dibattito politico.
Di fatto in Svizzera, unico paese al mondo dove il popolo si è espresso, non una volta, ma ben due volte ed entrambe le volte dando fiducia al governo, di cui ben due membri fanno parte di quel partito contrario, dovrebbe chiarire le posizioni.
E i dati, i cui contrari ben si sono cautelati di non dire mai, sono puri e crudi; rispetto lo stesso periodo dell’anno passato gli ospedali non sono in emergenza e questo, che lo si voglia o no, è grazie alla popolazione che si è vaccinata. Per cui, e sono cifre a livello mondiale che dicono che vaccinandosi si riduce il pericolo di trovarsi intubati, rispetto i non vaccinati il rapporto è di 1 a 10.
Evidente che se la popolazione, o meglio parte di essa continuerà ad intestardirsi nel non vaccinarsi e parallelamente non essere coerente con le proprie decisioni, ci troveremo, o potremmo trovarci a convivere con nuove chiusure.
E’ sempre facile gridare e urlare quando si stà bene, ma, in particolare uomini e donne con funzioni pubbliche devono, dovrebbero rendersi conto del peso che hanno le parole!
Che si abbassino i toni e tutti assieme si cerchino quei giusti compromessi per non penalizzare i commerci e l’economia, in particolare delle regioni rurali, che sono quelle in maggiore difficoltà. Forse molti politici di “città” dovrebbero dimostrare maggiore sensibilità verso queste regioni e non solo esaltarle durante i periodi elettorali.
Confido personalmente che tutti si rendano conto del momento difficile e agiscano di conseguenza. Il popolo lo ha chiesto esprimendosi!